71||pronti per ricominciare||

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Ed eccomi qui, la camera è vuota, l'abbiamo svuotata, a terra ci sono solo i borsoni con all'interno tutta la mia roba insieme a quella di Rocco. La stanza ora è spoglia, niente fa capire che siamo stati qui, e di nuovo una camera di ospedale, pronta per essere usata di nuovo da altre persone. Sono ferma davanti alla porta, e la sto guardando. Per alcuni può sembrare strano, insomma cosa posso vedere in una stanza vuota dell'ottavo piano di un ospedale, ma non è così, qui dentro ho trovato me stessa, e ho capito che infondo non esiste disastro che non si possa risolvere e non esiste pazzia che non si possa fare.
Ricordo ancora il primo giorno in cui sono stata qui, o meglio il giorno in cui mi sono svegliata, chi l'avrebbe mai detto che questo posto mi avrebbe cambiata dentro e fuori, mi sentivo così estranea e sbagliata nel mondo e in questo posto, non sapevo di cosa ero in grado di fare, e non ero a conoscenza di tutta la forza che c'era dentro di me. Pensavo di non riuscire ad andare avanti, e che gli incubi avrebbero continuato a perseguitarmi per sempre, che l'amore non esistesse e che l'amicizia non potesse esserci. Pensavo solo a proteggermi e a non lasciare che nessuno si legasse a me o io a lui. Ma le cose infondo cambiano. Ricordo di essermi chiesta se mai mi sarei sentita di appartenere a questa stanza, se mai l'avrei sentita mia, e finalmente una risposta a una delle mille domande che ancora mi riempiono la testa, l'ho trovata. Sì, una parte di me appartiene e apparterrà sempre a questa stanza. Sarà sempre così, non ci posso fare nulla.
Qui dentro ho imparato a vivere, ad amare, ad essere amata, a fidarmi, a non tenermi tutto dentro, a riconoscere chi non mi abbandonerà mai, ma soprattutto a non avere paura della vita. Perché infondo anche se potrebbe stenderci al tappeto, non lasciarci respirare e a costringerci a mollare tutto, facendoci credere che non siamo abbastanza forti per affrontarla. Non è così.
Possiamo fare tutto, possiamo affrontare questa vita, senza doverne avere paura. Fisso la stanza vuota, e vedo tutto come un film, tutti i ricordi legati a questo posto mi passano davanti come più flashback. Rivedo tutti i pianti, le litigate, l'amore, l'amicizia, la paura, le pazzie, le risate, il cuore che batte, la mia prima volta, la mia vita.

Sorrido
-ehi- mi dice Rocco circondandomi la vita con le braccia, io appoggio la testa sulla sua spalla -che succede?- mi chiede dandomi un leggero bacio sul collo
-pensavo a tutte le cose che sono successe qui dentro e a come sono cambiate, a come io sono cambiata- gli dico incontrando i suoi splendidi occhi verdi, e il ricordo del nostro primo sguardo torna forte dentro di me. Lui si china su di me e mi bacia
-andiamo?- mi chiede e io annuisco. Raccolgo l'ultimo borsone, do un ultimo sguardo alla camera dopodiché esco, chiudendomi la porta alle spalle, mentre la mano di Rocco si intreccia alla mia. Prendiamo l'ascensore e scendiamo al primo piano, lì troviamo tutti quanti. Vanessa e Nicolas come noi sono pronti ad andare, insieme a loro ci sono Ginevra e Michael ancora in pigiama, poi ci sono Matilde, Giovanni, Tatiana, Azzurra, Samuele, Michele, mia nonna e mio nonno. Quando noto questi due un sorriso gigantesco mi compare sulle labbra, nonostante io abbia scoperto che a quanto pare non sono i miei veri nonni, almeno non di sangue, posso dire che comunque non mi importa, sono i miei nonni di vita, credo basti, a me basta. Saranno loro i miei parenti che mi firmeranno il rilascio.
Appoggio per terra il borsone e sorrido a chi mi sta di fronte. La prima a salutarmi è Matilde che si avvicina e mi abbracci a forte, io rispondo alla stretta
-grazie di tutto, se non fosse stato per voi qui dentro sarei morta di fame- dico sorridendo ancora stretta a lei -e grazie per avermi fatto da mamma- gli dico e sento la sua stretta farsi più potente. Quando mi stacco da suo abbraccio noto che i suoi occhi sono leggermente più lucidi del solito, io sorrido e mi allontano per abbracciare Giovanni, mentre Matilde si dirige verso Rocco
-abbi cura di te Carlotta- mi dice Giovanni
-anche tu Giovanni, abbi cura anche di Matilde da parte mia- dico abbracciandolo, lo sento sorridere
-lo farò non ti preoccupare, non ti voglio più vedere qui dentro mi raccomando- mi dice lasciandomi andare e guardandomi negli occhi. Io sorrido e annuisco.
La prossima ad abbracciarmi è Tatiana, che mi stritola
-siete stati i pazienti più pazzi che io abbia avuto in tutta la mia vita, ed è per questo che sarete quelli che mi mancheranno di più- mi dice e io non posso fare a meno di sorridere
-sei stata un infermiera fantastica Tatiana, sul serio, grazie di capire sempre i pazienti e di appoggiarli. Sei stata una dei pochi che qui dentro ci ascolta davvero e non ci giudica, qualunque cosa noi abbiamo fatto- dico sorridendole e abbracciandola nuovamente.
Samuele mi si avvicina, dopo aver salutato Vane, e sorride
-allora pronta ad uscire piccola pazza?- mi chiede scompigliandomi i capelli, come ha sempre fatto, io lo guardo male, ma poi sorrido e annuisco
-sì sono pronta al mondo, finalmente- dico guardando verso fuori, lo vedo sorridere con la cosa dell'occhio
-sono felice di riavere la mia pazza migliore amica- mi dice stringendomi in un abbraccio forte
-e io sono felice di riavere il mio stupido migliore amico- dico ancora stretta al mio petto.
Appena sciogliamo l'abbraccio, Azzurra mi corre incontro, io apro le braccia e lei mi abbraccia forte.
-ehi ora sarò con te per sempre, non me ne andrò mai più ora staremo insieme- le dico sorridendo, quando mi stacco la guardo negli occhi -staremo per sempre insieme, te lo prometto- le dico e lei mi stringe il mignolo con il suo
-per sempre- dice sorridendomi, poi vede Rocco che sta salutando Nicolas e gli corre incontro, io la guardo sorridendo. Quella bambina merita di essere felice, e ora posso dedicarmi per sempre alla sua e alla mia felicità.
Quando torno con i piedi per terra noto lo sguardo di nonna posato su di me, mi avvicino e la abbraccio, che mi sorride con dolcezza
-ciao nonna- le dico ancora abbracciandola, e lei continua a stringermi con una dolcezza che hanno solo i nonni.
-come stai piccola mia?- mi chiede tenendomi per le guance e guardandomi con i suoi occhi color cioccolato, che mi hanno sempre trasmesso tranquillità, fin da quando ero piccola, io sorrido
-bene nonna, ora sto davvero bene- le dico, lei mi lascia andare e Rocco si avvicina con Azzurra stretta al collo, mia nonna lo guarda, come se avesse un laser. Io sorrido -nonna questo è Rocco, il mio fidanzato. Rocco questa è mia nonna- dico presentandoli l'un l'altro -buongiorno signora, sono lieto di fare la sua conoscenza- dice Rocco facendo scendere Azzurra e porgendole la mano, mia nonna sorride, non fa caso alla mano e lo attira in un abbraccio. Il mio fidanzato è costretto ad abbassarsi per poterla abbracciare, ma vedo che sorride, mentre Azzurra li guarda sorridendo. Io li lascio soli e mi avvicino a mio nonno che sta firmando una carta, molto probabilmente per farmi uscire da qui. Gli abbraccio la schiena, lo sento sorridere
-ciao piccola peste, come stai?- mi chiede stringendomi al suo petto, con il nonno ho sempre avuto un rapporto molto stretto.
-bene nonno, davvero bene, sono felice, allora sono libera?- chiedo con gli occhi speranzosi, lui mi sorride
-come l'aria- sorride, e io lo abbraccio stretto, sento una bella sensazione crescere dentro di me. Alla fine mi ritrovo di fronte ai nostri amici, ci guardiamo tutti quanti negli occhi e ci sorridiamo, ci abbracciamo tutti insieme. Abbiamo un segreto che ci tiene tutti uniti, e quel segreto si trova all'entrata del nostro reparto. Il murales è splendido, e tutti si fermano a guardarlo prima di entrare, ma nessuno ancora ha capito chi l'ha fatto. Non ho mai vista tanta confusione come quella mattina, c'erano dottori e infermieri che giravano per il reparto avanti indietro, non riuscendo a capire che cosa fosse successo. Noi eravamo al pieno di evasione che ce la ridavamo. Sarà per sempre il nostro piccolo grande segreto.

Quando mi stacco da loro sorrido
-siete gli amici più belli che io abbia mai avuto, grazie di tutto ragazzi, grazie di tutto per quello che avete fatto qui dentro per me, e che ovviamente continuerete a fare fuori, o almeno spero- dico sorridendo a tutti
-assolutamente vogliamo sapere subito quando uscite, dobbiamo andare al mare tutti insieme, e al cinema, alla sala giochi, ovunque insieme fuori da qui. Facendo gli amici normali che si sono conosciuti in strada e non in ospedale- dice Vanessa sorridendo
-promettiamolo- dice Michael sicuro -avanti avete paura per caso?- chiede con un sorriso che dice il contrario. Tutti insieme avviciniamo i mignoli e promettiamo.
Alla fine la mia mano si intreccia a quella di Rocco, prendo un respiro profondo e sento una manina piccola che stringe la mia. Abbasso lo sguardo e noto la mia sorellina che mi sorride. Finalmente esco da questo fottuto ospedale, quante volte ho voluto lasciarlo e scappare, e ora eccomi qui, pronta a ricominciare.
Sono entrata a pezzi, senza le mie gambe, costretta dagli altri, e ora sono qui, pronta a ricominciare. Dopo aver passato tanti momenti qui dentro, dopo aver riscoperto tratti della vita che avevo dimenticato e dopo aver ritrovato la voglia di vivere, sono pronta. Mi lascio indietro tanti ricordi e tante promesse. Sono pronti per ricominciare, di nuovo, da capo, insieme alle persone a cui voglio più bene al mondo. Preparati mondo io sto tornando, e sono più forte di come ti ho lasciato.

*spazio autrice*
Stavo rileggendo il capitolo, prima di pubblicarlo, per correggere gli eventuali errori, e credo di aver trovato il mio capitolo preferito, beh subito dopo di quello in cui Rocco e Carlotta si rendono conto di amarsi a vicenda, ma tralasciamo questo piccolo dettaglio.

Spero che a voi piaccia quanto piace a me, se è  così lasciate una stellina che mi fa sempre sorridere. E grazie di continuare a leggere il mio libro. Grazie davvero tanto❤

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