75||Nicole||

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Passiamo due orette a disfare le valigie e a goderci la nostra stanza. Ora sono stesa sul letto che si è rivelato davvero comodo, o forse sono le ore di aereo che lo fanno sembrare, sta di fatto che sono tentata di rimanerci per le prossime 24 ore. Allungo la mano accanto a me e inizio a giocare dolcemente con i capelli di Rocco, che sta guardando il soffitto con aria assente
-ehi che c'è?- gli chiedo girando la testa verso di lui, è più tosto silenzioso da quando siamo arrivati, lui distoglie lo sguardo dal soffitto, si gira a pancia in giù per guardarmi meglio. Sorrido e gli accarezzo una guancia dolcemente, e vedo che lui si appoggia alla mia mano
-non so come reagirà Nicole- mi dice tenendo gli occhi chiusi mentre si bea del mio tocco
-stai scherzando, tua sorella ti adora e quando ti vedrà farà i salti di gioia, non fare lo scemo, lei ti adora, amore- dico con dolcezza e sorridendogli, ma il suo umore non cambia -ma c'è dell'altro vero?- dico alzandomi a sedere
-come fai a capirlo sempre?- mi chiede e io sorrido mentre alzo le spalle -mio padre- dice sospirando -non lo voglio incontrare o vedere, è a causa sua che mamma è stata male e se non ho più visto Nicole. Se lo vedo potrei non essere in grado di autocontrollarmi- mi guarda negli occhi e capisco che dice sul serio
-okay, allora dammi il tuo telefono- gli dico porgendogli la mano, lui mi guarda confuso ma lo sfila dalla tasca posteriore dei jeans e me lo consegna. Io lo sblocco e apro la chat con Nicole e le scrivo a nome di Rocco se oggi è a casa e se c'è anche suo padre, lei risponde subito dopo dicendo che sì è a casa e che papà l'ha lasciata a casa da sola, ed è andato insieme alla sua compagna in vacanza per poche settimane, e chiede anche il perché, io le rispondo solo che volevo saperlo perché si stava annoiando a casa, visto che Carlotta e Azzurra sono in spiaggia, inventando così una scusa.
-problema risolto- dico consegnando il telefono al mio fidanzato, lui legge la conversazione, e vedo nel suo viso comparire un sorriso, dopo di che alza lo sguardo e mi bacia io sorrido e gli ricambio.

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Un ora dopo siamo pronti ad uscire, indosso un paio di pantaloncini in jeans particolarmente larghi e una maglia bianca con le maniche grigie e indosso le vans. Prendo il cellulare e lo infilo nella tasca posteriore, prima però rispondo al gruppo che ho con Vanessa e Ginevra e a Samuele, che mi chiede se va tutto bene, è preoccupato anche lui per il bambino, non come Rocco, ma fa anche lui la sua parte. A volte vorrei prenderlo a schiaffi, perché non dovrebbe preoccuparsi per me, ma pensare alla sua di famiglia, a Vanessa e al piccolo Nick. Già Samuele e Vanessa hanno avuto una bambino, è nato due mesetti fa più o meno. In pratica sono diventata zia, mi si è riempito il cuore di gioia quando l'ho visto per la prima volta, quando l'ho preso in braccio ci è mancato poco che scoppiassi a piangere e non smettessi per i prossimi 3 giorni. Era così piccolo, muoveva le piccole manine e apriva dolcemente gli occhietti scuri identici a quelli del padre. Era stupendo.
Con questo pensiero esco dalla stanza con un sorriso insieme a Rocco e ad Azzurra, scendiamo in strada e ci dirigiamo verso la via che ci ha dato Nicole un paio di settimane fa.
Le strade di Los Angeles sono piene di persone che vanno e vengono, ci sono vari turisti, uomini in giacca e cravatta con la ventiquattro ore che corrono per le strade, nonni, famiglie. Insomma si vede di tutto, come in ogni città al mondo.
Il sole splende, e quando alzo la testa noto che non c'è una nuvola in cielo, nonostante ciò non sto morendo di caldo, anzi sto piuttosto bene. Ci mettiamo un po' ad arrivare nella via in cui eravamo diretti, soprattutto viste le varie volte in cui ci siamo persi, nonostante stessimo usando Google Maps.
Ma alla fine ci ritroviamo in un quartiere, è decisamente un tipico quartiere che vedi nei film americani. Ogni casa ha il proprio giardino di fronte, e tutti sono tenuti davvero bene, davanti ad ogni casa ci sono alcune macchine, e si respira un aria di tranquillità, alcuni bambini corrono sulle loro biciclette, alcune persone invece stanno semplicemente sedute nel loro giardino a godersi la giornata. Sembra che vada tutto davvero bene. Arriviamo difronte alla casa n°17, ci fermiamo, prendo la mano di Rocco e la stringo
-pronto? Ce la puoi fare, è la tua sorellina e nonostante non sappia che tu stia per presentarti alla sua porta, non vede l'ora di vederti- dico sorridendogli, lui incontra il mio sguardo sorride e mi bacia le labbra come solo lui può e sa fare.
-volete continuare a baciarvi o possiamo entrare?- ci chiede Azzurra dietro di noi mentre guarda distratta il cellulare, io mi stacco e la guardo negli occhi
-sei solo gelosa, perché lui ti manca- dico sorridendole, e lei alza lo sguardo e lo distoglie subito. Già Azzurra si sente con un ragazzo, ancora non mi vuole dire chi è ma la vedo felice e soprattutto innamorata, e sono molto felice per lei. Rocco mi guarda dopodiché suona al campanello, da dentro la casa sentiamo una voce vagamente familiare e con un marcato accento americano
-arrivo un attimo- cinque secondi dopo la porta si spalanca, una ragazza bella da mozzare il fiato ci si presenta davanti, ha i capelli castano chiaro molto ricci, gli occhi verdi che ha decisamente preso dal fratello e un fisico da modella, ora fasciato da un leggero vestitino giallo con vari girasoli disegnati sopra. Nicole quella ragazza che avevamo visto solo da uno schermo, è una ragazza meravigliosa, da togliere letteralmente il fiato.
Il suo sguardo vaga sulle nostre teste, rimane ferma all'uscio della porta per alcuni secondi, dopo di che fa un urlo e si lancia tra le braccia del fratello, io scoppio a ridere insieme agli altri due.
Rocco si stringe la sorella al petto come non ho mai visto fare nessuno, mentre Nicole nasconde il suo viso sulla spalla del fratello
-ciao Nicole- dice Rocco e nonostante ora non riesca a vedergli il viso so che sta sorridendo da un orecchio all'altro, sento la sorella scoppiare a piangere, e non riesce a dire nulla e rimane attaccata al fratello senza lasciarlo. Dopo alcuni minuti riesce a dire qualcosa
-mi sei mancato così tanto, non hai idea, crescere senza di te è stato così difficile, quando papà mi ha portato via ho pianto per una settimana intera, non volevo mangiare, volevo solo tornare a casa dove c'eri anche tu. Avrei voluto tornare a casa in aereo, prenderlo e volare da te. Sei stato il mio desiderio di compleanno per molti anni, e tutte le stelle cadenti erano dedicate a te, e ora sei qui, il cielo mi ha ascoltato, e ora sento di nuovo il profumo di casa che mi manca da quando avevo 6 anni.- dice ancora stretta al suo petto, con i capelli che le nascondono il viso.
-mi sei mancata tanto anche tu, scimmietta- dice Rocco, io e Azzurra ci guardiamo confuse e ridacchiamo tra di noi, perché abbiamo fatto la stessa faccia. Nicole si stacca da Rocco e lo guarda negli occhi
-lo sai che odiavo quando mi chiamavi così da piccola- dice incrociando le braccia
-non è colpa mia se ti arrampicavi dappertutto- un sorriso si fa strada nel volto della ragazza, che distoglie subito lo sguardo dal fratello per non fagli capire che ha ragione, e si affretta a cambiare discorso. Il suo sguardo infatti si posa su di me, si allontana dal fratello e mi sorride
-tu devi essere Carlotta giusto?- mi chiede sorridendo -te la sei scelta bene eh?- ammicca al fratello e non posso fare a meno di scoppiare a ridere, e lei insieme a me, dopodiché mi abbraccia -sono molto felice di fare la tua conoscenza ragazza che ha rubato il cuore a mio fratello- dice poco prima che il mio fidanzato la stacchi da me
-vacci piano, sorella- gli dice appoggiando una mano sulla mia pancia, io alzo gli occhi al cielo ma sorrido
-oh aspetta, aspetti un bambino?- annuisco sorridendo, lei fa un sorriso gigante -ciò vuoi dire che diventerò zia, oh mio Dio, che figata- dico sorridendo e iniziando a saltellare contenta -congratulazioni- mi dice e io le sorrido. Nicole poi saluta Azzurra e ci invita ad entrare in casa con dolcezza.

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