77||bimba||

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Le due settimane di vacanza sono passate più in fretta del previsto, e quando l'ultima giornata arriva, mi sembra solo ieri quando ho conosciuto Nicole e Nate. Devo ammettere che Los Angeles è una città fantastica, con i suoi grattacieli che sembrano infiniti e con le piccole librerie che trovi infondo alla strada, quelle che se non sta attenta nemmeno te ne accorgi. Credo che il momento più bello però sia la sera, quando tutto sembra trasformarsi, le luci che pian piano si accendono e la citta che diventa un arcobaleno.
L'emozione di aver fatto il bagno nell'oceano è fantastica, nonostante l'acqua in fondo sia la stessa l'idea di fare il bagno nell'oceano e non nel mare, rende il tutto più speciale.
A distogliermi dai miei pensieri è Rocco che si gira nel letto, facendo aderire la mia schiena al suo petto. Mi bacia dolcemente la spalla scoperta, io sorrido e sento che anche lui fa lo stesso.
-buongiorno- dico girandomi per guardarlo negli occhi, ma soprattutto per baciarlo, lui mi prende i fianchi e finisco a cavalcioni su di lui, mi accarezza i fianchi mentre io gli graffio dolcemente il petto. Sposta le mani sulla mia pancia e la accarezza
-chissà se avrà gli occhi verdi come i miei o azzurri oltre mare come i tuoi- mi dice, io sorride e sento il cuore riempirsi di gioia, mi chino su di lui e lo bacio.
-se li avrà come i tuoi beh avrà tutte le ragazze ai suoi piedi- dico sorridendo
-ma gliene basterà una- dice baciandomi di nuovo.

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Pov's Rocco

Sorrido mentre guardo l'oceano, nonostante oramai il sole stia tramontando, l'aria è comunque ancora calda. L'oceano rispecchia tutti i colori del cielo, diventando arancione, rosa e azzurro. Semplicemente spettacolare. Tra un paio di ore sarò privato di questa vista strepitosa, dell'oceano certo, ma anche della mia ragazza dentro l'acqua che guarda la sorella che cavalca le onde. Sul viso di Carlotta c'è quello che ho imparato a riconoscere come vera e pura felicità, ha un sorriso da un orecchio all'altro e riesco a vedere da qui gli occhi orgogliosi che brillano, mentre parla della sorella a Nate. Quel ragazzo infondo si è rivelato un bravo ragazzo, sono contento che sia lui a stare accanto a mia sorella. Parlando del diavolo spuntano i corni dicevano, infatti dopo pochi secondi Nicole arriva, mi passa una birra ghiacciata e si siede sull'asciugamano accanto al mio e guarda l'orizzonte. Dopo alcuni minuti la mia sorellina apre bocca
-ti ricordi quando la sera scappavo dalla mia camera e venivo nella tua, mi intrufolavo nel tuo letto e tu per farmi addormentare mi raccontavi una favola- dice continuando a guardare l'oceano come se rivedesse quelle sere, io torno indietro con la mente a quegli anni
-come dimenticarle- dico sorridendo e rivedendomi, mentre un me di 10 anni stringe una piccola bambina che si rannicchia addosso a me, per addormentarsi.
-mi raccontavi sempre di una principessa e di un principe, che si amavano ed erano felici, vivevano per sempre felici e contenti- solo in quel momento incrocia il mio sguardo, distogliendolo dall'immensa distesa d'acqua -mi sa che tu l'hai trovata la tua principessa- dice sorridendomi, io le rivolgo il mio sguardo, ma poi torno a guardare la mia ragazza in mezzo al mare, che si è girata proprio in quel momento, e mi ha sorriso. Come se avesse sentito che stavamo parlando di lei
-è meglio di una principessa Nicole, perché lei è reale, non fa solo parte di una favola- dico sorridendo anche io alla ragazza che amo. Lei fa un sorriso gigantesco, si alza in piedi e mi porge una mano che io afferro, mi alzo in piedi
-vediamo se sei ancora così in forma come dici- dice con quello sguardo che ricordo di aver visto nel vialetto di casa nostra, eravamo davvero piccoli, e come quel pomeriggio ci mettiamo a correre, solo che a differenza a metà strada la prendo in braccio e mi tuffo in acqua stringendola mentre lei urla divertita.

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pov's Carlotta

Carichiamo anche l'ultima valigia nel taxi che ci porterà in aeroporto, spero di non aver dimenticato nulla. Abbiamo controllato 3 volte l'intera stanza, per essere sicuri di non lasciare nulla al suo interno.
Mi volto e sorrido a Nicole e a Nate, che sono venuti a salutarci prima di partire. Nicole si avvicina a me
-mi raccomando appena il marmocchio qui nasce, voglio avere subito una foto chiaro?- dice sorridendo e accarezzandomi la pancia dolcemente, io le sorrido.
-te lo prometto, sarai una tra i primi a vederlo- le dico appoggiando anch'io una mano sulla mia pancia. Lei mi abbraccia forte e io le ricambio subito
-so che a volte può essere insopportabile e impossibile, ma davvero Rocco ha un cuore d'oro, e posso assicurarti che non tratta nemmeno me come tratta te, vuol dire che ti ama davvero tanto, più di quanto tu pensi e più di quanto lui potrà mai dirti- mi sussurra all'orecchio. Senza farsi sentire dal fratello, io sorrido e la stringo a mia volta
-lo so, Nicole, lo so. Tu tieniti stretto Nate, ne trovi pochi di ragazzi come lui- le sussurro a mia volta. Quando ci stacchiamo ci sorridiamo e alla fine ci lasciamo andare.
Do un abbraccio a Nate
-meglio che prendi sul serio quello che ha detto Rocco, trattala bene, che è per pochi, altrimenti oltre a prenderle dal fratello le prendi anche da me sappilo- gli dico quando ci stacchiamo, lui mi sorride
-non le far del male, Carlotta, io credo di amarla- dice sorridendo, sussurrandomi l'ultima parte per non farsi sentire da Nicole. Io sorrido perché capisco che è serio. Quando mi volto, noto che Nicole cerca di nascondersi mentre si asciuga una lacrima, con il dorso della mano, che le scende sulle guance, mentre parla con il fratello. Rocco però se ne accorge e la abbraccia di nuovo, e la sento scoppiare a piangere.
Sorrido e Azzurra mi si avvicina, la abbraccio e le do un bacio sulla testa, mentre lei sorride. Entrambe sappiamo che se ci dovessero separare nessuna delle due smetterebbe di piangere, nemmeno per un secondo.

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Siamo in viaggio da parecchie ore. Salire sull'aereo è stato più semplice rispetto alla partenza, e ora che sono seduta in aereo mi sento rilassata e tranquilla, pronta per tornare a casa, dove mi aspetta tutta la mia vita, che ora non ho più paura di affrontare.
Dal finestrino noto che il sole sta sorgendo, se non sbaglio stiamo sorvolando l'oceano, l'aereo è particolarmente silenzioso, credo che la maggior parte dei passeggieri stia dormendo, ma noi no, siamo tutti e tre svegli.
-Carlotta- mi chiama Azzurra ad un certo punto, io incontro i suoi occhi azzurri simili ai miei
-ehi che succede? Stai male?- le chiedo preoccupata, lei scuote la testa sorridendo, io mi tranquillizzo ma la guardo comunque confusa -e allora che c'è?-
-solo grazie, grazie davvero- dice sorridendo, io continuo a guardarla confusa, alzando un sopracciglio. Continuo a non capire quello che vuole dire -perché mi dici grazie?- le chiedo sorridendo continuando a guardarla, ma appoggiando allo stesso tempo una mano sulla mia pancia
-per aver mantenuto la promessa che mi avevi fatto- mi dice tranquillamente, tornando a guardare fuori dal finestrino. Ho un momento di esitazione, ma poi il ricordo torna nitido in mente.
Siamo noi tre seduti sul tavolino al piano di evasione, Azzurra ha sei anni e mi ero svegliata da poco, ci aveva chiesto che sensazione si provava quando si vedeva il mondo dall'aereo. Ricordo che io e Rocco le avevamo promesso che un giorno saremmo saliti tutti e tre insieme se un aereo e avremmo visto com'è il mondo dall'alto. Sorrido al ricordo, è passato così tanto tempo da quel giorno, sono cambiata davvero tanto da quel momento
-te ne sei ricordata- le dico sorridendo, e lei annuisce
-grazie per averla mantenuta- mi dice, io le do un bacio sulla fronte come facevo quando eravamo piccole, dopodiché appoggia la testa al sedile e chiude gli occhi. Giro la testa e guardo Rocco, che mi sorride, credo abbia sentito tutta la conversazione e credo che anche lui si sia ricordato di quella promessa, che abbiamo fatto 8 anni fa, un pomeriggio ad una bambina di sei anni, che ci guardava con la speranza negli occhi.
-ti amo bimba- mi dice
-ti amo Rocco- dico baciandolo, quando mi stacco sorride e il ricordo del suo primo sorriso rivolto a me, mi torna in mente, e ricordo che il mio primo pensiero è stato "proprio a me doveva capitare il pallone gonfiato vero", è passato così tanto tempo da quel momento, sono cambiate così tante cose. Siamo cambiati tutti in un modo o nell'altro, ora siamo più grandi, più forti e pronti per affrontare la vita. Che non ci spaventa più. Ora sono qui, con la mia sorellina da una parte e il mio fidanzato dall'altra. Con una creatura che cresce dentro di me. Più felice che mai, senza paura di dirlo. Ricordo di aver giurato a me stessa che non mi sarei più fidata di nessuno, che non avrei più permesso a nessuno di rubarmi il cuore, che sarei stata lontana da tutto e tutti. Che niente avrebbe più potuto farmi del male, e che non mi sarei mai più affidata a qualcuno. Ma è stato proprio quello ad avermi salvato. Fidandomi di Rocco ho capito che infondo tutti abbiamo dei demoni dentro di noi basta solo imparare a controllarli. Perché niente, qualunque cosa esso sia, ha il permesso di togliermi il sorriso e la voglia di vivere. Ho imparato a cercare la felicità nelle piccole cose, di fidarmi nuovamente delle persone e di lasciarle entrare nel mio cuore. Ho imparato ad amarmi, a fidarmi e ad andare d'accordo con me stessa.
Appoggio la testa sulla spalla di Rocco, mentre le nostre mani si intrecciano, e mi addormento guardando i nostri due tatuaggi, il mio sul polso e il suo subito dopo l'interno gomito, tutti e due hanno le stesse due parole scritte allo stesso modo "we are". Perché infondo noi siamo, we are, non ho ancora capito cosa siamo, insomma siamo infinite cose. Siamo umani, siamo persone, siamo forti, siamo grandi, siamo piccoli, siamo femmine, siamo maschi, siamo mori, siamo biondi, siamo stupendi, siamo felici, siamo agitati, siamo tristi, siamo pazzi, ma la cosa importante è che noi siamo.

FINE

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