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8 anni dopo

Mi siedo sopra la valigia per chiuderla, quando finalmente si chiude sorrido e mi butto sul letto distrutta, e mi accarezzo dolcemente la pancia. Da quando dentro di me c'è un esserino che sta crescendo, sembra che tutto sia diventato più difficile, dal fare una valigia ad allacciarsi le scarpe, e sono solo al terzo mese ma la pancia già sta cominciando a crescere.
In quel momento entra in camera Rocco
-ehi tutto bene bimba?- mi chiede, da quando sono incinta ogni cinque minuti mi chiede se sto bene, come se fosse lui quello incinta. Io gli sorrido e annuisco, lui si avvicina a me e mi si stende accanto
-sto bene amore, non ti preoccupare- gli dico e lui mi stampa un dolce bacio sulle labbra, si stacca sorride e mi accarezza la pancia dolcemente
-Dio non è ancora nato e già mi fa preoccupare- dice sorridendo, io sorrido, incontra i miei occhi azzurri e io i suoi verdi, che sembrano più luminosi a causa della pelle leggermente più abbronzata, tipico delle persone che vivono vicino al mare. -sicura di volerlo fare?- io annuisco
-te l'avevo promesso, promessa è promessa- dico sorridendo e baciandolo nuovamente.

Nove anni fa, gli avevo promesso che avrebbe rivisto Nicole, sua sorella, e ora che Azzurra ha 15 anni, abbiamo deciso di andare a fare una piccola vacanza in America, precisamente a Los Angeles, dove Nicole vive con il padre. Rocco è riuscito a mettersi in contatto con lei tramite Instagram, non vede l'ora di rivedere il fratello e di conoscermi.
Nicole però non sa che suo fratello gli capiterà davanti alla sua porta, Rocco ha voluto che fosse tutta una sorpresa. Non so da dove mi sia venuta questa idea, insomma andare in America in pieno aprile insomma è una pazzia, ma staremo lì solo per due settimane, Azzurra è a casa per le vacanze pasquali e ancora non abbiamo prenotazioni di appartamenti. Perciò ho preso l'occasione al volo e ho proposto il tutto alla mia famiglia, nonché a Rocco e ad Azzurra, e la loro risposta è stata sì, perciò eccoci qui.
Abbiamo l'aereo alle 6 di oggi pomeriggio, e ora sono le 11 di mattina, stiamo finendo di preparare le valigie, e di prendere il necessario per poi partire. Rocco mi da un altro bacio dopodiché si alza dal letto e mi porge una mano per aiutarmi, io la prendo solo per farlo contento. Esco dalla nostra stanza e busso alla porta della camera di Azzurra, entro quando le sento dire avanti, la trovo che cerca di chiudere la valigia, le sorrido, lei mi guarda
-mi dai una mano per favore?- mi chiede sorridendo, io rido ma mi avvicino per aiutarla.
-siediti sopra la valigia che io la chiudo- lei annuisce e fa quello che le ho chiesto. Quando al chiuso le scende dalla valigia sorridendo e mi abbraccia, cercando di non schiacciarmi la pancia. Quando ha saputo che aspettavo un bambino ha fatto i salti di gioia, in teoria lei dovrebbe essere la zia della creaturina che sta crescendo dentro di me.
Azzurra sta diventando una bellissima giovane donna, i capelli biondi le ricadono leggermente ondulati sulla schiena, non dovrebbero essere ondulati, ma la ragazza qui presente fa surf da più o meno 6 anni, perciò non c'è giorno in cui non entra in acqua, di conseguenza sono sempre bagnati e lei non li asciuga mai, motivo per la quale non sono mai lisci. La sua pelle si è leggermente scurita con il tempo, a causa del sole e del suo sport. Quando ci ha detto che voleva iniziare a fare surf siamo rimasti un po' stupiti, insomma non è il solito sport che ti chiede di fare una bambina, ma alla fine abbiamo detto di sì, e la cosa si è mostrata una bella idea, Azzurra è davvero brava.
-vieni a mangiare che poi andiamo in aeroporto?- le chiedo
-finisco qui e arrivo- dice indicando la sua stanza, che devo ammettere è un vero disastro, ha decisamente preso da me. Esco dalla sua stanza e scendo le scale, mi dirigo in cucina e do una mano a Rocco a preparare il pranzo.

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Appena arrivati in aeroporto mi rendo conto di quanto sia in realtà enorme, è la prima volta che ci entro, e davvero non mi aspettavo fosse così grande. C'è un continuo via vai di persone, alcune continuano a guardarsi intorno cercando di capire dove andare, alcuni invece sanno benissimo cosa fare e dove andare. C'è chi è di fretta è anche un secondo può essere essenziale, altri invece che se la prendono con comodo. Ci sono hostess e piloti che con le loro divise e valigie vanno in giro con tranquillità e professione. Ci sono famiglie dove vediamo i genitori con in mano una quantità di valigie impressionante, mentre cercano di tenere a bada i figli che corrono ovunque. Mi concentro su una di queste: l'uomo, probabilmente il padre, tiene tutte le valige in mano, rischia di cadere dal peso degli zaini che ha sulle spalle, mentre la donna, suppongo la madre, ha in mano troppe cose e continua a controllare se ha tutti i passaporti e biglietti. Mentre due bambini piccoli non fanno altro che correre per di qui e per di là.
Distolgo lo sguardo e mi volto a guardare Rocco e Azzurra che hanno gli occhi che brillano, mentre come me si guardano intorno, meravigliati.
-che dite andiamo?- chiedo sorridendo, loro mi guardano negli occhi e sorridono, in segno di risposta.
Facciamo il check in, e siamo pronti all'imbarco. Per salire sull'aereo dobbiamo attraversare un corridoio con immense vetrate, da dove entra la luce del tramonto, dando al tutto un colore stupendo. Azzurra saltella quasi dalla felicità, e io sto per fare lo stesso, se non fosse per il rigonfiamento della mia pancia.
Quando finalmente mi siedo sul sedile dell'aereo e mi metto comoda, mi premetto un respiro di sollievo. Siamo arrivati sul aereo, non l'abbiamo perso ed è stato più semplice del previsto. Ora posso stare tranquilla, mi accarezzo dolcemente la pancia e appoggio la testa sul sedile. La mano di Rocco che sta accanto a me stringe la mia, io lo guardo e sorrido. Sono nel sedile in mezzo, tra Rocco e Azzurra. Quest'ultima ha insistito per avere il finestrino accanto e l'abbiamo accontentata.
E ora meglio che mi metta comoda, ci aspettano parecchie ore di viaggio.

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Scendiamo finalmente dall'aereo, iniziavo a non sentirmi davvero più le gambe. Prendiamo le nostre valigie e usciamo dall'aeroporto di Los Angeles, che è ancora più grande di quello da cui siamo partiti, sembra una mini città, dico davvero. La prima cosa che faccio è alzare lo sguardo al cielo, ci sono una miriade di grattacieli, non posso fare a meno di sorridere da un orecchio all'altro.
Intreccio le dita a quelle di Rocco, e lui mi stringe la mano. Cerchiamo un taxi e ci facciamo portare nell'hotel dove staremo. Appena mi ritrovo davanti ad esso mi rendo conto che, gli hotel a Los Angeles, sono nettamente diversi rispetto a quelli che si vedono in Italia, o almeno da quelli che ho visto io.
La facciata anteriore è completamente fatta di vetrate, che rispecchiano la luce del sole primaverile, che sembra già estivo.
Entriamo e già la hall è stupenda, moderna e accogliente, i muri sono di una marrone scuro simile al legno, il pavimento è in marmo bianco, ai lati ci sono vari divanetti bianchi, dall'aria molto comoda. la reception ha il bancone bianco e il fondo che richiama il marrone scuro delle pareti. Ci avviciniamo a quest'ultima, per prendere le chiavi della nostra camera, ci consegnano la chiave magnetica. Prendiamo l'ascensore per salire al quinto piano, saliamo fino al 6 piano ed entriamo nella camera n°687.
Difronte a noi si presenta un piccolo salottino, le pareti sono grigio scuro, il pavimento è in legno con un divano bianco con diverso cuscini sopra, di fronte c'è un tappeto molto moderno, con disegni simmetrici e un tavolino nero difronte ad esso. La televisione a schermo piatto prende una bella porzione della parete di fronte. Il tutto è decorato con quadri di diverse citta e lampade molto moderne. Difronte alla porta c'è un piccolo corridoio che finisce in due stanze, molto sicuramente una singola e una matrimoniale.
Azzurra si precipita in quella singola, mentre io vado in quella matrimoniale. Quello che mi si presenta davanti è una stanza magnifica, due pareti sono grigio, mentre un'altra è più scura, l'ultima è per la maggior parte coperta da una vetrata, da cui si vede la skyline di Los Angeles. Il pavimento è interamente ricoperto da parquet grigia scura. Appoggiato alla parete più scura della stanza c'è il letto matrimoniale, con sopra molti cuscini, cosa che mi fa sorridere. Difronte al letto c'è una piccola libreria, in cui ci sono diverse cianfrusaglie e sopra di essa la televisione a schermo piatto. Sento Rocco entrare dopo di me, mi giro e lo guardo con occhi meravigliati
-Dio è fantastico- dico sorridendo, lui annuisce guardandosi attorno meravigliato, mi avvicino a lui e lo bacio.
-Rocco- lo richiamo e i suoi occhi incontrano i miei -tutto questo è un fottuto sogno- dico e vedo che lui sorride.

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