Capitolo 4

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Giovanni pov
Quel giorno l'allenamento era finito dopo rispetto agli altri giorni, e quando ripresi il telefono notai un messaggio da un numero non salvato che diceva <<Ciao... ti andrebbe di incontrarci al bar dell'Eden verso le sei e mezza?>> Intuii si trattasse di Andrea, e ne rimasi sorpreso, pensavo che ciò che era accaduto ieri finisse nell'oblio, o che io avrei dovuto fare la prima mossa. Tirai fuori il foglietto con il suo numero di telefono, mentre pensavo "Vado o non vado? Vado o non vado? Vado o non vado?" Guardai l'ora, non avevo voglia di guidare, avevo bisogno di schiarirmi le idee, quindi decisi di prendere il pullman per andare al bar, avendo preventivamente deciso di andare all'incontro. Arrivai al pelo, non pensavo di metterci così tanto. Lo trovai ad aspettarmi, seduto ad uno dei tavolini del bar.
G<<Ciao>> dissi sorridendogli
Vidi un'ombra allontanarsi dal suo  viso, dove si aprì un leggero sorriso, quando ricambiò il mio saluto.
Iniziammo a parlare, cercando, in un primo momento, di non toccare l'argomento "calcio" cosa che dopo un pochino divenne impossibile, al che iniziammo a parlarne, parlando però delle altre squadre. Mi stupii di scoprire come lui conoscesse il nome di tutti i giocatori di tutte la squadre della serie A e alcuni della serie B, ma che non ne conoscesse neanche uno di persona, a differenza mia, che ero l'esatto opposto. Mi resi conto che non potevamo essere più diversi, lui era molto molto cinico, non mostrava i suoi sentimenti e non mostrava interesse verso gli altri e le cose che a loro capitavano, quasi fosse l'unica persona sulla faccia della terra; o per lo meno l'unica importante.

Io invece ero l'esatto opposto, non ce la facevo a fregarmene delle alter persone, non riuscivo a non immedesimarmi nelle vite degli altri e soffrire non per loro, ma con loro; per molti sono due cose talmente simili da essere quasi sinonimi, mentre io vedevo tra quelle due frasi apparentemente così uguali un'abissale differenza, infatti io non soffrivo in modo distaccato, ma con loro, quasi come se prendessi le loro difficoltà sulle mie spalle.
Passai un pomeriggio come non ne passavo da molto tempo, certo, uscivo molto spesso con Sascha e Stefano, gli unici che dopo l'allenamento avevano le forze per non buttarsi a peso morto sul divano, ma con loro il risultato era che diventavo solamente una candela; avevo provato a non venire con loro, affermando di essere troppo stanco, ottenendo però che, per l'imbarazzo di essere soli, quei due si rano a mala pena detti ciao; rispetto a quelle uscite, durante questa mi ero sentito bene come non mi accadeva da tempo
~spazio autrice~
Ho mal di testa e c'è la partita che mi fa da sottofondo. Che bello😑. Adesso capisco da chi ho preso la mia fantastica empatia😒
Ele

Love on the football campDove le storie prendono vita. Scoprilo ora