Capitolo 9

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Giovanni pov
Era passato un giorno da quando avevo scritto ad Andrea, ed era strano non mi avesse ancora risposto. Aspettai un giorno, poi un'altro,  poi un'altro ancora, fino a che non arrivò la partita Juventus contro Atalanta, che andai a vedere. Lo vidi giocare come se fosse stato un automa, un robot senza emozioni, e come se ogni passo che faceva comportasse moltissimo dolore, ma che lui doveva nascondere. La partita finì, la Juve vinse 3-0 contro l'avversaria con solita doppietta di Andrea, che però non aveva guardato verso il posto dove ero seduto, stavolta con il mio allenatore che aveva proposto di accompagnarmi per aiutarmi, e anche  perché non era sicuro per un giocatore del Torino trovarsi seduto tra i tifosi bianconeri. Uscii dalla tribuna, passando come al solito davanti al bancone delle interviste. I miei occhi incrociarono i suoi, che da spenti e quasi privi di vita ebbero un guizzo di paura? Sì, i suoi occhi verdi come l'erba coperta dalla rugiada mattutina era come se mi avessero detto "Salvami, che mi sta distruggendo". Allora capii che i miei presentimenti non erano errati, che il mio istinto non mentiva. Andrea aveva bisogno di aiuto. Subito.
Quella sera invitai il mio allenatore, Sascha e Stefano a casa mia per discutere sul da farsi, e se sapevo che i miei compagni di squadra non mi avrebbero  creduto, o almeno non subito, sapevo anche che Luigi, l'allenatore, mi avrebbe creduto senza battere ciglio, e che mi avrebbe aiutato a salvarlo. Il campanello suonò, e perciò andai ad aprire. Mi trovai davanti tutti e tre i ragazzi, il che mi sembrò un po' strano dato che i più givani erano perennemente in ritardo. Li feci entrare e gli spiegai tutto ciò che avevo visto e che sentivo dentro di me, compresi gli strani sententi che sentivo crescere dentro di me sempre di più. Al contrario di quanto mi aspettavo, tutti e tre convennero che l'attaccante bianconero aveva bisogno di aiuto. Chiesi come mai mi avevano creduto subito e non stavano cercando di convincermi che in realtà era tutto nella mia testa, e loro risposero che avevano visto il mio comportamento e quello di Andrea, e che anche a loro era sembrato bisognoso di aiuto. Mi sentii tranquillizzato nel sapere che non era solamente una mia sensazione, e con il cuore un pochino più leggero decidemmo che il giorno dopo sarei andato a casa di Andrea per passare un po' di tempo con lui, dato che Luigi a quanto pare sapeva dove egli abitava. Ma nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe successo il giorno dopo...
~spazio autrice~
Oggi capitolo un po' più lungo del solito, spero appreziate. Come state? Io non tanto bene perché ho una tosse pazzesca, che mi è venuta mentre lavavo le pentole della cassa di sq per gli scout. Sto parlando così tanto perché voglio arrivare a 517 parole, ma sono solo a 487! Quindi vi chedo: cosa ne pensate dei tatak dei mates? Li avete già o no? Io ho St3pny, Surry, Anima e la Sabri. Dai che mancano 3 parole! Ci siamo!

Giova: Sì cazzo!*battono il 5* Ok, ora sono contenta

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Giova: Sì cazzo!
*battono il 5*
Ok, ora sono contenta.
Grazie, ciaoooooo
Ele

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