Capitolo 11

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Sascha pov
10 minuti dopo che Giovanni era entrato in quella casa, vidi qualcosa sbalzato fuori dalla enorme villa. Con orrore capii che era il corpo privo di sensi di Giovanni, e non sapevo se fosse morto o soltanto svenuto. Attirai l'attenzione dei due uomini che mi stavano accanto sul corpo del nostro amico. Dopo esserci assicurati che il suo assalitore non ci potesse vedere lo attirammo vicino a noi, per poi scappare da quel luogo.
Lo portammo a casa di Stefano, la più vicina, e lì gli medicammo le numerose ferite e gli ancora maggiori lividi, per poi lasciarlo riposare.
Il coach ci lasciò pochi minuti dopo, dicendoci che per oggi avremmo saltato l'allenamento pomeridiano.
Io e Sascha ci sedemmo nella stanza di fronte a quella dove c'era Giovanni, davanti a due tazze di cioccolata calda. Si creò un silenzio abbastanza imbarazzante, che però venne interrotto da Stefano che disse "si riprenderà, vero?" io gli sorrisi sorione, era troppo tenero. Lo amavo da quando era entrato nella squadra, giovane promessa del calcio. L'avevo aiutato ad integrarsi con gli altri, cosa che tra l'atro gli era riuscita molto bene "certo"  gli risposi, cercando di autoconvincermi che quello fosse un dato di fatto, una certezza. Vidi il ragazzo di fronte a me bere il cremoso liquido marrone, sporcandosi il naso con esso. Sorrisi per quella scena che stava diventando ancora più tenera. Cercai di fargli notare la macchiolina che aveva sul viso, ma invano, dato che lui non riusciva a rimuovere lo sporco. Ai suoi tentativi inutili, vedendo la possibilità di dichiaragli i miei sentimenti, sentivo di non poter più aspettare; gli misi una mano sulla guancia liscia, facendolo avvicinare a me. Lo baciai dove si trovava la macchiolina, per poi sussurrargli "scusa, ma non posso più aspettare" e lo baciai. Un bacio puro, casto, ma pieno d'amore; dopo qualche secondo lo sentii ricambiare, rendendo quello scambio di sentimenti ancora più magico. Dopo un po' ci staccammo, bisognosi d'aria e, con respiro affannato, ci sussurrammo a vicenda un dolcissimo "ti amo". Ci sorridemmo felici, certi che nulla potesse rovinare quel momento.
E invece....

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