Capitolo 2

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Dopo la partita le due squadre andarono a fare le interviste, ma tutti capirono che l'attaccante juventino (sorry se non si scrive con la j) era molto distratto, che non era propenso come le altre volte a giustificare l'esito della partita, affibbiando la colpa ai suoi compagni di squadra in caso di pareggio o sconfitta, o prendendosi tutti i meriti in caso di vittoria. Ma non quel giorno, non in quel momento, non quando i suoi occhi si erano agganciati a quelli della persona più controversa ed importante della sua vita.

Negli spogliatoi della squadra bianconera aleggiava sempre un clima di tensione ed una sottile ma palpabile ostilità, che veniva annullata solo in campo grazie a un obiettivo comune: vincere. Ma fuori dal campo, fuori da quel rettangolo di erba sintetica, tutti erano contro tutti. O quasi. C'erano delle eccezioni, formate però da persone troppo timide per cercare di creare una squadra veramente unita.

Invece dai granata si respirava costantemente  un'aria di complicità, quasi come se fossero un'effettiva famiglia, malgrado il manager della squadra avesse pieno controllo sul mercato della squadra (non è così, ma vabbò). Tutti sapevano tutto di tutti. Tutti sapevano che Sascha e Stefano si piacevano a vicenda, e tutti sapevano che entrambi non avevano il coraggio di dichiararsi, malgrado le spinte dei loro compagni di squadra. 

Le due squadre erano molto diverse, come le tifoserie: quella granata contava più o meno sempre lo stesso numero di tifosi, mentre quella juventina cresceva sempre più. Entrambe si definivano "fedi", ed entrambe erano molto competitive, tifoso più tifoso meno. Ma, come le tifoserie, anche le squadre avevano molti punti in comune, e forse sarebbero state proprio queste concomitanze a far fiorire una delle coppie più diverse del mondo dello sport.

*spazio autrice*

Questo capitolo non serve a molto, ma sarà utile per poi il continuo. 

Quanti maschi leggono questa storia, e voi di che squadra siete?

Ele






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