Capitolo 15

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Giovanni pov
Il giorno dopo mi svegliai tra le braccia di Andrea, e subito sorrisi ricordando la giornata di ieri. Finalmente lui stava iniziando ad aprirsi con me, e ciò era sicuramente positivo. Intanto anche lui si era svegliato, e decidemmo di fare colazione e cambiarci prima di andare alla centrale della polizia. Mi prestò un sua maglietta e dei pantaloni, dato che io non ne avevo, per poi andare alla polizia. Lì ci dissero che non avevano abbastanza pattuglie e un mandato per inseguire l'allenatore, ma che se noi l'avessimo portato lì sarebbe stato messo sotto processo. Così iniziò una grande ricerca, che durò per circa due settimane, per nostra fortuna nessuno di noi due aveva partite; malgrado ciò i compagni di squadra di Andrea vollero sapere cosa era successo al loro allenatore, e vidi Andrea molto preoccupato nel raccontare ciò che era successo ai suoi compagni di squadra; mi confrontai per la prima volta con una realtà di squadra diversa dalla mia, una realtà più fredda e distaccata. Vidi Andrea aprirsi con la squadra, ed essa rispondere positivamente, con suo grande stupore; in particolare  Giuseppe andò ad abbracciarlo, e Andrea dapprima s'irrigidì, per poi ricambiare il gesto. Tutti la presero abbastanza bene, alcuni strinsero i pugni nel sentire cosa aveva passato il loro compagno di squadra.

Dopo molti giorni ci trovammo nella zona più malfamata e povera di torino, più precisamente vicino al Sermig, eravamo disperati, non riuscivamo a trovarlo, finché non lo vedemmo sul bordo di una strada che dormiva su una panchina. Era lercio e puzzava da morire, ma nonostante questo lo portammo a casa del mio allenatore, la più vicina a quel luogo, per portarlo il giorno dopo in questura. Bussammo alla porta di Riccardo, che però ebbe una reazione molto strana quando ci vide con quel bastardo tra le braccia: sbiancò, ce lo strappò e si chiuse dentro casa. A nulla servirono le nostre urla, ci lasciò fuori come dei cani. Rassegnati, ci avviammo verso casa, mentre una sottile pioggia iniziava a cadere. Arrivò il punto in cui ci dovemmo dividere, mentre la pioggia continuava a cadere con una potenza man mano più decisa. Allora feci una gran cazzata. Forse la più grande che io abbia mai fatto. Lo baciai. Fu un bacio a stampo molto veloce, ma i brividi che ne derivarono si protrassero per molto di più. Non solo. Gli sussurrai anche "ho bisogno di te nella mia vita quanto tu hai bisogno di me nella tua. E so che io sto acquistando sempre più importanza in essa." Poi fuggii, sotto la pioggia battente, lasciandolo lì impalato.
Andrea pov
Mi baciò e mi sussurò quella frase, quella frase che, unita al suo bacio, mi fece capire che lui sapeva che stava lentamente diventando sempre più fonadamentale nella mia esistenza. Non potevo permetterlo, non dopo ciò che era successo, ma allo stesso tempo sapevo che non sarei riuscito ad allontanarlo da me. Immerso in questi pensieri mi avviai verso casa mia, mentre la pioggia continuava a cadere dolcemente sul mio corpo.
~spazio autrice~
Ecco un nuovo capitolo, che prepara al prossimo, che sarà veramente veramente strong. Ma tanto. Ma tanto tanto. Ciaooo
Ele

Love on the football campDove le storie prendono vita. Scoprilo ora