Capitolo 18

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Giovedì.

Sbarrai la casella sul calendario col pennarello sulla mensola.

“Chissà se mi ha scritto” pensai guardando il cellulare sul tavolo.

Non trovando nessun messaggio decisi di ritornare  a finire di fare colazione per poi iniziare la giornata con le pulizie casalinghe.

Cominciai a spazzare in cucina, distraendomi ogni tanto a causa dei rumori che provenivano dalla strada.

Ad un tratto, sentii il campanello suonare e mi precipitai a rispondere, sperando stupidamente che fosse Harry.

<<  Chi è ?  >>

<<  Simon  >> disse una voce glaciale e cupa.

Restai letteralmente paralizzata udendo il suo nome, come se mi avessero congelato sul posto: ero rimasta  immobile con la cornetta in mano.

<<  Ehm…entra pure  >> dissi un po’ incerta, premendo con il dito tremante il tasto per aprire il portone.

Durante l’attesa di una manciata di minuti cercai di sistemare al meglio casa. Mi guardai attorno, saltellando da una stanza all’altra alla velocità della luce; accesi persino il computer e lo sistemai sul divano per fargli vedere che stavo lavorando diligentemente al libro.

Quando sentii dei passi pesanti avvicinarsi all’entrata mi venne quasi un infarto ma senza mostrarmi spaventata mi precipitai ad andargli ad aprire prima che citofonasse di nuovo.

<<  Noi due… >>, non appena spalancai l’uscio mi guardò di traverso, << … dobbiamo fare una bella chiacchierata, signorinella  >>.

Il suo volto livido e lo sguardo severo non promettevano nulla di buono.

Mi scansai di un poco per fargli posto, abbassando lo sguardo, intimorita. Dopo essersi guardato intorno distrattamente Simon si diresse in salotto e senza neanche togliersi la giacca cominciò a parlare.

<<  Sono tornato ieri a Londra e invece di andare a casa a riposare sono passato in studio per controllare come andava avanti tutto quanto. Ed è così che si svolge bene il proprio lavoro giusto? Controllando puntualmente come vanno le cose  >>, mi guardò di bieco, <<  Bisogna sempre dare il massimo e rispettare le regole. Lo sai cosa succede quando non si rispettano le regole? Succede che gli affari vanno male, e se gli affari vanno male diventa peggio per tutti  >>.

Non riuscivo a decifrare le sue emozioni. La sua espressione era indecifrabile, senza nessuna smorfia particolare, un misto di tratti severi e diligenti. L’unica cosa che cambiava era la sua voce che diventava sempre più alta man mano che parlava. Ma non c’era bisogno di avere una laurea in psicologia per sapere di cosa voleva parlarmi e in quel momento il solo pensiero che lui avesse potuto proibirmi di stare con Harry mi distruggeva. 

<<  Oggi avrei dovuto comunicarvi tramite messaggio che l’intervista di domani è stata spostata a Mercoledì. Sai perché sono venuto a dirtelo di persona? Per assicurarmi che tu comprendessi bene il secondo messaggio che ho intenzione di darti  >>.

Improvvisamente il suo tono divenne duro e freddo, così che abbassai nuovamente lo sguardo puntandolo sulle mie mani intrecciate nervosamente.

<<  Ieri sera sono passato a controllare come stava andando il montaggio e quello he ho visto non mi è piaciuto per niente: Chris stava guardando una scena, alquanto strana… tu ed Harry vi stavate baciando… ma non credo che fosse necessario per il film. Così gli ho chiesto che cosa fosse. Ed indovina che mi ha risposto?  >>.

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