Epilogo
L’orologio davanti a me: segnava le 11:17, mancava meno di quindici minuti alla resa dei conti e più le lancette si muovevano più la mia ansia cresceva.
Guardai il mio riflesso sullo schermo nero del cellulare e con disgusto notai le occhiaie marcate che avevo a causa del poco riposo. Ma chi al posto mio sarebbe riuscito a dormire ?
<< A cosa pensi? >> chiesi continuando a guardare il telefono fra le mie mani.
<< E’ la settantesima volta che me lo chiedi >> rispose scocciato picchiettando con le dita sul bracciolo del divano su cui eravamo seduti.
<< Io non ce la faccio >> sbuffai spazientita incrociando le braccia.
<< Vedrai che andrà bene… >> mormorò in un vano tentativo di tranquillizzarmi.
<< Non riesco a pensare in modo positivo – esclamai guardando l’ultima porta infondo al corridoio, ancora chiusa. – Ieri sera ci ha solo detto “Non una parola. Domani alle 11.30 in ufficio” >>
Feci una pausa e mi appoggiai sullo schienale, io proprio non capivo come faceva a mantenere i nervi saldi.
<< Come dovrei interpretare quelle parole secondo te? >>
<< Vuoi una caramella ? >> chiese ad un tratto, mettendo la mano dentro la tasca dei jeans.
<< No >> risposi secca.
<< Neanche io >>
Molto lentamente iniziò a tracciare col dito dei cerchi immaginari sul dorso della mia mano ed pian piano l’ansia che avevo cominciò a scemare.
<< Non pensarci ok? >>
<< Ma Harry .. >> protestai prendendolo per mano.
<< Shh – m’interruppe – qualsiasi cosa dica non m’interessa. >>
Smise di parlare e mi prese anche l’altra mano << Ieri sera non ho potuto fare a meno di pensare a te e a quanto ti voglio bene. >>
Sentii le guance tingersi di rosso e gli rivolsi un timido sorriso << Io ti amo e non permetterò che ti portino via da me >>
Mi venne da ridere e non potei fare a meno di trattenermi << Cavolo Harry, detta così sembra la frase storica di un film >>
<< E dai! – protestò sorridendo – stavo cercando di essere romantico e fare un discorso epico >>
<< Va bene, continua pure >> mormorai cercando di levare il sorrisetto che rendeva quel momento una scena comica.
<< Voglio che tu venga a vivere con me >> disse tutto d’un fiato.
Rimase a fissarmi attento con gli occhi che mi osservavano intensamente, scrutando ogni minima mossa.
<< Vi-vivere con te? >> chiesi sbattendo ripetutamente le palpebre per la sorpresa.
Lui alzò gli occhi al cielo << Hai presente quando due persone condividono la stessa casa? >>
<< Idiota – lo zittii – so cosa significa ma… Mi chiedo perché? >>
<< Perché non voglio che torni a Dover >> ribatté prontamente, aumentando la presa sulle mie mani.
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Diventerai una star - the movie
FanfictionSara Bennet è una giovane scrittrice inglese di Dover. Ha iniziato la sua carriera a 17 anni, quando scrisse la sua prima Fan Fiction che in futuro , dato il grande successo, avrebbe attirato l'attenzione di una casa editrice che avrebbe deciso di f...