capitolo 5

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5. CAPITOLO

Non poteva continuare a stare fermo a fissarla.

Doveva prendersi cura di lei, ora.

Si avvicinò lentamente, per non spaventarla.

Nami…ti senti bene?- le chiese.

In tutta risposta, la rossa alzò gli occhi, incrociando lo sguardo col suo.

Uno sguardo vuoto, spento, che non lasciava trapelare nessuna emozione.

Non riusciva a smettere di tremare.

Sembrava davvero una mocciosa indifesa.

Tranquilla. È tutto finito ora- cercò di calmarla, benché non fosse molto portato per quel genere di cose.

Era venuto.

Era venuto per lei.

Lui veniva sempre a proteggerla.

Sentì le lacrime che, prepotenti, volevano uscirle dagli occhi.

Si alzò in piedi, barcollando, abbracciò impetuosamente Zoro circondando il suo possente torace con le sue esili braccia, per quanto questo le fosse possibile, e scoppiò a piangere.

Non sapeva che fare.

Come ci si doveva comportare in quelle situazioni?

Solitamente odiava le lacrime, le trovava da deboli, ma in quel momento Nami ne aveva tutte le ragioni.

La sentiva tremare, mentre soffocava i singhiozzi nascondendo il volto contro il suo petto.

Non sopportava di vederla in quelle condizioni.

Dentro di lui, qualcosa si mosse.

Un istinto irrazionale, forse nascosto da sempre negli angoli più bui del suo essere.

L’abbracciò, stando attento a non stringerla troppo forte, e iniziò a lasciarle lievi carezze sulla schiena, muovendo la mano lentamente.

Dalla sua piccola testolina rossa, scaturiva un dolce profumo di mandarino.

Non l’avrebbe mai ammesso apertamente, ma adorava quel profumo.

Lo faceva rilassare, come se gli risollevasse lo spirito.

Quello che non sapeva, era che anche Nami stava provando lo stesso…

Con la faccia premuta contro il torace muscoloso di Zoro, inspirava il suo profumo di sale, metallo e rum.

Quell’odore la calmava.

Si sentiva protetta in quell’abbraccio, al sicuro da tutto.

Era simile alla sensazione che provava quando da bambina Bellemere la stringeva forte e la coccolava.

Non doveva approfittarne, però.

Zoro non era certo il tipo che amava quel genere di cose.

A malincuore, si sciolse da quell’abbraccio, alzando di poco il viso e asciugandosi gli occhi.

Grazie…- sussurrò, sorridendo allo spadaccino - Mi hai salvato di nuovo la vita-

Eccolo.

Di nuovo quel meraviglioso e innocente sorriso.

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