capitolo 11

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11. CAPITOLO

MARIMOOOOOOOO!!!-

Un grido disperato si levò dalla cucina, distraendo l’attenzione di tutti dalle loro varie occupazioni.

Zoro, che stava sonnecchiando appoggiato alla balaustra della nave, aprì il suo unico occhio, visibilmente scocciato.

MARIMOOOOOOO!!! VIENI SUBITO QUI, RAZZA DI FARABUTTO!!!-

Sbuffando, si alzò di malavoglia, dirigendosi in cucina.

Che hai da urlare cuocastro? Mi stai dando fastidio…- incrociò le braccia.

Una padella, lanciata alla velocità della luce, gli arrivò in piena faccia, lasciandovi sopra un’enorme impronta rossa e pulsante.

M-ma…c-che…d-diavolo…- borbottò.

COME HAI OSATO BERE I LIQUORI DELLA MIA PREZIOSA RISERVA, EH?!?!?!- sbraitava il biondo.

Guarda che non sono stato io!!!- rispose iracondo il verde.

E TI ASPETTI CHE TI CREDA?!?! CHI Ѐ CHE BEVE COME UNA SPUGNA QUI, EH?!- lo additò.

Maledisse mentalmente Nami, per averlo cacciato in quella situazione.

Aveva detto che lo avrebbe coperto, e invece si stava beccando la ramanzina da solo.

Voleva confessare che era stata tutta una sua idea, ma a che sarebbe servito?

Il cuoco non avrebbe mai creduto che la sua “dea” avesse fatto una cosa simile.

Gli venne da ridere, pensando a quanto poco quell’idiota conoscesse Nami.

Lui sì, invece, che conosceva ogni suo lato.

Non seppe dire il perché, ma questa cosa lo fece sentire, in un certo senso, orgoglioso.

Non sono stato io, perciò smettila di accusarmi. Non sapevo nemmeno che tenessi dei liquori in quella dispensa, come faccio ad averli presi?- aggrottò un sopracciglio.

Smettila di mentire!!!-

Ti dico che non sto mentendo!!!-

INSOMMA, SI PUÓ SAPERE COSA DIAVOLO AVETE DA URLARE??? NON RIESCO A LAVORARE!!!- entrò infuriata Nami.

Nami, tesoro, questo stupido spadaccino si è bevuto metà della mia riserva di liquori, e ora che l’ho scoperto osa negare l’evidenza!- lanciò uno sguardo carico d’odio al verde.

Ti ripeto che non sono stato io!- rispose lui, mettendosi a braccia conserte, con un’espressione accigliata sul volto.

Fissò Nami, assottigliando lo sguardo.

Era curioso di sapere se davvero si sarebbe addossata la colpa come aveva detto.

Dal lato opposto, la rossa si sentiva sotto pressione.

Gli sguardi di Zoro sapevano essere davvero inquietanti.

Era ovvio quello che stava cercando di comunicarle con quelle occhiate: voleva che mantenesse la promessa che gli aveva fatto la sera prima.

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