capitolo 10

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10. CAPITOLO

Aspetta Robin- la fermò - Ti dispiace se aspettiamo che finisca il bucato? C’è una cosa di cui vorrei parlarti…-

Ma certo- le rispose la mora, sorridendole dolcemente.

Fu così che , per un’ora buona, le raccontò tutto ciò che era successo lo scorso pomeriggio sull’isola dalla quale erano salpati da poche ore, senza tralasciare, ovviamente, la parte di storia legata al suo passato.

Quand’ebbe finito, si sentì più leggera.

Il peso che sentiva sul cuore si era ulteriormente affievolito.

Aveva fatto bene a parlarne anche a Robin: di questo doveva ringraziare Zoro.

Ancora una volta l’aveva aiutata, anche se inconsciamente.

Dopo alcuni attimi di silenzio, la sua sorellona prese parola.

Mi dispiace tanto. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a quella scena orrenda, e mi dispiace per quello che hai passato durante i tuoi anni di prigionia. Dev’essere stato atroce. Una bambina non dovrebbe vedere certe cose, io lo so bene. Sulla nostra strada abbiamo incontrato delle persone spregevoli, che ci hanno privato della libertà, di una famiglia e della nostra infanzia. Ma se siamo riuscite ad arrivare sino a qui, allora significa che siamo forti. Tu sei forte, Nami. Hai grinta da vendere e lo dimostri ogni giorno. Sei una persona fantastica, sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà. Perciò nessuno può farti sentire in colpa, se tu non glielo permetti. Il passato non si cancella, però si può andare avanti. E tu lo stai facendo. Anzi, lo hai già fatto- concluse sorridendo.

Quelle parole le toccarono il cuore.

Robin aveva ragione: non doveva permettere che le atrocità compiute dagli altri diventassero il suo fardello.

L’avevano fatta soffrire abbastanza.

Era giunto il tempo di riscattarsi.

Sentiva di nuovo il bisogno di piangere, ma stavolta non erano lacrime di dolore, erano lacrime di gioia.

Si gettò al collo di Robin, abbracciandola.

Grazie Robin!- scoppiò in un silenzioso pianto liberatorio.

Di nulla. Se hai bisogno, conta pure su di me. Anche se credo che, in realtà, tu abbia già qualcuno a cui fare riferimento…- sorrise maliziosa

A chi ti riferisci?- chiese, asciugandosi le lacrime.

A volte la sua sorellona era davvero enigmatica.

Non si capiva mai cosa intendesse dire con le sue allusioni.

Mi sembra ovvio: a Bushido-san-

C-cosa? Ma che dici! Perché mai dovrei prendere come riferimento proprio Zoro?- scosse la mano.

Quell’affermazione la mise in imbarazzo, non sapeva nemmeno lei il perché.

Ciò che sapeva, era che Robin aveva di nuovo colto nel segno.

Zoro era la prima persona a cui aveva fatto affidamento, la prima persona a cui aveva confidato il suo segreto, la prima persona a cui aveva chiesto aiuto.

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