capitolo 17

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17. CAPITOLO

Inebriato dal suo profumo e dalle morbidezze del suo corpo, continuava a baciarla con foga, scendendo lungo il collo e sulle spalle, premendo sempre più il bacino contro il suo.

Mai avrebbe pensato di cedere ai suoi istinti sessuali, ma Nami era in grado di fargli perdere il controllo.

Z-Zoro…- la sentì ansimare.

Sapere che anche lei stava godendo di quel contatto lo spingeva a continuare.

Zoro…- stavolta parlò più forte.

Ma era come se l’eccitazione di prima si fosse spenta.

Zoro…fermati…-

Anche se il tono di voce si era ridotto ad un sussurro, quelle parole risuonavano come una disperata supplica.

Eppure il suo corpo non riusciva a fermarsi.

Zoro…ti prego…fermati!- alzò il tono, portando le mani sulle sue spalle possenti e spingendolo indietro, cercando di opporsi.

Ma due mano di velluto non possono arrestare la furia di una bestia.

Ti prego…!- lo supplicò ancora, spostando le sue mani in punti diversi del torace e sulla faccia, alla ricerca di un punto valido in cui fare pressione.

Inutile.

La forza era troppa, e la sua testa rifiutava di ragionare a dovere.

BASTA!!!- urlò, spingendolo indietro con tutta la forza che aveva in corpo.

Solo allora si fermò.

Era come se la sua parte umana avesse ripreso improvvisamente il sopravvento,  richiudendo nuovamente la bestia nelle viscere del suo essere.

Ciò che l’aveva fermata, però, non era stato tanto quel grido di dolore, coperto al mondo dalla musica e dal vociferare della gente, quanto un minuscolo particolare.

Una lacrima.

Calda, salata, ma al tempo stesso piena di amarezza.

Era caduta all’angolo della sua bocca, mentre la stava baciando sotto il mento.

Aveva promesso a se stesso di fare di tutto per non vederla più piangere com’era successo quella notte, ed ora era stato proprio lui a cancellare quel radioso sorriso che gli aveva rivolto poco prima. Gli venne spontaneo chiedersi  che differenza ci fosse fra lui e quegli uomini che avevano cercato di violentarla dopo aver riservato o stesso trattamento all’altra ragazza.

La risposta che ricavò da quella domanda non gli piacque affatto.

Le aveva mancato di rispetto, venendo meno ad uno dei principi nei quali aveva sempre creduto.

Il suo onore era stato macchiato.

Sconvolto per il gesto appena compiuto e con gli occhi sgranati, indietreggiò lentamente, con le mani che tremavano.

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