capitolo 14

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14. CAPITOLO

Continuavano ad assaggiarsi le labbra, delicatamente, senza malizia.

Nessuno dei due osava spingersi oltre, temendo di rovinare quel momento nuovo per entrambi.

Si stavano scoprendo lentamente, mettendo da parte per un attimo i dubbi e l’orgoglio.

Dopo un tempo incalcolabile si staccarono, guardandosi negli occhi, entrambi arrossati in volto.

Le sensazioni meravigliose che entrambi avevano provato poco prima, si trasformarono in imbarazzo.

Distolsero lo sguardo dall’altro, fissando il pavimento e punti indefiniti all’interno della stanza.

Ogni volta che tentavano di rialzarlo, l’imbarazzo cresceva.

Nessuno dei due sapeva cosa dire o cosa fare.

L’orgoglio aveva preso di nuovo il sopravvento.

Lei non voleva confessare di non vederlo più come un semplice amico; lui non voleva ammettere che aveva trovato qualcos’altro oltre alle spade che lo faceva sentire vivo.

Io…- parlarono all’unisono, fermandosi non appena sentirono la voce dell’altro.

P-prima tu…- intervenne Zoro, cedendole la parola.

Beh…ecco…- tentennò, ancora più nervosa di quanto non fosse prima per la storia del regalo - Io…cioè tu…-

Sospirò, non sapendo che fare.

Era davvero arrivato il momento di dirgli tutto?

Fino ad ora aveva sempre programmato ogni cosa: le loro uscite, cosa fare, come dargli quell’orso di pezza.

Tutto tranne quel bacio.

Mai avrebbe pensato di trovarsi in una simile situazione, e ora non sapeva come comportarsi per uscirne senza rovinare quello che aveva conquistato.

Non aveva calcolato questo genere di imprevisti, convinta che Zoro non si sarebbe mai lasciato andare.

Aveva solo due scelte: dire a Zoro che quel bacio lo aveva desiderato perché provava qualcosa per lui, oppure far finta che fosse solo un errore dettato dall’euforia del momento e continuare a fare solo la parte della buona amica e compagna di ciurma.

Confessargli i suoi sentimenti, significava correre il rischio di un rifiuto.

Era vero che lo aveva sentito ricambiare il bacio, ma poteva benissimo essere stato anche per lui solo un impulso.

Forse se n’era già pentito.

Dall’altra parte, fingere significava fare un passo indietro e ritornare al punto di partenza.

E non era nemmeno detto che le cose sarebbero tornate come prima, dopo ciò che era accaduto.

L’imbarazzo sarebbe rimasto, come una barriera frapposta tra loro.

Doveva dare una spiegazione, ma non ne era in grado.

Non preoccuparti, non devi darmi spiegazioni. È stato un impulso dettato dal momento-

Si irrigidì, fissandolo con gli occhi sgranati.

Non c’era più bisogno di trovare le parole giuste: Zoro aveva scelto per lei.

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