capitolo 16

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16. CAPITOLO

Continuava a far scorrere lo sguardo da destra a sinistra, dal vicolo alla piazza affollata, scrutandone ogni centimetro quadrato alla ricerca di una capigliatura verde che potesse far presagire la presenza di Zoro.

Possibile che fosse sparito così, nel nulla?!

Si era distratta solo pochi secondi!

Mosse qualche passo in avanti, allungando il collo più che poteva e sollevandosi sulle punte per una maggiore visuale.

Niente.

Non riusciva a vederlo da nessuna parte.

Sospirò, abbassando lo sguardo.

Quando lo rialzò, si accorse con sua enorme sorpresa che lo spadaccino era esattamente nel posto in cui si trovava prima che lo avesse perso di vista: seduto all’entrata del vicolo di fronte a lei.

Sbatté più volte le palpebre, incredula.

Ok, che Zoro fosse un enigma era risaputo, ma che avesse anche il potere di diventare invisibile questo non lo avrebbe mai immaginato.

Poteva restare lì ore a chiedersi come aveva fatto a sparire e ricomparire così velocemente, ma non voleva perdere di vista il suo obiettivo: doveva assolutamente chiarire con lui prima che si allontanassero, distruggendo tutto ciò che avevano costruito fino a quel momento.

Facendosi mentalmente coraggio da sola, attraversò la distanza che li separava, camminando a passo lento.

Teneva lo sguardo fisso su di lui, per paura di poterlo di nuovo perdere.

………………

Stappò la bottiglia che aveva appena acquistato, forse la settima di quella serata.

Ora più che mai aveva bisogno di bere.

Si attaccò avido al collo della bottiglia, deglutendo copiosamente il liquido acre al suo interno.

Si diceva che l’alcol rafforzasse lo spirito dei guerrieri, ma il più delle volte era solo un ottimo compagno per svuotare la mente.

Voleva cancellare al più presto l’immagine di Nami che si lasciava imbambolare da quel tizio sbucato da chissà dove.

Certo che le era bastato poco per cancellarlo!

Prima gli regalava un orsetto di pezza, poi lo baciava come se volesse mangiargli le labbra, e adesso si metteva a dare confidenza al primo che capitava senza degnarlo più di uno sguardo.

...

Ma d’altronde cosa pretendeva?!

Che corresse fra le sue braccia?!

Le aveva detto chiaramente che era stato un errore, e non aveva fatto nulla per farle pensare il contrario!

Lui per primo aveva evitato in tutti i modi di incrociare i loro sguardi, per paura che lei potesse leggere la verità nei suoi occhi.

L’ultima cosa che voleva era allontanarla e farla soffrire.

Le aveva promesso di aiutarla, quella notte, quando si era messa a nudo di fronte a lui chiedendogli aiuto, ma in quel momento sentiva di aver infranto la promessa.

Non mantenere la parola era un atto di disonore.

Come poteva starle vicino senza rischiare di perdere il controllo?

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