Capitolo 1

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*24 Novembre 2017*

Mi svegliai come sempre alle 7 e 10, con la consapevolezza che anche quel giorno, a scuola, mi avrebbero insultato ed escluso, come sempre in sostanza. Mi alzai, mi vestii e andai nella mensa generale dove non trovai nessuno se non la direttrice che se ne stava seduta a sorseggiare il suo caffè fumante mentre leggeva un romanzo. Lei è una donna bravissima, ci tratta come suoi figli.
Io:"Buongiorno" dissi entrando
D:"Brook! Come mai già sveglia?" mi rispose accigliata
Io:"devo andare a scuola, no?"
D:"Ma dove hai la testa?! Oggi vengono i genitori ad adottare qualcuno di voi!" disse la donna con un aria felice, ma sotto sotto lo sappiamo tutti che soffre nel separarsi dagli adottati, lei ci vede crescere e poi ci deve lasciare, penso che non si abituerà mai a questo fatto.
Io:"Ah. . .già, avevo dimenticato. . ."
D:"Ho notato" disse sorridendo "Tranquilla, non ti preoccupare, se vuoi puoi andare a fare un giro a patto che torni prima delle 9, ok?" continuò la donna
Io:" Va bene, grazie" le sorrisi
D:" Oh, dimenticavo, tieni tesoro, almeno fai colazione fuori" disse dandomi 20$
Io:" Grazie, davvero"
Mi sorrise. La salutai e usci dal palazzo. L'aria del mattino è fresca, in questo periodo dell'anno, qui in California fa più fresco rispetto all'estate ma non fa quel freddo polare. Le foglie degli alberi, ormai tinte di caldi colori, iniziano a cadere dagli alti alberi di tutta la città e si depositano con leggerezza sui prati delle case e sulle strade. Ogni tanto qualche foglia mi finisce addosso per poi riprendere il suo volo per chissà dove.

Con la musica che mi rimbombava nella mente e nel cuore, arrivai davanti ad un bar, il "Blue School", dove tutti i ragazzi della Shine High School, al mattino, si ritrovano per chiaccherare o fare colazione insieme, prima delle lezioni. Ci vado di rado in questo bar siccome ci va il gruppetto di bulli che mi ha preso di mira.

Mi siedo ad un tavolino un po' più isolato vicino al muro. Ora capisco perché ci vengono in molti: è arredato con dei tavolini quadrati in vetro sparsi per tutto il salone , con abbinate delle sedie grigie chiaro, il tutto molto moderno. Le pareti sono grigio chiarissimo, simile alle sedie ma ancora più chiaro, con tanti poster di qualsiasi cantante o gruppo musicale attaccati. In mezzo al salone c'era il bancone circolare.

Appena seduta mi si presentò davanti una cameriera per avere gli ordini, presi una brioche e un cappuccino che, dopo pochi minuti, mi vennero portati. Ringraziai la cameriera che mi rispose con un sorriso raggiante. Finii la colazione in poco tempo, mi alzai, andai a pagare e uscii dal bar che stranamente era vuoto.

Per passare il tempo, mi incamminai sul lungo oceano e mi soffermai a guardare le onde che si infrangevano sugli scogli: calme e tutto d'un tratto in burrasca, quasi come il mio carattere: dolce con chi se lo merita, timida con tutti, ma anche fredda, stronza a volte, ma anche impulsiva. L'oceano e il mare mi rappresentano.

Era ormai qualche minuto che camminavo, forse 3 o 4, guardai l'ora ed erano le 8 e 45. Iniziai a correre. Non pensavo che fosse così tardi. In 10 minuti ero davanti al palazzo, ma c'erano troppe persone per poter entrare dall'ingresso principale. Mi guardai intorno per poter capire come fare ad entrare. Mi girai e rigirai, venni colpita da due occhi bellissimi, erano del colore del ghiaccio. Il ragazzo mi sorrise, provai a ricambiare ma essendo timida ne uscì un sorriso sbilenco. Mi ricordai che dovevo entrare in qualche modo, poi un lampo di genio: la porta sul retro! Corsi sul retro e aprii la porta che collegava il salone al giardino. Appena entrata vidi i bambini tutti vestiti bene che giocavano tranquillamente mentre i ragazzi dagli 11 anni, erano in sala studio a fare i compiti, a studiare o a chiaccherare come in questo caso. Presi un libro a caso e mi sdraiai su uno divanetti presenti in sala studio. Qualche minuto dopo entrò la direttrice

D:" Ragazzi abbiamo aperto le porte, pronti?"

Dream?//Shawn Mendes\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora