Capitolo 4

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La notte fu tranquilla, in quella casa regnava il silenzio, cosa che in orfanotrofio non c'era praticamente mai.
La mattina mi sveglia riposata, come se dopo anni non avessi dormito per più di 4 ore a notte, ed effettivamente era vero. Mi alzai relativamente tardi, circa le 9, ma capitemi, non sono più in orfanotrofio. Mi vestii con una maglia semplice rossa, dei leggins neri, una felpa nera e le mie All Star anch'esse nere con i lacci rossi. Richiusi la valigia precedentemente aperta e la riposi vicino alla porta della camera. Scesi in sala da pranzo e mi si presentò davanti una scena assai comica: Nash sdraiato a testa in giù sul divano che tentava di mangiare i cereali inzuppati nel latte mentre Hayes lo riprendeva. A quella scena scoppiai a ridere.

N:"Buongiorno Brook. Ti piace lo spettacolo?" disse a bocca piena sputacchiando i cereali dappertutto.
Io:" Già, devo dire che siete divertenti" dissi ridacchiando poi continuai "perché lo stai riprendendo?" dissi rivolta ad Hayes.
H:" Come non lo sai?!" disse sbalordito "Io, lui e i nostri amici siamo dei Viner" disse orgoglioso
Io:" Scusa la mia ignoranza, ma Vi- che?!"
N:"Viner. In parole povere facciamo gli scemi su un social e abbiamo delle fan, semplicemente"
Io:" Mi farete vedere qualcosa?"
N:"Certo, ma puoi farlo anche tu"
Io:" Come?"
H:"Con il telefono, ovviamente"
Io:" Già. . .peccato che non ne ho uno. . ." dissi imbarazzata
Mi sentii prendere a braccetto, girai lo sguardo e vidi Nash. Lo guardai in modo strano.
N:"Trannquilla, rimediamo subito"

Dopo neanche 15 minuti eravamo in un negozio di elettronica a comprare un telefono per me.
Io:" Nash, non c'è bisogno del telefono. Sono rimasta senza per 17 anni, non succede nulla se non lo ho. Vado avanti con il mio MP3" dissi tirandolo per una manica.
N:"Ora che verrai a vivere con noi ti servirà, anche solo per chiamare mamma e papà" disse sicuro "Brook, stai tranquilla, non mi pesa affatto comprarti un telefono, ok?" disse mettendomi le mani sulle spalle.
Annuii timidamente. Lui si staccò da me con un dolce sorriso sulle labbra e si diresse alla cassa a pagare. Per la verità non ho ancora capito che telefono mi abbia preso. Nash pagò e insieme ci dirigemmo all'auto per tornare a casa con questo nuovo acquisto.

Tornati a casa, Nash mi consegnò il telefono già descatolato. Guardai prima lui poi l'oggetto che avevo tra le mani. Non so come si fa ad usarlo perché mi lo consegni così?!
Io:" Non so come si usa"
N:"Vieni"
Ci mettemmo sul divano, uno al fianco dell'altra e pian piano riuscii a capire qualcosa di come si facesse.
In 20 minuti sapevo tutto e avevo perfino un account per Instagram, YouTube, Facebook, Vine e Twitter, ovviamente creati da Nash.

La mattinata passò velocemente come anche il pranzo. Il pomeriggio non tardò ad arrivare e l'ora della partenza arrivò presto. Salutai Elizabeth, Chad e Hayes con un abbraccio e salii in macchina mentre Nash caricava le valigie. Fatti tutti i mestieri del caso partimmo per un lunghissimo viaggio, cioè 6km.

Durante il viaggio Nash mi disse che tutti i ragazzi erano entusiasti di avermi con loro e che non stavano più nella pelle. Il viaggio fu un misto di domande e battute, alcune anche molto squallide.

Arrivati alla casa, più che casa era una villa su due piani con le pareti grigie. Presi la mia valigia e insieme al mio fratellastro andammo alla porta che velocemente aprì con le chiavi. Appena entrati sette ragazzi mi si parano davanti

Dream?//Shawn Mendes\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora