Inizio

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Erano circa le cinque e trenta P.M., ero ad una festa allo Squeal Pub con il mio migliore amico, Ethan. Ethan era un ragazzo abbastanza carino, un tipo che piace molto alle ragazze soprattutto perché alto, magro e sicuro di se. Era anche l'unico amico che avevo, e non solo l'unico amico, era anche l'unica persona che era a conoscenza della mia esistenza.
In realtà, c'era un'altra persona a conoscenza di me, quest'altra era mio padre, Danny Brooks.
Non vorrei nemmeno considerarlo padre, si comportava in tutti i modi possibili tranne che da padre. Era un poco di buono, faceva uso di droghe, alcol e aveva amicizie davvero brutte, tanto da essere considerato il prevaricatore del paese.
Non sono cresciuto come tutti gli altri bambini, sono cresciuto in mezzo alle botte, al dolore, alla tristezza dovuta alla morte di mia madre quando avevo circa sei anni.
All'età di sedici anni, mi costrinse a lasciare la scuola per andare a lavorare con lui, cercai di assecondarlo e di compiacerlo in modo da cogliere al balzo uno dei suoi pochi sprazzi di lucidità, ma a me lavorare non piaceva, non mi piaceva per niente. Pertanto cominciai a pregarlo per poter tornare a scuola e continuare gli studi. Pur di ottenere ciò che desideravo ero anche disposto a prendermi le botte. Riuscì a convincerlo e ritornai a scuola per finire almeno le superiori.
Eravamo seduti al solito tavolo del pub. Stavo parlando con Ethan, quella festa era diversa dalle altre, l'entrata del pub era affollata da ragazze. Sentii una risata, alzai lo sguardo e vidi lei, Autumn Mitchell.
Fui subito colpito da lei, forse perché era la più bella tra quelle ragazze. Aveva i capelli lisci e biondi, li teneva sciolti e cadenti sulla spalla destra; i suoi occhi erano molto diversi rispetto a quelli delle altre ragazze, così chiari e così grandi da riuscire a perderti al solo guardarli. Aveva un vestito blu e a pois bianchi, le arrivava poco sopra il ginocchio, aveva la schiena scoperta e le bretelle sottili con una bella scollatura.
Guardandola mi incantai, ritornai alla realtà solo quando Sierra mi chiamò: <<Cole! Cole>>. Sierra era la ragazza di Ethan, lavorava allo Squeal Pub come cameriera. Si avvicinò con fare elegante al nostro tavolo, aveva portato con se il vassoio con ciò che avevamo ordinato: un long island per me e un aperitivo per Ethan.
Sierra era una ragazza molto risoluta e sicura di se. Aveva i capelli rossi raccolti in una treccia, indossava una gonna blu e una maglietta rosa con sopra stampato lo stemma del locale. Dopo Sierra mi chiamò anche Ethan: <<c'è nessuno?>>
<<Grazie>> dissi a voce bassa, <<come stai?>> Soggiunsi.
<<Ha vomitato parecchio>> rispose Ethan.
Sierra vomitava sempre molto, aveva brutti giramenti di testa, mal di schiena e altri dolori di vario tipo. Questi dolori erano dovuti al fatto che fosse incinta da circa tre mesi, di un maschietto. Avevano sempre voluto chiamarlo Colton, Colton Lopez.
<<Ma adesso no>> aggiunse Sierra. Dopodiché diede un bacio ad Ethan e andò via portando il vassoio con se.
<<È così bella">> disse Ethan guardandola.
<<È vero!">> Gli risposi con un sorriso, <<stai bene?>> Aggiunsi vedendolo un po' turbato.
<<Sarà tosta>> rispose in modo molto insicuro, <<i suoi sono buoni con noi, non ci giudicano, però vogliono il nome biblico, che ne dici di Colton?>> continuò ridendo.
<<È più bello di Mosè>> risposi sorridendogli.
<<Lo so che è una pazzia, siamo giovani. Ma l'altro giorno quando ho sentito quel cuoricino... non lo so, mi ha davvero reso felice>> disse.
<<È davvero bello Ethan, davvero bello>> gli risposi dandogli una pacca sulla spalla.
Dopodiché ritornai a guardare Autumn e mi incantai nuovamente.
Circa verso le sette e trenta P.M. mi misi in macchina, uscì dal parcheggio del pub e guidai fino all'autostrada. Anche Ethan e Sierra andarono via con me.
C'era una coda chilometrica, voci che dicevano
<<Muoviti ragazzino>>
<<Qual è il problema eh?>>
<<Non sai guidare?>>
<<Cos'è qui, perché nessuno si muove?>>
Pertanto scesi dalla mia macchina per andare a vedere la loro e capire che problema avesse, non ero né un meccanico e non riparavo una macchina da quando mio padre mi portò a lavorare con lui, è lì che imparai qualcosa sui motori.
Arrivato alla macchina dissi ad Ethan, il quale era abbastanza in ansia per le auto dietro che mettevano pressione
<<Ethan tranquillo, metti la seconda e la spingiamo, coraggio scendi>>
Ethan scese dall'auto e mi aiutò a spingere mentre Sierra metteva a moto.
Le macchine che stavano dietro, vedendo che stavamo provvedendo al problema dell'auto, smisero di suonare, però sentii ancora un'auto e delle voci maschili urlare e suonare contro di noi; mi spazientii e andai a vedere chi fossero questi.
Erano tre ragazzi a bordo di una decappottabile, aveva il volume della radio molto alto. L'auto era rossa, rossa come il fuoco, con sfumature simili a delle fiamme. Erano Jack Johnson, Vincent Brown e Andrew Harris. Loro erano i classici ricchi sfondati, belli, giocatori di football nella squadra della scuola, pieni di ragazze e superbi da far schifo.
Arrivato alla macchina oltre a loro vidi Autumn nel sedile posteriore, non ci feci molto caso perché pensai principalmente a loro. Li guardai in viso e dissi: <<scendete e ci aiutate a spingere... o restate lì a suonare?>>
<<Non suoniamo più>> mi rispose Andrew
<<Va bene, scusaci>> disse Jack.
<<Grazie, signorina>> dissi per salutarla guardando Autumn con un mezzo sorriso malizioso.
Mi allontanai dalla loro macchina e loro ricominciarono a suonare, ridere e scherzare.
Non potevo fare nulla per fermarli, quando si è stupidi si è così e basta.
<<Forse possiamo diventare amici>> disse Vincent urlando, poiché ormai ero abbastanza lontano dall'auto da non sentire un tono di voce normale.

AUTUMN'S POV

Scesi dall'auto molto alterata per il loro insulso comportamento, ma si poteva essere così bambini e frivoli a diciotto anni?
<<Ma perché non crescete un po'!>> urlai contro di loro togliendomi il ciuffo di capelli arrivatomi davanti alla faccia a causa del vento.
<<Hey ma dove vai?>> Disse Andrew stranito dal mio comportamento.
Arrivata alla macchina degli amici di Cole lo sentii parlare: <<tutto a destra Sierra>>.
Mi misi a spingere l'auto con loro fin quando sempre lui disse alla ragazza <<ferma!>>
La ragazza fermò la macchina e lui guardò il cofano
<<Che faccio? Chiamo il carro attrezzi?>>
<<No, ci penso io>> mi rispose Cole
<<Scusa per i miei amici, si credono spiritosi ma sono solo degli idioti>>
Subito dopo sentii un auto accostarsi alle mie spalle, erano Andrew, Jack e Vincent.
Speravo non fossero venuti per fare nuovamente i bambini e soprattutto per non insultare Cole.
<<Autumn, dai vieni>> disse Jack
<<Sii, andiamo dai>> continuò Vincent
<<Si okay>> risposi un po' arrabbiata per il loro comportamento immaturo.
Cole li guardava davvero male, pertanto smise di fare ciò che stava facendo con la macchina e mi disse: "m<<vai, non farli aspettare>>
Annuii un po' stranita, non mi aspettavo un'affermazione del genere.
<<Grazie dell'aiuto>> mi disse un po' infastidito
<<Già, quando vuoi>> gli risposi, ci rimasi un po' male per la sua risposta, non volevo che mi invitasse ad andare via, perché in fondo, non avrei voluto farlo.

COLE'S POV

Si avvicinò a me Ethan guardando la macchina di quei ragazzi e dicendomi: <<non vorrei che ci restassi male perché sei il mio migliore amico e ti voglio bene, ma sei davvero un coglione, non hai visto che quella ragazza spingeva la macchina per parlare con te?>>
Mi disse quasi adirato perché non le avevo dato tanta corda. Cosa avrebbe potuto mai volere una ragazza bella come quella da me che sono conosciuto come <<il figlio del malfattore di Brooklyn>>, come uno dei più miseri e sfigati della scuola?
Autumn era bella, dolce, sorrideva sempre ovunque e a chiunque, era gentile con tutti, anche con i più perfidi. Era una di quelle perfettine ma non troppo, pronta sporcarsi le mani di grasso d'auto e sempre pronta ad indossare un meraviglioso vestito per una serata. Non avevo mai visto una ragazza come lei. Tutte le ragazze del mio liceo si credevano delle "strafighe", sensuali al solo mostrare un po' di tette e culo e andando in giro dicendo di essere ricche, ma non lo erano affatto. Per me, l'essere sensuale è ben diverso, lo si può essere anche se coperte dalle caviglie e fino al collo. L'eleganza non è quella esteriore, bensì quella interiore, e Autumn era fin troppo elegante, almeno lo era per me.
<<Era gentile, nient'altro>> gli risposi.
<<Sisi, gentile ed è uno schianto>>
<<Un vero schianto>> continuò Sierra.
<<Metti in moto, dovrebbe partire adesso>>
Evitai il discorso, la situazione si faceva troppo imbarazzante anche per me.
<<Grazie Cole>> mi disse Ethan
<<Dai, andate, ci vediamo dopo>>risposi.
Fecero ciò che gli dissi e andarono via.

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