Capitolo 30

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Sapete quante persone si toccano senza toccarsi? Quante si amano senza dirselo? Quante menefreghiste che, in realtà, non lo sono? Quante fanno l'amore senza saperlo?
Tante, proprio tante.
La vita è bella, unica e importante, solo che nessuno se ne rende conto e preferiamo sprecarla anziché viverla. Quando pensiamo che la nostra vita sia noiosa, sbagliamo; non è la vita a non regalarci momenti incredibili, siamo noi che non le permettiamo di donarceli. Pensiamo che nulla possa accadere, che nonostante i nostri sforzi nulla possa cambiare, ma non è così.
Vorremmo starcene seduti su una sedia ad aspettare che la vita cambi, ma non pensate che a volte dovremmo essere noi a cambiare? A perdonare? Ammettere di aver sbagliato? Sorridere di più? Accettare i problemi e combatterli?
Sapete quanta gente c'è che vorrebbe essere al posto nostro, che vorrebbe un tozzo di pane, un sorso d'acqua, un campo in cui giocare e una casa in cui dormire?
Quanta gente c'è che vorrebbe avere la nostra forza, la nostra pace e un po' più di amore'
Tanta, proprio tanta.
Dovremmo rivalutare un po' tutta la nostra concezione di felicità.
Vedo attorno a me chi fatica per raggiungere grandi obiettivi, grandi percorsi, carriere infinite, chi vuol fare le sette del mattino ogni giorno, chi si ostina a mostrare una finta felicità, chi non si accontenta mai, vedo chi muore ogni giorno di invidia, vedo chi sogna miliardi, chi spera di essere contornato da così tanta gente, chi sogna di essere famoso.
E non capisco perché penso che, quando agli altri serve il mondo, ad altre ancora basterebbe avere la propria persona al loro fianco.
Nella vita è giusto che non tutto vada secondo i nostri piani, è giusto cadere, sbucciarsi i ginocchi, spaccarsi la schiena e la faccia, piangere e soffrire. Sennò ognuno di noi sarebbe perfetto, ma purtroppo, siamo nati per essere veri e non perfetti; se fossimo abituati a vivere solamente situazioni piacevoli, penseremmo che il mondo e la vita siano una passeggiata, sarebbe come credere che esistano rose senza spine, ma niente di tutto questo è così.
Vivete la vita perché è bella, amatela perché vi insegna ad essere uomini.
Io e Brandon avevamo provato ad avere un altro bambino, ma non ci riuscivamo ed io, stavo sempre peggio.
Sì, stavo male perché volevo un altro bambino, ma allo stesso tempo avevo i sintomi di una donna in gravidanza, i medesimi sintomi avuti quando ero incinta di Benjamin.
Andai dal mio medico e, mi disse che era un classico virus, che mi sarebbe passato in tempi brevi, ma non era stato affatto così.
Il ciclo veniva regolarmente, nonostante fosse un ciclo breve e non molto forte, non avevo il pancione e nulla che mi potesse far pensare ad una gravidanza.

<<Tesoro, io vado al lavoro. Se non ti senti bene chiamami subito e arriverò>>

<<D'accordo, va' pure>>

Anche se mi fossi sentita male non l'avrei chiamato, era a lavoro, piuttosto avrei chiamato mia madre.
Era inverno.
Benji si era appena addormentato, dunque decisi di andare a fare un bagno caldo.
Riempita la vasca, mi ci tuffai dentro.
Ero rilassata, ma all'improvviso, mi sorprese un forte mal di pancia; diventava sempre più forte, così forte da farmi urlare e far svegliare il bambino. Corse in bagno da me e mi disse: <> Disse guardando all'interno della vasca. Non capii di cosa parlasse, fin quando non abbassai la testa e vidi l'acqua rossa. Mi stava uscendo un'immensità di sangue, ma che cazzo era? Iniziai a sbattere le braccia contro l'acqua, cercando di vedere cosa ci fosse in fondo.
Scorsi una testa, una testolina. Ma allora per tutti quei mesi in cui io avevo tentato di avere un altro figlio, in cui quello che io pensavo fosse il ciclo, era venuto regolarmente, non avevo avuto il pancione e non avevo sentito scalciare durante i mesi, com'era possibile?
Non lo sapevo e in quel momento, dovevo solamente pensare a spingere per far uscire il mio bambino o bambina? Non sapevo nemmeno questo.
A differenza di Benji, bastarono poche spinte per farla uscire. Era una femminuccia, piangeva ed era anche abbastanza pesante per i miei gusti.
Cercavo di riprendere fiato e, nel frattempo, chiamai Benjamin.
<<Mamma ma, che ci fa quella bambina fra le tue braccia?>>
<<Non lo so, so solo che è stupenda>> dissi guardandola affettuosamente
<<Tesoro, fa' una cosa: prendi il mio cellulare>> continuai
Benji corse a prenderlo e telefonai immediatamente a mia madre.
<<Mamma>>
<<Cara>>
<<Ho appena partorito una bambina bellissima>>
<<Ma cosa stai dicendo Autumn, mica eri incinta>>
<<Okay, te lo ripeto: ho una bambina appena nata fra le mie braccia. Chiami un'ambulanza e vieni subito da me o preferisci startene lì impalata?>>
<<Arrivo subito da te. Chiudi, chiamo l'ambulanza>>
Riattaccai e me ne stessi lì ad aspettare i soccorsi, insieme alle cose più belle che avessi mai fatto in tutta la mia vita: i miei figli.
L'avrei chiamata, indubbiamente, Ellie! Il nome che avevo già scelto tanti anni fa.
Eccola la mia famiglia, quella famiglia di cui avevo parlato anni fa a Cole.
Anche qui, avrei voluto chiamarlo e dirgli che ero già al secondo figlio, e che l'avevo chiamata proprio con il nome che avevo detto a lui. Ma non potevo, dovevo pensare solamente alla bambina che avrei dovuto mettere in buone mani.

suonarono alla porta. <<Tesoro, va' ad aprire, è la nonna>> Dissi a Benji
Si catapultò giù per le scale e le aprì la porta.
<<Dov'è mamma?>> Udii la voce di mia madre
<<Di sopra con la mia sorellina>> Rispose Benji
<<Cazzo! Allora è vero>> Disse ancora mia madre scappando al piano di sopra.
Si fermò sulla porta del bagno e stette a guardarmi, era scioccata.
<<Pensavi stessi scherzando? Bello scherzo, mamma>> le dissi rompendo il silenzio

"Din don". Il campanello suonava di nuovo, stavolta erano i soccorsi.
Mia madre andò ad aprire e disse che mi avrebbero trovata al piano di sopra.
Presero prima la bambina e poi me. Avvolsero entrambe con coperte isotermiche e durante il viaggio, lasciarono che la tenessi in braccio.
Arrivati in ospedale, fecero tutti i controlli necessari, sia a me che alla bambina; fortunatamente, anche lei era nata in salute.

<<Mamma, mi dai il tuo cellulare?>> Le chiesi
<<Certo, avvisa subito Brandon>>
Cercai il suo nome in rubrica e lo chiamai.
<<Brandon, sono Autumn>>
<<È successo qualcosa?>>
<<Non sapevo di essere incinta, sono in ospedale con mia madre e Benji>>
<<Ma... io non... va bene, cioè no, non va per niente bene. Arrivo subito>>
<<Ciao>> Gli risposi ridendo.
<<Allora>> Disse un vocione profondo entrando nella mia stanza; sussultai, mi colse di sorpresa.
<<Piacere signorina, sono il dottor Blasi>>
<<Piacere mio! Loro sono mia madre Olivia e mio figlio Benji>> Dissi indicandoli
<<Piacere dottore>> Esortò mia madre
<<Ciao>> Disse mio figlio
<<Ti chiami come mio figlio, mamma e papà hanno fatto proprio una gran bella scelta>> Disse il dottore ridendo. Benji si nascose dietro mia madre, aveva un carattere molto schivo.
<<Lo scusi, è un tipo timido>> dissi io
<<Non preoccuparti! Passiamo a te adesso. Ti sembrerà assurdo, lo so già, ma raramente capita che durante una gravidanza la pancia non cresca. Per quanto riguarda le presunte mestruazioni, sappi che a volte possono esserci delle perdite di sangue, ma nulla ha a che fare con la saluta della bambina>>
<<Non ho mai visto nulla di simile>> Dissi sconvolta
<<Ti capisco. È raro, però è successo proprio a te>> Mi disse il dottore sorridendo.

<<Sono arrivato tardi?>> Disse Brandon che, appunto, era appena arrivato correndo
<<Temo di sì>> disse una voce femminile. Era l'infermiera, aveva portato la bambina per farcela tenere un po'
<<Non posso crederci>> disse Brandon, lasciando cadere la borsa del lavoro per terra
<<Vuole tenerla lei per primo?>> Gli chiese
<<Sì, la prego>> Disse aprendo le braccia
Invitai Brandon ad avvicinarsi, volevo tenerla anch'io in braccio.
<<Amore mio, vuoi vederla?>> Chiesi a Benji
<<Sì mamma>>
<<Vieni>> Gli dissi con un sorriso.
Brandon diede la bambina a me e prese in braccio Benji per fargliela vedere
<<Ti piace?>> Gli chiese Brandon
<<Somiglia alla mamma>>
In effetti era vero, era molto simile a me quando sono nata, aveva i capelli biondi, proprio come me.
<<Hai ragione>> Disse ancora Brandon
<<Come la chiamiamo?>> Continuò
<<La mamma ha sempre voluto chiamarla Ellie>>
<<A te piace?>> Gli domandai io
<<Sì>>
<<Allora vada per Ellie>> Disse Brandon
<<Fermi così>> Disse mia madre.
Aveva il telefono puntato su di noi, pronto per scattarci una foto
<<Tesoro, sorridi ogni tanto>> Disse mia madre a Benji
<<Okay nonna>> Rispose sbuffando facendoci ridere.
Credo che diventare madre, soprattutto di due bambini, sia la cosa più bella ed emozionante del mondo. Tutto l'amore che una donna possiede dentro se stessa lo riversa sui suoi figli, ed io ero prontissima a farlo.

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