Capitolo 20.

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Avevo deciso di licenziarmi. Ero distrutta. Io e Brandon sembravamo due anziani. Non uscivamo più, non parlavamo come si fa in una coppia, a tavola stavamo in silenzio, litigavamo spesso anche per cose futili. In pratica, il nostro rapporto stava andando in frantumi.
Chiamai il proprietario alla fine del turno di venerdì sera.
<<Signor Oliver, buonasera. Vorrei parlarle>> Esclamai io
<<Certo cara, dimmi>>
<<Lei sa la mia situazione: la mattina ho lezione, il pomeriggio lavoro qui in caffetteria e la notte studio. Non reggo più questi orari, tra qualche mese devo dare gli esami e sento di non essere pronta al massimo. Se per lei non è un problema io desidererei licenziarmi, però posso tranquillamente stare qui finché non trova un'altra ragazza>>
<<Non preoccuparti Autumn, Sandra ha bisogno di soldi, quindi chiederò a lei di lavorare al posto tuo. Anch'io ero nella tua identica situazione da ragazzo. Studia e farai la cosa migliore, buona fortuna carissima!>>
<<La ringrazio signor Oliver, arrivederci!>>
<<Ciao Autumn>>, detto questo attaccò.
Cosa c'era di meglio? Tu che ti licenzi e il principale che non si arrabbia per l'accaduto, perfetto.
Tornai a casa sempre al medesimo orario, alle dieci P.M.
<<Amore, sono a casa>> gridai
<<Anch'io, vieni in cucina>>
<<Arrivo, ma che cos'è questo buon profu...>>mi bloccai alla vista di Brandon che stava cucinando
<<Ciao tesoro, qualcosa di strano?>>
<<Be' si, ti vedo cucinare>>
<<Ho pensato di fare una bella grigliata di carne per festeggiare il nostro licenziamento>>
<<Che vuoi dire?>>
<<Che anch'io ho lasciato il lavoro>>
<<Ma fino a stamane non avevi detto di non essere d'accordo?>>
<<Si, però mi rendo conto che è difficile anche per me, e ripensandoci hai ragione tu>>
<<Come al solito>> dissi prendendo una costoletta di pollo
<<A quanto pare ti piace>>
<<Già, più di te>>
<<Questo non credo>> disse avvicinandosi a me e baciandomi
<<Fammi mangiare>>
<<Scusi se l'ho disturbata, signorina>>
A questa sua affermazione risi e continuai ad assaporare la mia costoletta.
Aveva preparato: maiale a pezzi, punta di petto di manzo, costolette di pollo, costine di maiale, salsiccia, costolette di manzo; come contorni: stufato di fagioli, insalata di patate e insalata di cavolo.
Ero a dir poco senza parole, ma non per il gesto che aveva fatto, bensì per tutto ciò che quella sera avrei mangiato.
Io apparecchiai la tavola mentre Brandon arrostiva le ultime costine. Appena finito ci sedemmo e mangiammo da far pietà.
<<Ti è piaciuto?>> Mi chiese
<<Tanto, ti ringrazio amore>>
<<Di niente, piccola mia>>
<<Credo proprio che dovremmo chiamare i nostri genitori per avvisarli>> dissi io
<<Hai ragione, domani li chiamiamo>>
<<Domani è anche il mio compleanno>>
<<Lo so, tesoro. Domani passerai un giorno meraviglioso>>
<<Non vedo l'ora!>> Esclamai ridendo
<<Vieni qui>> disse Brad aprendo le braccia, dopodiché mi accoccolai con la testa sul suo petto mentre lui guardava un film d'azione.

BIP BIP BIP BIP

<<Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ad Autumn, tanti auguri a te>> udii appena sveglia. Aprii gli occhi e vidi Brandon che mi guardava con sguardo dolce.
Risi alle sue parole cantate e mi disse: <<buongiorno amore mio, buon compleanno>>
<<Buongiorno a te, grazie>> risposi ancora assonnata.
<<Ti ho preparato un super colazione>> disse abbracciandomi così forte da rompermi quasi un braccio.
<<Così mi farai ingrassare>> risposi io
<<Sarai bella anche da grassa>>.
Aveva preparato: caffè, succo d'arancia, latte, pane tostato con burro, bacon, patate saltate, uova strapazzate, muffin, pancake, waffle, biscotti con gocce di cioccolato e marmellata, sciroppo d'acero, miele, frutta cotta e panna montata.
<<Ma non mangerò mai tutte queste cose>> dissi sbigottita
<<Tu non preoccuparti, intanto mangiamo>>
<<Okay>> risposi ridendo.
<<Mi mancano Britney, Cheryl e i miei genitori>> dissi io con tono triste durante la colazione
<<Anche a me mancano>>
<<Facciamo una cosa: non appena diamo l'ultimo esame a giugno andiamo a fare una vacanza in America, okay?>> Aggiunse Brandon
<<Sarebbe fantastico>>
<<Allora è deciso>>
<<Ti ringrazio, tesoro>>
<<Di niente, piccola>>.
Era un giorno come un altro, lo so, ma allo stesso tempo era un po' più triste degli altri.
Era il giorno del mio compleanno e Cole non c'era, mentre, in realtà avevo già immaginato quel giorno insieme a lui. Ma come noi tutti sappiamo, non sempre va tutto secondo i nostri piani.
Sarebbe dovuto essere un giorno davvero felice, divertente e da ricordare, il mio primo compleanno con Cole. Ma tutto ciò che avrebbe dovuto portare felicità, quel giorno non c'era affatto. Avevo voglia di guardarlo negli occhi e dirgli quanto fossi felice, come stava andando la mia vita, della mia esperienza lavorativa, della bellezza della città, avrei voluto raccontargli tutto. Ma so per certo che se fosse stato lì con me mi sarei mangiata le parole.
Pensavo che sarebbe tornato presto, o magari lo speravo. Io l'avrei aspettato lì anche se il mondo fosse crollato in un giorno, ero consapevole del fatto che se tutto avesse preso fuoco io non sarei mai stata sola. Lui sarebbe stato sempre a tre passi da me.
Nonostante tutto, ero sicura che io e lui saremmo ritornati. Avremmo fatto ancora un tratto della nostra vita insieme, poiché nessun ostacolo di pietra può sbarrare la strada dell'amore, e ciò che l'amore sa di potere fare l'amore osa. E io ero sicura che avrebbe osato, saremmo ritornati. Avremmo ricominciato a guardare le stelle insieme, a vedere il mondo come fossimo due corpi e un'anima, a fissare chiunque non spicchi per poi stagnarsi nella merda di normalità, a differenza nostra.
Ogni giorno, ma soprattutto in quello, un pensiero speciale andava a Cole. A Cole che era il mio cielo, e a me che avevo la testa sulle sue nuvole. Se potrete, signori miei, vi consiglio di fare sempre la seguente cosa: amate, chi per voi, tira fuori la parte migliore di se e la parte migliore di voi; proprio come abbiamo fatto io e Cole, e proprio per questo, lui era: il meglio di me.
"Oggi passerai un giorno bellissimo, promesso" disse Brandon baciandomi la guancia
"Okay" risposi io ancora sconsolata per le varie cose cui avevo pensato.

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