Capitolo 10.

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COLE'S POV

Autumn era sempre tornata da me, sempre.
Tornò al carcere tutti i giorni per un mese e ogni settimana per un anno.
Non mi ero fatto vedere nemmeno una volta, nemmeno mezza.
Apprezzavo e non apprezzavo ciò che faceva per me. Lo apprezzavo perché solo chi ama davvero torna senza farsi scrupoli e senza preoccuparsi dell'orgoglio; ma non lo apprezzavo perché in quest'anno non era riuscita a dimenticarmi completamente. Volevo che mi dimenticasse per il suo bene, ma non volevo che lo facesse per il mio. Ma il suo star bene era più importante di qualunque altra cosa presente al mondo.
Sierra veniva tutti i giorni da me, mi raccontava di Autumn.
Mi diceva della moltitudine di ragazzi che ci provavano con lei e della moltitudine che, invece, lei respingeva a causa mia.
Mi raccontava che era dimagrita, sciupata, sembrava quasi una barbona.
Non ce la facevo più, non volevo sapere più nulla, mi facevo schifo da solo. Stavo contribuendo ad uccidere quella ragazza che tanto amavo. Come la stavo uccidendo?
Amandola.
Era un lunedì, l'agente venne a dirmi che Sierra era arrivata per vedermi.
Ormai andavo da solo alla sala degli incontri, nonostante la grandezza del posto sapevo perfettamente dove fosse.
Giunto lì mi sedetti e guardai Sierra negli occhi.
<<Sierra, qualche problema?>> Le chiesi
Scoppiò in lacrime, non ne conoscevo il motivo.
<<Sierra rispondi, è successo qualcosa? Qualcuno ha fatto del male a te o al bambino?>> Chiesi nuovamente agitato.
<<No Cole no, tranquillo. Riguarda te, ti ho mentito fino ad adesso. Autumn non respinge nessuno, è fidanzata da ben 6 mesi>>
A queste parole non riuscì a dire nulla, la guardavo mentre piangeva, la guardai per circa cinque minuti senza distogliere lo sguardo. Ero zitto e impietrito.
<<Sai Sierra, io non pensavo che lei stesse tutta la vita dietro di me, sapevo che prima o poi si sarebbe rifatta un'altra vita con un'altra persona, però una cosa la volevo, la verità>>
Feci per andarmene.
<<Cole aspetta!>> Mi implorò
<<Cosa vuoi ancora?>> Le chiesi incazzato
<<Sta con un altro si, però ama ancora te e mi ha dato questa lettera. Mi dispiace non averti detto la verità>>
Presi la lettera e andai via senza salutarla.
Appena tornato in stanza aprii immediatamente la busta per vedere cosa ci fosse scritto.
"Ciao Cole. Ti scrivo per chiederti come stai, ma che domanda di merda, so perfettamente come stai lì dentro.
Volevo parlarti un po' di me e di ciò che mi è successo in questi mesi. Penso tu sappia che mi sono fidanzata, si chiama Edward, Edward Taylor. Ti conosco, so che starai pensando il motivo per il quale ti abbia detto il nome e che non te ne importa niente, ma voglio condividere tutto come abbiamo sempre fatto.
Ti amo ancora Cole, potrai pure non credermi.
Sono fidanzata con Edward, non so se lo stia illudendo, e se lo sto facendo mi dispiace davvero tanto.
Ma voglio dirti che sappiamo entrambi che ciò che è difficile attrae, ciò che è complicato spaventa e ciò che è estremamente complicato innamora, e io sono pazza di te.
Edward mi fa ridere, è simpatico, fa quei gesti carini che fanno tutti, ma per me nessuno di questi ha importanza se non sei tu che lo fai, perché oramai tutto sa di te.
Sono andata via, via da te (fisicamente), sono fuggita con la mente o almeno ci ho provato, ma sappiamo entrambi che si può andare dove si vuole ma che tanto si resta sempre dove si è lasciato il cuore, e io l'ho lasciato nelle tue mani. Il punto è che io stessa ho lasciato che tu lo prendessi, volevo che con le tue mani guidassi il mio cuore sempre sulla strada giusta, oggi la strada che sta percorrendo non mi piace affatto e penso proprio tu l'abbia capito, ma hai preso il mio cuore e non me l'hai più ridato.
Ti cerco sempre e ovunque, ti ho cercato in Edward e in tutti gli altri ragazzi che ho incontrato dopo di te, ma niente, tu non ci sei mai. Ti cercherò ancora, inutile negarlo. In mezzo alla gente avrò l'ansia di incontrarti, come la prima volta che ti ho visto e l'ultima volta che ti ho perso. Grazie tesoro mio, prima di te non sapevo cosa significasse fare l'amore, ora lo so e continuo ad amarti per questo."
Stavo piangendo, si cazzo, stavo piangendo come un coglione.
Ma com'ero combinato? Le avevo imposto di farsi un'altra vita e appena se la rifà mi incazzo?
Non voglio che stia con questo ragazzo se lei non vuole davvero. Volevo la sua felicità, non volevo che andasse a procurarla. Perché la felicità non si cerca, si ha e basta, tanto prima o poi arriva per tutti. Da me era già arrivata e pure terminata.
Me l'ero presa con Sierra, la quale in quest'anno a parte Autumn e Greg era l'unica che mi era stata veramente accanto e ad ascoltare. Avevo agito d'impulso, semplice.
Avevo pensato che mi avesse mentito solo perché volesse nasconderlo, invece no, non mi ha detto nulla per il mio bene. Perché Sierra mi conosceva anche troppo, ero semplicemente io che non lo sapevo. Sapeva che se fossi venuto a conoscenza del fidanzamento di Autumn sarei crollato definitivamente, infatti così è stato; sapeva che volessi che Autumn si rifacesse una vita, ma con uno che la faceva sentire una vera donna, non con uno che la fa sentire una qualunque.
Mi sentivo troppo in colpa, avevo bisogno di parlare con Sierra, in un modo o nell'altro.
Passò l'agente che mi porse carta e penna la prima volta.
<<Salve agente, posso dirle una cosa?>>Chiesi con tono calmo
<<Hey ragazzo, dimmi pure>>
<<So che quella era la prima e ultima volta che mi avrebbe dato carta e penna, ma la mia ragazza mi ha scritto, potrei riaverli una seconda?>> Gli chiesi supplicandolo.
So che in un certo senso Autumn non era più la mia ragazza, ma anche se fosse stata sposata e con figli lei sarebbe stata sempre e solo la mia ragazza, mi apparteneva e non l'avevo deciso io, l'avevano deciso quelle stelle che ci hanno guardati alla nostra prima uscita.
<<D'accordo, ma solo perché sei tu>>
<<Ah e un'altra cosa>> gli dissi
<<Ora stai esagerando>> mi rispose
<<La prego agente, non vede come sono ridotto? La ragazza che mi viene a trovare quasi quasi non mi riconosce più>> mentii a fin di bene.
<<Okay, dimmi>> mi rispose
<<La ringrazio infinitamente, dovrei fare una telefonata, posso?>> Gli chiesi supplicandolo nuovamente.
<<Vieni>> mi rispose
A quel punto aprii il cancelletto della cella, mi tolse le manette e mi portò nella sala in cui erano presenti i telefoni.
Digitai il numero di Sierra e la chiamai.
<<Ehm... pronto? Chi parla?>> Mi chiese con voce stranita da quella chiamata
<<Sierra, sono io, Cole>>
<<Cole, è successo qualcosa?>>
<<Sono solo uno stupido, non ho capito la motivazione per la quale hai taciuto sul fidanzamento di Autumn perché sono un idiota. Adesso ho capito che l'hai fatto per me, perché sai che ne avrei sofferto amaramente. Ma se adesso soffro non è colpa tua, è solo mia e stai certa che se non fossi venuta tu a dirmi di lei in un modo o nell'altro l'avrei saputo. Nella sua lettera mi racconta del fidanzamento, ma dice di amarmi ancora, almeno questo mi rassicura>> le dissi tutto d'un fiato
<<Stai tranquillo, Cole. Nessun problema, anch'io a volte agisco impulsivamente, l'importante è capire i propri sbagli.
Ti consiglio di scriverle una lettera, le farà tanto piacere>> mi rispose
<<D'accordo Sierra, ti ringrazierò sempre per l'aiuto che mi stai dando e per quello che ancora dovrai darmi, Ethan sarebbe orgoglioso di te! Ti voglio un mondo di bene>>
<<Te ne voglio anch'io, Cole!>>
Era scaduto il tempo della telefonata, avevamo solo cinque minuti a disposizione.
<<Ho finito, agente>>
<<Okay Brooks, ti riporto dentro>>
Detto questo mi rimise le manette e mi riportò in cella.
<<Grazie sempre agente>> lo ringraziai
<<Di nulla, ragazzo>> mi rispose.
Mi sedetti sulla sedia, poggiai carta e penna sul tavolo, accesi la lampadina e mi misi a scrivere.
"Ciao Autumn, ho appena saputo del tuo fidanzamento da Sierra. Sai, non è stato magnifico, penso proprio tu lo sappia.
Non capisco perché stai cercando la felicità in una persona che sai non te la darà mai, con ciò non voglio mica dire che avresti dovuto corrermi dietro per sempre, ma nemmeno stare con una persona che non ti renda felice al cento per cento.
Io sarò sempre qui, quando tu vorrai potrai scrivermi, ti risponderò sempre e lo sai.
Sono felice però, perché continui a credere nonostante tutto. Nonostante la lontananza e il dolore, credo che tu sarai sempre mia e io per sempre tuo, ricordi? Dovunque tu sarai, io sarò.
Non ti ho mai detto ciò che sto per dirti: mia madre qualche giorno prima di essere portata d'urgenza in ospedale mi aveva detto di rimanere sempre accanto a chi senza promettermi niente mantiene tutte le promesse. Non ti sto accanto fisicamente, ma stavo pensando a te, anzi, penso costantemente a te e manterrò le promesse che ti ho fatto mentre facevamo l'amore, mentre ci baciavamo e manterrò le parole dette da quegli sguardi e abbracci fino alla fine dei miei giorni.
Grazie ancora per ogni singolo momento nostro. Ogni momento a fare l'amore, la lotta, a rincorrerci, a bagnarci di baci e a dirci che ci amavamo. Grazie amore mio, prima di te non sapevo cosa significasse amare, ora lo so e ti amerò sempre di più per questo.
Ti ricordi quando dissi quel fatidico basta?
So che te lo ricordi, so che ricordi perfettamente tutti i nostri momenti, anche quelli brutti. Quel basta stava a significare una fine, una fine al nostro vederci. Ma non è assolutamente così, ti ho detto basta Autumn, ma non basta mai."
Ero sfinito, avevo messo in quella lettera tutto me stesso, ma lo rifarei infinite volte per la donna che amo da sempre.
Usai la busta di Autumn e la richiusi nuovamente.
L'avrei data a Sierra il giorno dopo.

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