Roses

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14 febbraio 2043

" Parlo con la signora Mendes?"
La voce dell'uomo mi arriva metallica dall'altro capo del telefono.
"Si, sono io, chi è?"
"Sono il poliziotto Morris, è desiderata in centrale."
"Certo, per che ora vi raggiungo?"
Chiedo frustrata.
"il prima possibile.."
"Sto arrivando."

Cellulare e portafogli in mano, afferro le chiavi della macchina e mi affretto a mettere in moto la macchina, diretta alla centrale.
"Sono Emma Mendes, mi hanno chiamato poco fa."
Dico alla ragazza seduta in portineria che mi guarda con aria.. Dispiaciuta.
"Prego signora, si sieda lì, tra poco verrà il poliziotto che l'ha contattata."
"Grazie mille" accenno un sorriso tirato prima di andare verso la sedia nera poco distante dalla scrivania.

"È lei Emma?" un uomo sulla cinquantina si avvicina, intuisco da subito che Morris è lui.
"Si sono io." annuisco agitata.
"Mi segua." il Signore si incammina verso una stanza privata, poco lontana dall'entrata.
"Mi hanno chiesto di riferire questa cosa.. Che non è per niente facile da dire ma-"
"Signor Morris, la prego arrivi al punto."
"Suo marito è stato coinvolto in un incidente stradale."


14 aprile 2042

Finalmente sono a casa, in ufficio è stato un inferno, Clark ha continuato a chiedermi delle fotocopie del giornale del mattino mentre il capo voleva un caffè in ogni momento in cui non aveva da fare. Verso le 12.00 volevo prendere una barretta dal distributore automatico, ho messo i soldi ma la macchinetta non mi ha dato nessuna barretta, ho quasi rotto il vetro per prenderla ma senza successo. Sono distrutta.

'Stasera serata al pub, vieni?'
Il telefono vibra nella tasca della giacca mentre mi sto spogliando per rilassarmi un'attimo.
'Col cavolo, sono distrutta e vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia. '
Rispondo secca mentre mi apro una cola e mi siedo sul divano.

*Din Don*
Proprio ora dovevano suonare?
Scendo le scale dell'edificio fino ad arrivare al portoncino, lo apro rivelando la figura alta e slanciata del signor Pacha.
"Signora Mendes!"
"Pacha! Che sorpresa trovarti qui!"
"Vengo ogni anno, dovrebbe ricordarselo no? Queste sono per lei comunque.."
Pacha tira fuori da dietro la schiena un mazzo di rose rosse.
"Novantanove rose rosse, tutte per lei."
"C'è lo zampino di Shawn?"
"Come sempre signora Mendes!"
Sorrido al vecchietto mentre afferró il mazzo di rose ripercorrendo la strada di ritorno.

Prendo un vaso di vetro lo riempio di acqua e lo poso sopra il tavolo, successivamente prendo le rose e le adagio una ad una nel liquido trasparente.

*due ore dopo*

Shawn sta tornando da lavoro, io invece sono qui a fissare le mie rose come ogni 14 febbraio dell'anno. È da quando ci siamo sposati che Shawn mi regala novantanove rose rosse nel giorno di San Valentino, ben quindici anni di mazzi di Rose.

"Amore sono a casa." mi alzo di scatto correndo in salotto per vedere l'uomo più bello del mondo fare ingresso in casa nostra: posa le chiavi dell'auto, toglie il giubbotto lo appende all'appendinoe cammina svelto verso di me circondando i fianchi con le lunghe braccia e unendo le nostre labbra.

"Sono arrivate?" chiede senza staccarsi da me.
"Come ogni anno."
"Ti amo." mi dice mentre mi abbraccia ancora una volta.
"A che io ti amo." gli dico passando una mano sulle spalle e lasciando un bacio a fior di pelle.

14 febbraio 2044

È passato ormai un'anno dalla morte di Shawn. Mi manca tutto di lui, la sua età non è mai stata in grado di portargli via il sorriso.
Adorava passare le giornate abbracciato a me, seduto sul divano mano nella mano a guardare la televisione, mi chiedeva sempre un bicchiere di spremuta e prontamente quando mi alzavo mi faceva risiedere dicendo 'aspetta lo prendo io per te.'.. Shawn era un gentiluomo, il tipo di marito che tutte vorrebbero e che solo io ho avuto l'opportunità di avere.
È passato un anno da quando lui se ne è andato e ogni giorno di più sento la sua mancanza.

*Din Don*
Hanno appena suonato al citofono, chi può essere di domenica mattina?
Scendo le scale, apro il portoncino e il corpo ingombrante di Pacha si presenta davanti a me.
"Pacha che gioia vederti.." sorrido a stento alla vista del vecchietto che invece sorride ancora di più.
"Questi sono per lei signora Mendes."

Un mazzo di rose rosse.

"Esattamente un anno fa, suo marito, si presento davanti al mio negozio chiedendo un abbonamento di oltre trentacinque anni. Quel giorno chiese la consegna di un mazzo di cento rose rosse a suo nome, chiese la consegna per trentacinque anni nel giorno di San Valentino. "
Scoppio a piangere tenendo fra le mani l'unico pensiero di mio marito.
" E mi ha anche chiesto di darle questo.. "
La mano paffuta di Pacha mi consegnò un biglietto lilla legato da uno spago.
" Grazie" fu tutto quello che riuscii a dire.

Salii in casa, posai le rose in un vaso di vetro.
Mentre le sistemavo una ad una, come sempre, mi accorsi di una rosa speciale,una rosa finta.
La tenni in mano mentre leggevo il bigliettino.

'Hei Emma.. Mi manchi da impazzire!
Queste sono per te, 100 rose rosse per la Don a più bella del mondo.
Forse non sono mai riuscito a dirtelo ma mi hai cambiato la vita, il tuo bellissimo sorriso e il tuo fantastico carattere, ti ho amata dal primo istante.
Non dimenticherò mai i tuoi occhi lucido quando ti chiesi di sposarmi e non dimenticherò mai gli stessi occhi davanti al tuo primo mazzo di rose.
Osservando una ad una le rose, come sei solita fare, noterai una rosa particolare : una rosa finta.
Voglio farti una promessa che giuro di mantenere fino alla fine, ti voglio promettere l'amore eterno con questo rose, ti prometto di amarti per sempre, ti amerò fino a quando l'ultima rosa di queste 100 non appassisca.
Ti amo Emma e ti amerò per sempre.
Con amore, Shawn'

Il mio cuore non regge più, mi manca il fiato e la bocca è Asciutta, le gambe tremano come le mani mentre le lacrime scendono una dopo l'altra lasciando una scia bagnata lungo il tragitto.

Sono sempre stata il suo ultimo pensiero, si è sempre preoccupato di me anche quando a cadere era solo lui.
Mi ricordo che un giorno tornò a casa urlando 'Stasera ti porto a Parigi.' per tutta la casa, lo fece, la sera stessa partimmo per la lontana Parigi, una volta arrivati diluviava a dirotto e lui si preuccupó di coprirmi con la sua giacchetta di velluto marrone, arrivati davanti un'enorme. Pozzanghera prese la giacca e la buttò a terra chiedendomi di camminare su essa per evitare di rovinarmi le scarpe. Fece lo stesso quando il vialetto di casa era coperto di neve, camminava avanti a me scavando una stradina tra la neve che mi impediva di calpestarla e di conseguenza di bagnare i piedi e rovinare le scarpe.

Ho dedicato tutta la mia vita a lui e continuerò a farlo fino a quando non sarò di nuovo tra le sue braccia. Mi manchi Shawn, mi manchi da morire.

Spazio 'autrice'
E un'altro sad.. Spero di smetterla perché metto ansia, comunque un giorno vi spiegherò il mio modo di pubblicazione.. Si non appena lo avrò capito anche io..

Spero vi piaccia, grazie ancora tantissimo per le 1.87k views, vi adoro.

, ~fefa✨





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