10.Le prime scarpette

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Dire a scuola ad amici e professori che sono in attesa di un bambino non è stato troppo difficile , e tutti sembrano averla presa bene. Certo non è che tutti si aspettassero che io gli dicessi d'essere in attesa però, non è andata troppo male.
Una mattina mia madre ed io siamo andate in presidenza, mia madre ha mostrato alla preside tutti i miei esami e lei mi ha spiegato come avrei dovuto dirlo alla classe e ai docenti. Per i prof ho i miei genitori si alternavano ad andarci a parlare in privato e a spiegargli del mio nuovo stato. Tutti prof erano  rimasti quasi indifferenti o comunque non troppo felici o al contrario tristi; tranne la prof di chimica, che mi ha chiamata in classe, mi ha  fatta uscire dalla classe, mi ha fatto gli auguri e mi ha detto che per qualsiasi cosa lei mi starà sempre di fianco, anche se ( grande scoop) tra qualche settimana lascia la scuola perché poi andrà in pensione, lo stesso giorno in cui molti anni fa ha iniziato a lavorare a scuola. Mi ha sempre fatto un sacco di tenerezza quella donna, è di un' umiltà e bontà unica. Una volta che i miei genitori hanno comunicato a tutti i prof la mia condizione, fatto esoneri e firmato qualche documento in segreteria, una mattina andai a scuola e dissi ai miei compagni di classe cosa mi stava accadendo. Quella mattina mi ero alzata prestino e mentre mi truccavo mi facevo a grandi linee il discorso che poi avrei riferito in classe ai miei compagni. Quando ero ormai pronta per andare a scuola, mio padre decise di accompagnarmi a scuola lui. Salita in macchina, papà cominciò a parlare appena uscimmo dal vialetto di casa.
Papà: Allora, oggi il grande giorno? Dirai ai tuoi compagni di classe del bambino ?
Francesca: Già. Non so cosa dire.
Papà: È molto semplice Fra " ragazzi io sono in cinta, aspetto un bambino e sono quasi al quarto mese di gravidanza"
Francesca: Si, può andar bene, ma se mi fanno domande? Cosa gli racconto?
Papà: Gli racconti il vero, qualsiasi domanda ti verrà fatta tu di loro solo il vero. Aspetti un figlio, un cosa bella, seppur faticosa ma bella.
Francesca: A te come sta andando l'assimilazione di tutto questo?
Dico indicandomi il pancino che non si vede grazie ai maglioni oversize.
Papà: Diciamo che avrei voluto un altro tipo di notizia bella da te, ma Io gli voglio già bene come quanto ne voglio a te. È vero, questo bambino è uno sbaglio, ma se a te sta bene, a me andrà bene nello stesso modo tuo.
Arrivati davanti il cancello della scuola, saluto mio padre che mi dà un grosso in bocca al lupo e scendo dalla macchina.
Mentre sto per varcare l'ingresso della scuola, il mio cellulare vibra. Un messaggio, Luca.
"Buona fortuna sorellina, e non ti agitare andrà tutto bene e se non dovesse andare così bene, bhe passeremo la sera su facetime."
La prof di chimica, mi aveva detto che mi avrebbe aiutata a dire tutto alla classe, così oggi nella sua ora, (precisamente la terza) avrei dettoa tutti, tutto.
Per un mese e mezzo non ho fatto capire niente a nessuno, neache alla mia compagna di banco Martina, con la quale sono seduta da ormai cinque anni. Si, Martina mi aveva fatto qualche domani sul fatto che non sopportavo più tanti odori e sul fatto che andassi spessissimo in bagno e che soprattutto avessi perenni dolori al basso ventre. Io le continuavo a dire che i dolori al basso ventre erano dovuti al ciclo che mi veniva sempre più spesso.
Alla terza ora avevo già finito la mia bottiglietta  d'acqua. Quando entra la prof, si siede in cattedra, fa come di consueto l'appello emi chiama alla cattedra.
Prof: Allora ragazzi oggi faremo una lezione alternativa, ne ho parlato con Francesca e lei è d'accordo.
Cominciò ad alzarsi un brusio per il fatto che non era giusto che solo io sapessi della lezione alternativa.
Prof: Calmi. Oggi la protagonista della lezione sarà Francesca. Vi prego solo una cosa di lasciarla parlare e poi di fare domande in caso ci siano. Comincia pure quando vuoi Francesca.
Annui e presi fiato.
Francesca: Sei settimane fa, ho fatto molti esami medici, non stavo molto bene e quindi la mia famiglia e la mia dottoressa mi hanno sottoposta ad esami vari. I risultati erano molto chiari ero e sono, sana come un pesce, solo che sono in  attesa di un bambino. Ora sono alla dodicesima settimana. Non è stato voluto questo bambino, ci tengo a precisare, sono rimasta incastrata dalle stesse precauzioni. Non vi spiego altro, vi prego di lasciare il resto per me. I miei genitori e la scuola sanno tutto.
Le facce dei miei compagni erano pallide e alcune ragazze avevano gli occhi lucidi.
Una voce interruppe il silenzio.
Mattia: Continuerai la scuola o lascerai?
Francesca: Finirò la scuola, prenderò il diploma e andrò all'università.
Sofia: Il padre chi è, e sopratutto lo sa?
Francesca: Il padre è Filippo, lui sa tutto, mi sta già aiutando nelle piccole cose e l'ha presa meglio di me, si sta facendo carico fi molte cose già da ora.
Federica: I tuoi genitori come l'hanno presa?
Francesca: Non molto bene ma mi sostengono, mi aiutano e faranno sempre di tutto per me e il bambino. E poi io ho anche mio fratello, lui mi aiuta sempre.
Denis: Andrai a vivere con il padre del bambino? È maschio o femmina?
Francesca: Quando partorirò dovrò scegliere se vivere a casa dei miei o nella mia casa che i miei mi hanno comparto, ma si con il padre del bambino. A giorni potrei sapere il sesso, per ora tutto tace.
Giorgia: Ti senti pronta per diventare mamma e per privarti di tutti i divertimenti?
Francesca: Giorgia io pronta per diventare madre non mi ci sento, come penso neanche Filippo di diventare padre, ma non è colpa del bambino se viene al mondo, quindi anche se non mi sento pronta a rinunciare a divertimenti e a fare la mamma, io ci proverò al massimo.
Prof: ok ragazzi, ci sembra tutto chiaro ora, facciamo un grosso augurio e soprattutto, statele vicino, aiutatela e non lamentatevi se con lei saremo più permissivi o le concedermo pause ecc. Non la abbandonate quando non vuole andar a fare serata, portate la serata da lei. Questi sono i miei consigli. Io cari alunni tra una settimana mi concederò alla tanto attesa pensione. Vi lascio nelle mani di una professoressa più giovane di me. Voi starete sempre nel mio cuore. Buona fortuna.
Un brusio e le lacrime si sollevarono in classe, alcuni miei compagni mi venivano ad abbracciare, altri abbracciavano me e la prof.
A fine delle sei ore scolastiche, Filippo mi aspettava come sempre all'angolo della scuola e insieme prendiamo o il bus o la mia macchina. Lo stesso giorno che ho detto ai miei compagni della mia gravidanza, (cioè ieri) sono andata a visita dalla ginecologa. Mi ha voluta accompagnare Filippo e mio padre ci ha raggiunto in ospedale stesso. Quando mi sono sdraiata sul lettino della dottoressa, lei mi ha detto che dato che tra qualche giorno entro nel quarto mese posso già sapere il sesso del bambino da questa visita. Mi scoprii la pancia che è solo un po' gonfia, ma non sembra da donna in attesa. La dottoressa mi cosparse la pancia di gel e sia mio padre che Filippo, hanno incollato gli occhi al monitor dove si vedeva un piccolo esserino bianco e nero. Dopo un po'  la dottoressa mi disse: Francesca tu vorresti un maschio o una femminuccia?
Io: Non ho molte preferenze ma se fosse femminuccia sarei molto contenta.
Dottoressa: papà  e nonno cosa volete voi?
Mio padre: Maschietto.
Filippo: Maschietto.
Dottoressa: Mm rimarrete delusi voi maschi. È una femminuccia.
Il cuore mi scoppiava dentro, sapere il sesso, è cominciare a comprare qualcosa per la bambina, mi dava l'idea concreta che prima o poi il mio mondo si sarebbe fuso con un altro mondo di cui io conoscevo poco quanto nulla.
Cominciai a piangere dalla gioia. Filippo mi stringeva la mano e mio padre batteva le mani piano piano dalla felicità.
Uscita dall'ospedale, mio padre ritorna a lavoro e ci saluta, Filippo va in ufficio dal padre, dove ha cominciato a lavorare da qualche mese, io ho fatto un giro al parco e nel frattempo, ho chiamato Luca che ovviamente non ha risposto al cellulare. Ho chiamato Melissa che mi ha subito raggiunto al parco. Appena è arrivata le ho detto subito che aspettavo un bambina, mi tirata su dalla panchina e abbiamo cominciato a saltare avvinghiate come pazze. Quando la pazzia finì, siamo rimaste un pochetto al parco, ma dato che faceva un po'  freddino perché l'autunno è ormai entrato, abbiamo fatto due passi per il centro e poi ci siamo salutate e abbiamo preso i rispettivi autobus per tornare a casa. Considerate che abito un po' in "periferia" a Milano e per arrivare casa da scuola, ci impiego sempre circa un'ora. Il che non è molto ma neanche troppo.
Quando sono tornata a casa erano le sette della sera. Torno a casa, mia madre ancora non arriva, perciò salgo in camera mia è trovo tutta la camera piena di palloncini rosa. La porta del bagno si spalanca e mia madre fa capolino da essa urlando "Sorpresa" . Oddio. Mamma mi venne in contro e mi abbracciò forte forte. Poi scese di sotto e salì con una vaschetta di gelato alle nocciole. Un volo sul letto, Il Diavolo veste Prada al pc e serata fatta.
Mamma: Fra da domani ti andrebbe di andare in giro per vedere qualche cosa per la bambina e perché no qualche maglione, pantalone e anche qualche scarpa comoda, nuovo per te?
Francesca: Non so, non mi sento ancora pronta mamma per vedere cose per la bambina, o almeno non domani, devo studiare per un compito di fisica di cui non ci capisco nulla.
Mamma: Come vuoi, però fammi sapere quando vuoi andare e sopratutto fai mente locale che devi prendere adesso le prime cose per la bambina, scegliere il nome ecc.
Qualche giorno dopo...
Stammattina  il cellulare vibrava, in camera le imposte erano ancora chiuse, così come la porta della mia camera. Sono le sei e mezzo del mattino, mi costringo ad alzarmi dal letto, spengo la sveglia e vado di sotto a fare colazione. Mio padre è al computer che lavora frenetico, mi saluta a mal'appena preso dal suo computer. Mia madre spalanca la porta d'ingresso con indosso una tenuta ginnica. È uscita come tutti i giorni a fare una corsa mattutina.
Faccio colazione con mia madre, perché all'improvviso a papà arriva una chiamata e esce di casa di corsa. Ormai siamo tutti abituati a vederlo uscire di casa così.
Finita la colazione vado a lavarmi di sopra. Mentre mi infilo i miei jeans preferiti attilati, scopro che mi entrano più. Ero già arrivata al momento in cui non mi entrano più i miei capi preferiti? Oddio, cerco disperata un paio di jeans più larghi ma nulla mi sta molto comoda, il tempo ha ripreso a piovere e quindi la mia voglio fi uscire di casa mi passa completamente. Disperata mi metto un leggins nero, uno comodo che forse non usavo da un sacco di tempo. Mi metto su un magliettone beige molto largo che mi copre anche un pò il fondo schiena e rimango a guardami allo specchio come se cercassi di capire dove eliminare il disagio. Ad un tratto, sento bussare alla porta della camera.
Francesca: Avanti.
Filippo: Perché non sei ancora pronta? Ti devi ancora truccare, pettinare e perché indossi un leggins?
Francesca: Sono ingrassata, non mi entrano più i miei jeans preferiti.
Filippo: E allora? È normale Fra non puoi far nascare una bambina in un corpo di cinquanta kili. Comprerai altri jeans comodi, tanto non ti è mai mancata la voglia di fare shopping. Va a preparati altrimenti entriamo alla seconda ora e non voglio spiegare a nessuno il motivo del mio ritardo. Ti aiuto a mettere le scarpe o ti aiuto a passare la piastra ai capelli?
Francesca: Nulla aspetta qui.
Filippo: ok però fa subito, fuori piove e ci impiegheremo un sacco per arrivare a scuola.
Francesca: Si ho capito, che palle. Volevo vedere te così con uno come te.
Filippo: Ti ho portato un pensierino, ma sei nervosa quindi non ha senso dartelo.
Esco dal bagno, mi siedo buona buona sul letto e faccio gli occhi dolci a Filippo.
Filippo: No non fare gli occhi dolci non servono. Non te lo do più.
Francesca: Eddai, lo sai sono sempre i miei ormoni a decidere per me.
Filippo: Balle, non mettere sempre la scusa degli ormoni. Se farai la brava te lo darò stasera.
Francesca: Uffa, ora dai.
Comincio a fargli il solletico e dopo meno diun minuto ci ritrovo addosso a Filippo, faccia a faccia. Filippo mi scansa i capelli dagli occhi e mi guarda dolcemente, si fa più vicino, mi mette una mano sulla nuca e mi da un bacio, lungo e appassionante. Ma proprio in quel momento entra mia madre "ragazzi è tardi, non arriverete più a scuo...". Mi spostai dal bacio e Filippo mi aiutò ad alzarmi.
Mamma: Scusate non pensavo...
Francesca: No no mamma è tutto ok, sono pronta scendiamo subito.
Filippo: Si signora Marta, è tutto ok. Scendiamo subito.
Mamma: Mi farete morire prima o poi voi due. Mi basta una nipotina, non due.
Francesca: Una è già troppa. Mamma era solo un bacio non stavamo facendo sesso, non ti preoccupare.
Mamma: Francesca da quando in casa mia si usano con tanta facilità questa parole?
Filippo rideva senza prestare molta attenzione al fatto che mia madre era in uno stato di imbarazzo unico. Mi prese lo zaino, io presi la giacca e il cellulare e scendemmo di sotto, presi le chiavi della mia macchina e mi avviai al posto di guida. Guidavo come una meraviglia, pioggia o non. Non avrei mai lasciato la mia macchinina.
Da quando ho detto ai miei compagni di classe della gravidanza tutti mi trattano come una malata bisognosa di attenzioni in continuazione. È insopportabile. Apprezzo molto la loro premura ma così mi soffocano. Sofia ha capito che il loro modo di fare mi soffoca e invita il resto della classe a stare più tranquilli e a lasciarmi vivere libera. In compenso non mi lasciano mai sola, mi invitano a prendere la cioccolata calda, ad andare al cinema e a ballare con loro il venerdì sera. Con ciò la mia classe si è unita un sacco, siamo molto più coesi e anche meno ansioni e antagonisti a vicenda. I miei compagni di classe tipo Denis e Mattia, mi chiedono un sacco di cose su come Filippo stia reagendo a questo e non solo, mi portano lo zaino, non mi fanno fare le code al bar si offrono di accompagnarmi a casa dopo la scuola. Non nego a volte Filippo è molto geloso del loro comportamento, infatti mi viene sempre a prendere a scuola appena esce lui stesso da scuola. Alcuni suoi amici mi hanno confermato che lui è molto geloso di Giuseppe che mi aiuta in tutto. Mi aiuta con i compiti, si offre di ascoltarmi mentre ripeto per le interrogazioni, senza però farmi sentire bisognosa di aiuto. È davvero il mio "bastone". Mi viene a trovare a casa e mi chiede spesso di fare una passeggiata con lui e la sorellina alla quale fa da baby sitter quando la madre è a lavoro il pomeriggio. Sono troppo teneri. Alcune volte quando ancora non faceva troppo freddo ci andavo anche, ma ora non è più cosa. Fa troppo freddo per la freddolosa che sono. Filippo rosica, ma sa benissimo che solo lui ha raggiunto qualcosa che nessun'altro ha mai raggiunto.
Tra me e Filippo le cose vanno bene, molto bene. Dorme a casa mia quando facciamo tardi dopo la discoteca, studiamo insieme e sopratutto, asseconda tutte le mie voglie; mi riempie di coccole e non fa altro che ripetermi quanto lui sia fortunato ad avere me. Voglio vedere se si sentirà fortunato quando la bambina nascerà e piangerà e non potrà più fare serate.
Stasera a casa mia verranno a cena gli amici dei miei genitori, tra cui i genitori di Melissa,  di Filippo e di alcuni amici di mio fratello.
Quando torno a casa da scuola, mia madre è già a casa e mio padre le da una mano in cucina li saluto, lascio lo zaino e mi tolgo le scarpe.
Papà: Francesca metti le ciabatte non camminare scalza in casa.
Che palle. Dopo pranzo vado di sopra, faccio i miei compiti, benché domani sia sabato e non si vada a scuola, li faccio già così potrò godermi il fine settimana. Alle sette della sera scendo di sotto e comincio ad apparecchiare la tavola per la cena di stasera, saremo più di venti persone, perciò mi do da fare per apparecchiare una lunga tavolata nella sala da pranzo, metto tutto in ordine e vado di sopra per farmi una doccia. In bagno tra le cose per la doccia trovo una paperella gialla con un bigliettinocon su scritto "Quando potrò cominciare ad occupare il tuo armadio mamma?  By mamma Marta e papà Leonardo."
Non ci credo vogliono proprio cominciare a comprare cose per la bambina?  Io e Filippo ancora non pensiamo neanche al nome, figuriamoci di comprare le cose. Tolgo la paperella dalla doccia e mi faccio una doccia lampo. Mia figlia nascerà pazza, poverina gli tocca ascoltare la musica latino americana tutti i giorni sotto la doccia e Troye Sivan la sera. Povera creatura. Dopo la doccia mi chiama Luca. Oh amato fratello che negli ultimi mesi mi sta facendo tutte e dico tutte le versioni di greco e non solo, mi sta aiutando a mettere su un blog speciale.
Luca: Fra, allora quando è che vieni a trovare me e Miriana?
Francesca: Dovrebbe essere il contrario non ti pare?
Luca: A Natale verrò a casa ma a capodanno io e Miriana andremo in India.
Francesca: In India? Wow altro che studiare e fare una vita da Universitari. Papà lo sa?
Luca: Mamma lo sa e a lei sta bene, sono pur sempre il suo unico figlio maschio preferito. Papà ha detto che per lui va bene, l'importante è che vengo per il Natale. Papà è cambiato molto e credo che sia per colpa tua.
Francesca: Mia ? Nha.
Sapevo che Luca voleva andare in India da un sacco di tempo e papà mi aveva detto che aveva un pò paura di lasciarlo andare lì, ma che comunque è grande e sarà in grado di provvedere da se, quindi io ho forzato la mano e ho convito papà a regalargli il viaggio intero. Ma questo Luca ancora non lo sa.
Luca: Si se non fosse per il fatto che siete in due ora io non sarei mai andato in India con il consenso più totale di papà. Come stai tu?
Francesca: Molto bene, stasera vengo a cena i loro soliti amici, io però alle undici vado a ballare in un nuovo locale.
Luca: A ballare? Ma sei pazza, non puoi andarci, stai rischiando troppo. Fra devi mettere un freno con la discoteca almeno per un anno. Aspetta poi potrai fare come vorrai. Tua figlia assorbe tutto ciò che fai, come una spugna. Mamma lo sa che vai in discoteca?
Francesca: Non lo sa. È un posto tranquillo, lo giuro, solo un'ora e poi casa. Piuttosto fammi andare a preparare prima che arrivi Melissa e mi faccia indossare chissà quale altra cosa strana.
Luca: Mandami una foto del pancione e soprattutto stai attenta e fa la brava.
Francesca: Si, mamma che balle. Ciao Luca.
Luca: Aspetto la foto ciao.
Uno delle mie combo preferite del momento erano i leggins e i maximagliettoni, nascondevano tutto alla perfezione; però era venerdì sera, avevamo ospiti a cena e non andava molto bene quell'outfit. Ma non aveva  l'importanza, mi misi un leggins nero, un maxi maglione lilla e le vans Platform ai piedi. Il cellulare vibra, leggo il messaggio, Filippo: " i miei ed io siamo arrivati stiamo di sotto, posso salire?" " Ok sali pure"
Mi alzo il maglione, metto davanti al mio grande specchio, mi scatto una foto e mentre, sto per scattarmi altre foto, Filippo apre la porta, si avvicina a me, mi da un bacio e mi accarezza la pancia.
Filippo: Che fai? Ti fai delle foto alla pancia?
Francesca: Luca vuole vedere il mio pancino.
Filippo: Oddio, pancino non direi. Fra truccati veloce che stanno per arrivare gli altri e i tuoi sono agitati, per non parlare dei miei, stasera tutti sapranno che stiamo per diventare genitori. Ho un po' paura. Passeremo per i ragazzetti incoscienti lo sai? Ma tu non ti preoccupare io ti difenderò da tutti e tutto.
Francesca: Non mi interessa cosa diranno gli altri o cosa penseranno. Mi trucco veloce. Ti va di fare una foto con me e la pancia?
Filippo: Davvero mi stai chiedendo una foto con la pancia ? Da quanto vuoi fare foto con la pancia? Si ovvio che voglio una foto con te e non solo.
Francesca: Da oggi, faremo foto carine insieme, con la pancia senza pancia, a letto, al parco dove vorremo. Amo altro per ora non puoi avere.
Mi avvicinavo verso il quinto mese e la pancia si iniziava a vedere abbastanza, benché fossi ancora a metà del quarto mese. Una volta truccata e pettinata, Filippo mi prese per mano, mi condusse verso il letto e mi diede un pacchetto.
Filippo: Aprilo.
Lo apri e dentro trovai un paio di scarpette rosa pastello. Mi vennero subito le lacrime. Piansi dalla gioia e diedi un bacio sulle labbra di Filippo che subito mi sollevò e mi prese a cavalcioni, quanto ci era possibile e mi continuò a baciare sul collo, sulle labbra. Ci ricomponemmo e andammo verso lo specchio a fare delle foto, una con la mano di Filippo sul mio pancino, una con Filippo che mi cingeva con le braccia da dietro di me. Mentre stavamo facendo le foto, senza bussare, come al solito entrò Melissa.
Melissa: Uh ma che carini si fanno le foto con il pancione.
Filippo: Entra pure senza bussare Melissa, non ti preoccupare.
Francesca: Non ti preoccupare, Filippo è solo agitato.
Melissa: Nessuno si preoccupa Fra, piuttosto, dammi questo cellulare che ve le faccio io due foto decenti insieme. Tu togliti la maglietta Fra.
Francesca: Cosa?
Melissa: Hai il top, togliti la maglietta non mi dire che ti imbarazza stare solo con il top davanti a Filippo. Avete avuto una figlia insieme. Sbrigati.
Filippo: Dai facciamo queste foto che ho fame.
Mi tolsi la maglia e per fortuna che avevo il reggiseno e il top lilla come la maglia, così tutto sembrava studiato per la foto e meno volgare.
Melissa ci fece un sacco di scatti, alcuni anche con le scarpette sulla pancia,  che il futuro padre mi aveva portato. Erano bellissime.
Quando scendemmo giù, erano tutti già arrivati, salutai loro con educazione e mi andai a sedere vicino a Melissa e Filippo. Prima che la cena potesse iniziare i miei genitori e quello di Filippo, annunciarono a loro amici della mia gravidanza. Tutti cominciarono a darci gli auguri e a farci tante domande ma ad un certo punto mia madre mise fine alle domande e diresse il discorso altrove. Santa donna, aveva capito il disagio mio e di Filippo. Dopo cena, mangiammo tutti il dolce in salotto. Luca aveva ragione dovevo appendere al chiodo per un po' la discoteca. Proposi a Melissa di andare al cinema. Lei capì il motivo e mi disse che saremmo andati in un posto nuovo, molto tranquillo, dove si possono fare giochi da tavolo ecc. Mezz'ora dopo, io, Filippo che guidava, Melissa e Giacomo un nostro amico che era stato invitato dai miei a cena con la sua famiglia in quanto i nostri genitori sono amici, eravamo in macchina che per andare in questo nuovo pub dove altri nostri amici tra cui Anna ci stavano aspettando.
Tornai a casa dopo circa due ore verso mezzanotte e mezza. I miei e i loro amici erano ancora lì ma io avevo chiesto a Filippo di tornare  a casa. Gli altri erano rimasti al pub. Io ero troppo distrutta. Entrai in casa, diedi a tutti la buona notte e papà e Filippo mi accompagnarono in camera.
Papà: Filippo, lo so che è strano sentiserlo dire da me, ma se vuoi stanotte puoi restare a dormire qui. Lo dirò io ai tuoi genitori, dirò che te l ho chiesto io. Non ti preoccupare.
Francesca: Papà non lo obbligare sto bene.
Filippo: No che non mi sta obbligando Fra, ci resto volentieri signore.
Papà: Fra, lo faccio per te, domani resterai la giornata da sola se non resta Filippo a dormire qui.
Papà andò di sotto e dopo poco la mamma di Filippo Rosalba, ci venne a salutare.
Rosalba mi diede un bacio sulla fronte e mi disse: Stai tranquilla tesoro, tutto passerà. Filippo stai attento a Francesca. Filippo annui e Rosalba uscì dalla camera.
Come si sedette sul letto presi sonno e sono certa che è sia stato Filippo a mettermi sotto le coperte.

Ciao Readers, ci ho preso proprio gusto a scrivere.
Devo ancora dare una sistemata al tutto, ma per oggi va bene così.
Spero che questa parte vi piaccia, lasciate tante stelle, un bacio.
-Reb

Quando meno te lo aspetti tutto cambia (Soggeta a revisione al fine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora