Ricordi Amari

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Emily e Merope avevano viaggiato un po' in tutto il mondo, alla ricerca di qualcosa che potesse distruggere gli Horcrux - visto che la spada di Godric Grifondoro non bastava -, fino a giungere alla loro meta, e recuperare ciò che le serviva: sangue di unicorno.

Dopo erano tornate a Londra.

L'aveva portata in un rifugio, lasciandola da sola, mentre lei andava a cercare della legna per accendere il fuoco.

Chiuse gli occhi, godendosi la pace di quella casetta in legno.

La sua mente focalizzó una stanza: lei era al centro, e aveva in mano un mazzo di chiavi.
Poi apparve una porta.

Si avvicinò, e con pazienza provò tutte le chiavi - una per una -, ma la porta non voleva saperne di aprirsi.

Non era la prima volta che la sua mente la portava lì.

"Piccola Potter, ci sei?"

Merope era appena entrata, buttando la legna sul camino di medie dimensioni.
"Incendio"

La legna prese fuoco, riscaldando in poco tempo la piccola casa.

"Mi gira la testa" si lamentò Emy, rilasciandosi cadere sul pavimento.

Merope rise, e in poco tempo le fu accanto per rialzarla.
"Le tue emozioni sono tornate, eh?"

"Scherzi?!"

Si sedette su una sedia, lasciandosi servire - quella che doveva essere - una minestra calda.
"Sembriamo in un ospizio"

"Mangia e zitta" la ammoní "è l'unica cosa che so cucinare"

Emily osservò un'ultima volta quella poltiglia, per poi scanzarla disgustata.
"Dopo cento anni di vita sai cucinare solo questo schifo?"

"Ti preferivo sicuramente con le emozioni" sbuffò "ma il cibo è l'ultimo dei nostri problemi"

Di malavoglia la Gaunt tolse i piatti - ancora pieni - e, al centro della tavola stese una cartina della Gran Bretagna.

"Quanti Horcrux abbiamo?" chiese.

"Noi tre, Silente ce ne ha uno" spiegò la Potter.

"Ce ne manca uno, ma qual è? " poi i suoi occhi furono animati da una scintilla di felicità "Il serpente"

"Quello che gira sempre attorno a Voldemort?"

"Si"

Emily sbuffò sconfortata.
"Non ce la faremo mai da sole"

"No, ma con l'aiuto dell'Ordine, magari..." provò.

"No, non andremo mai a chiedergli aiuto" sospirò "non dopo tutto quello che ho fatto"

"Da quando ti importa quello che pensano?"

Tra una protesta e l'altra, ora erano lì, davanti a quel portone così familiare, ma - allo stesso tempo - così estraneo.

Merope le prese la mano, in un segno di conforto, ma lei la scansò brutalmente.

"Sempre la solita" rise piano l'altra.

Bussò alla porta, incerta.

Dopo qualche secondo dei passi rimbombarono all'interno della casa, e la porta si schiuse.

"Emily?"

"Regulus. Devi sapere che non è un piacere vederti"

La Gaunt rise sotto i baffi.
"Non ti ricordavo così carino, Black"

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