9- MALEDETTO CHAMPAGNE

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Ero da poco entrata a casa e avevo buttato a terra quei maledetti tacchi appena varcata la soglia.
Strappai le forcine lasciando che i capelli ricadessero sulle spalle in onde morbide lasciate dal raccolto, per poi prendere una birra dal frigo e sedermi sui gradini fuori casa.

Non so perché me ne stessi lì a fissare il vuoto con uno stupido abito da sera, ma quando vidi una Jeep fermarsi davanti a casa di Liam mi destai dal torpore.
L'aria era gelida ma io non sentivo alcun freddo.

Guardai Liam scendere dall'auto con ancora il completo ma sprovvisto di giacca e papillon.
La camicia era mezza slacciata e i capelli più disordinati del solito.
Poi vidi la bionda scendere dalla auto aggrappandosi a lui.
Il bacio che si diedero era così passionale che mi chiesi se si sarebbero messi lì a farlo.
Non riuscivo però a staccargli gli occhi di dosso.

Liam si appoggiava a lei che abbassava la mano sotto la cinta dei suoi pantaloni.
Poi il ragazzo si scansò accarezzandosi i capelli, l'aria turbata.

-Grazie per il passaggio Jess ci vediamo- le sue parole erano confuse, trascinate.
-Odio quando fai così, mi dai troppo per scontata! Lo sai che potrei andarmene e non farmi più vedere?- cinguettò lei allungando ancora le mani su di lui.
Non potevo vederlo in faccia ma avrei tanto voluto conoscere la sua espressione.
-E faresti bene, non so perché tu sia qui, sono uno stronzo- lei lo guardò sorpresa per poi posargli un bacio sul collo.

-Perché sei bello, simpatico, una bomba a letto e perché dici queste cose così tenere...- disse lei sciogliendosi.
Lui non fece un passo.
-Forse dovremmo smetterla di vederci invece- sgranai gli occhi a quelle parole, forse era ora di filarsela.

Mi alzai in piedi in punta di dita, ma non ero stata abbastanza veloce.
-È per lei?- la bionda puntò il dito su di me, mi sentivo come una ladra catturata con le tasche piene.
Liam si voltò e vidi il suo stupore nel vedermi.

I suoi occhi erano torbidi e l'espressione indecifrabile.
Mi sentii morire.

-No, è perché ti meriti di meglio e io non posso darti quello che vuoi- fece lui ritornando a guardare la bionda che sembrava stesse per scoppiare in lacrime.

Poi però tirò su col naso e sorrise allegra. Folle.
-Sei ubriaco ne riparliamo domani, ora ti fai una bella dormita e una doccia, puzzi di tequila che strozzi- lo prese in giro schioccandogli un bacio sulla guancia per poi salire in auto.
La vidi partire salutandolo felicemente con la mano.

Liam era stupefatto quasi quanto me.
Alzai l'abito con la mano salendo l'ultimo scalino.
-Che fai ancora sveglia?- ero quasi tentata di ignorarlo, ma avevo più alcool che sangue in corpo e la sua voce mi attirava come una luce per una falena.
-E tu?- ribattei.

Lo vidi fissarmi criptico, era fantastico anche in quello stato.
Mezzo sfatto con gli occhi stanchi.
Ricordai la volta che lo avevo visto dormire e mi chiesi di nuovo perché si nascondesse sempre.

-Tuo padre si aspettava che suonassi stasera- feci prima di bloccare la lingua.
Lo vidi buttare indietro la testa un sorriso storto sulle labbra.
-Mio padre potrebbe anche andare a farsi fottere- le sue parole mi colpirono duramente.
-Liam..- puntò i suoi occhi sui miei mentre scendevo gli scalini per avvicinarmi a lui.

-Non farmi la predica. Non venirmi a dire che non si trattano così i propri genitori, che sono una cattiva persona e bla bla bla non me ne frega niente- lo guardai a bocca aperta.

Ora il dolore nel suo sguardo era lampante insieme a quello nelle sue parole.
E non si preoccupava di nasconderlo, l'alcool aveva abbassato le difese e lui stava crollando. Uscii dal cancello fermandomi dalla parte opposta della strada da dove si trovava lui.
I suoi occhi scivolarono sui miei piedi nudi per poi risalire lentamente tutto il mio corpo spogliandolo.

IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO [TEMPORANEAMENTE SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora