4- UN PO' DI ZUCCHERO

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La mazza da baseball bruciava nelle mie mani.
Magari solo una botta, piccola.

Liam barcollò all'indietro rischiando di cadere dagli scalini, i suoi occhi verdi seguirono tutto il mio corpo mentre si teneva stretto al corrimano.
Mi ricordai solo in quel momento di cosa avessi addosso.

Porca miseria non potevo andare a letto come quelle ragazze nei film?

Mi schiarii la voce appoggiandomi allo stipite, le mani allacciate davanti al petto e il debole tentativo di tenermi stretta almeno l'ultima briciola di dignità rimasta.

Liam fece un sorriso storto, gli occhi verdi brillavano alla luce del lampione.
Indossava una giacca di pelle nera e jeans scuri. I capelli in un disordine sexy come al solito.
Aveva proprio il fascino del bad boy.

-Hai un po' di zucchero?- lo guardai in silenzio. E me ne accorsi solo in quel momento.
Ciondolava con le gambe, lo sguardo appannato e non la smetteva di sorridere.

-Sei ubriaco?- feci un passo avanti, lo vidi lanciare un'occhiata alla mazza.
Sospirai appoggiandola alla porta.
Mi sorrise malizioso.
-Allora?- fece con passo barcollante.

-Non c'è l'ho lo zucchero Liam. Vai a casa- feci un passo indietro.
Si aggrappò alla porta tenendola aperta, quella vicinanza mi fece sussultare.
Lo guardai deglutendo.

–Mi piace il mio nome- aggrottai la fronte osservando le sue labbra stendersi in un sorrisetto lascivo
–quando lo dici tu- strabuzzai gli occhi mentre i suoi scendevano sulle mie labbra.

-Ok smettila, tu sei fuori di testa e domani non ricorderai niente ma io sì - si imbronciò facendomi sorridere.
-Volevo ...-
-Lo so, lo zucchero ma è notte fonda e io sono quasi morta oggi ricordi? Voglio tornare a letto- le sue dita strinsero la presa sulla porta.
-Mi dispiace- alzai le sopracciglia, questa sì che era una sorpresa.

Non credevo che quelle paroline potessero uscire dalla sua bocca.

-Non ti credo, comunque apprezzo lo sforzo. Buonanotte- appoggiai una mano sul suo petto ignorando la sensazione che provai nel sentire i suoi muscoli guizzare sotto al mio tocco e lo spinsi, mettendo più distanza tra di noi.

-Dai Liam faglielo vedere!- mi bloccai un attimo prima di chiudere la porta.
Notai solo in quel momento i tre ragazzi fermi davanti al mio cancello.
Liam si voltò verso di loro sorridendo come un idiota.

Oddio solo lui non bastava? Servivano anche i suoi compagni di gioco? O di bevuta visto come barcollavano tutti.

-Vedere cosa?- feci esitante. Liam scosse la testa e mi parve un po' imbarazzato, era la prima volta che vedevo dell'insicurezza da quando lo conoscevo.
-Il lupo!- urlò il ragazzo biondo appoggiato al mio cancello.
E in coro iniziarono a ululare.

Rimasi paralizzata sperando che i vicini non chiamassero la polizia mentre
Liam scoppiava a ridere tenendosi la pancia.
Anche in quello stato aveva voglia di prendermi in giro.
Sentii le guance arrossarsi per la rabbia.

– Basta! Basta! - esclamai afferrando il braccio di Liam per trascinarlo giù dagli scalini. Dubitavo che senza tutto quell'alcool sarei mai riuscita a farlo, doveva pesare il triplo di me con tutti quei muscoli.

Aprii il cancello spingendolo fuori, rimpiangendo la mazza che avevo lasciato sulla porta.
-Via da qui!- vidi i ragazzi ammutolirsi e notai le occhiate che lanciavano al mio pigiama.
Santo cielo.
-Che artigli gattina!- urlò Liam mentre tornavo a casa.

Cercavo di tenere alta la mia dignità mentre camminavo, ma il fatto di stare indossando un completo a pois rosa non aiutava.
Sentii un tonfo, mi voltai.
Vidi Liam che con un balzo aveva saltato il cancello.
-Ma che cavolo fai?- mi raggiunse e prima che potessi arrivare alla porta la chiuse. Sbiancai.

IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO [TEMPORANEAMENTE SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora