Passai l'intera domenica a fare le lavatrici.
E fui sicura che se mai fossi finita all'inferno mi avrebbero costretto a ripetere quella giornata all'infinito.Guardai esausta gli abiti appesi come cadaveri sullo stendino finendo di bere la mia diet coke.
La mia vita diventava sempre più eccitante giorno dopo giorno, era evidente.Non avevo ancora deciso cosa portarmi a New York così pensai bene di dare una lavata all'intero guardaroba.
Quando verso sera finii di preparare i bagagli scoprii che erano sufficienti un paio di pantaloni e qualche maglione.
Ma tu pensa.Mi sentivo eccitata e spaventata allo stesso tempo. Non ero sicura di quale fosse esattamente la mia posizione nei prossimi giorni, né quali persone avrei incontrato ma di una cosa ero certa: per la prima volta avrei volato in prima classe.
Per la prima volta avrei volato, punto.
Era imbarazzante, ma ero ancora vergine quando si parlava di aerei ed ero elettrizzata.
Mi infilai sotto la doccia pettinando con attenzione i capelli sotto al getto caldo, avrei dovuto dare il meglio di me nei prossimi giorni e seppur l'abito non facesse il monaco aveva comunque la sua importanza.
Mi guardai attraverso lo specchio, l'agitazione dei giorni precedenti era chiara sul mio volto.
La mattina seguente avrei potuto anche evitare di vestirmi, l'ansia mi avvolgeva come un mantello tanto che mi ritrovai seduta fuori dagli scalini di casa un'ora prima del previsto.
Tenevo il piccolo trolley tra le gambe fissando l'erba che si era fatta un po' troppo alta nel mio giardino.
Non ero nemmeno riuscita a fare colazione per quanto avessi lo stomaco chiuso, e questo era un segnale grave per me.Lanciai un'occhiata alla villetta di fronte, nonostante le serrande fossero tirate su ero sicura che Liam stesse ancora dormendo. Non era proprio un ragazzo mattiniero e lo avevo visto rincasare tardi la sera prima.
Avevo deciso di non farci caso e fingere che la casa di fronte fosse di nuovo vuota.
Era stupido sì, ma era l'unica cosa che potessi fare per non pensare a lui e a come erano andate le cose tra noi.Sospirai lanciando giù dagli scalini un sassolino con la punta delle mie sneakers. Mi ero praticamente vestita come un'alunna in gita scolastica, ma era un po' così che mi sentivo.
Una mercedes nera si fermò davanti al mio cancello. Lucente e perfetta.
Improvvisamente mi sentii meno in gita.Un uomo ben vestito uscì venendomi in contro per aiutarmi con la valigia, la caricò nel bagagliaio dopo avermi accompagnato a sedermi sui sedili posteriori di pelle beige.
Ero sorpresa di non trovare Caleb.
L'autista avviò il motore, gli occhiali da sole scuri lo rendevano simile a un agente della CIA. Mi sporsi appoggiando un gomito al sedile davanti.-Ciao Tom, Caleb non viene con noi?- sorrisi quando lo vidi guardarmi dallo specchietto retrovisore.
-No, il signor Gregory è arrivato ieri a New York- ah.
Una nuova consapevolezza si impadronì di me.
Avrei compiuto il mio primo ed emozionante viaggio in prima classe... da sola con Turner.Mi buttai sul sedile sentendo lo stomaco contorcersi.
Quasi fui tentata di infilargli della droga in valigia per sabotarlo. Sbuffai sconfitta, troppo complicato, avrei dovuto pensarci prima.Mezz'ora più tardi io e Tom ci trovavamo all'interno dell'enorme aeroporto internazionale di Seattle-Tacoma ed era davvero... caotico.
Davvero, era un casino.
Mi guardavo attorno osservando quelle persone che, sgambettanti ,avevano chiaro in mente dove andare.
Guardai in cagnesco un bambino con addosso un cappellino giallo che indicò alla mamma il proprio gate.
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IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO [TEMPORANEAMENTE SOSPESA]
RomansaKatie Smith è sempre stata brava a cavarsela, è una ragazza intelligente e con la risposta sempre pronta. Ma la sua vita subisce uno scossone quando la casa di fronte a lei viene occupata da un nuovo inquilino il sexy, e fastidiosamente pieno di sé...