11- KARMA

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Non ero affatto pronta ad affrontarlo.
Dubitavo che lo sarei mai stata dopotutto.

Presi un lungo respiro chiudendomi il cancelletto alle spalle, cercavo di sembrare disinvolta mentre mi avvicinavo a lui.
Sentivo i suoi occhi verdi seguirmi attenti.
Quando li incrociai capii subito di aver fatto un errore.
Le iridi brillavano nel buio della notte facendomi rabbrividire.

-Tutto bene?- si poteva essere più scemi di me?
No, non credo.
Ma non avevo ancora avuto abbastanza tempo per riflettere, e non avevo ancora capito come mi sentissi.

Ero arrabbiata con lui perché si era approfittato di me? Sentii la mia vocina interiore sganasciarsi dalle risate.
Nessuno si era approfittato mi ero praticamente lanciata su di lui.

Deglutii guardandomi intorno per non incrociare il suo sguardo magnetico. La rabbia sarebbe stata più facile da gestire.

L'unica cosa di cui ero sicura era che provavo una profonda e immutabile vergogna.
Accidenti.
-Benissimo- il suo tono glaciale mi spinse a guardarlo, con un movimento agile si alzò in piedi sovrastandomi con la sua altezza.

Il suo profumo mi raggiunse ricordandomi le candide lenzuola chiare del suo letto.
Deglutii e sperai che il buio coprisse il rossore del mio volto.

-Bene sono contenta- borbottai salendo gli scalini. Era infantile lo so ma avrei dato tutto per evitare quella conversazione con lui, ero anche pronta a colpirlo con la mazza per distrarlo.

-Cosa stai facendo Kitti?- mi bloccò, presi un lungo respiro voltandomi mio malgrado verso di lui.
Ti sto evitando Sherlock.
La mia espressione lo fece sorridere diabolico.

-Ok allora parlo io- fece continuando a sfoggiare quel suo solito sorrisetto da schiaffi.
Si avvicinò a me e i miei piedi arretrarono di un passo autonomamente.

Vidi il sorriso allargarsi sul suo volto, Liam poteva davvero fare paura quando faceva così. Quel suo fascino pericoloso sembrava urlarmi di stare lontana da lui.

-Non avresti dovuto assecondarmi, ieri sera non ero lucido - spalancai gli occhi per la sorpresa.
Stava scherzando vero?

Sentii la rabbia iniziare a crescere dentro di me.
-e come sai sono impegnato con un'altra ragazza perciò...- ero sicura che gli occhi mi sarebbero usciti dalle orbite. E poi lo avevo sentito mentre la mollava..

Alzò un sopracciglio aspettando evidentemente che dicessi qualcosa. Praticamente mi stava dicendo che si era pentito e che non era disponibile, quindi dovevo smetterla di provarci, giusto?

Incredibile quanto fosse egocentrico.
-Sei proprio un idiota- feci con una lentezza estenuante, era il riassunto migliore di tutto quello che pensavo in quel momento.

Aggrottò la fronte liscia per poi sorridere malizioso, Dio santo se era insopportabile.
-Però ci volevi andare a letto con questo idiota- non potevo credere che lo avesse detto. Mi morsi l'interno della guancia sentendo la rabbia e vergogna lottare tra di loro.

-No gongolare troppo Casanova, anche io non ero lucida e credimi non succederà mai, mai più-
-Se lo dici tu..- esplosi definitivamente a quelle parole.

-Ma cosa vuoi eh? Ti piace torturarmi?! Sono stata una stupida ed ero ubriaca e dispiaciuta per te-
-Dispiaciuta per me?- il suo tono basso assomigliava a un ringhio seppur contenuto. Fissai i miei occhi nei suoi.

-Si mi facevi pena, sembravi un bambino spaventato- non feci in tempo a finire la frase che già mi ero pentita. Deglutii nervosamente notando un cambiamento nel suo sguardo.
Mi si seccò la gola.

IL RAGAZZO DELLA PORTA ACCANTO [TEMPORANEAMENTE SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora