Parte 1

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Seduta sul suo trono in pietra finemente decorato, la bestia teneva gli occhi chiusi con aria assorta. Stava con i gomiti appoggiati alle gambe e con le mani si sorreggeva il mento, risultando così in una posizione ricurva.

La luce fredda che filtrava dalla finestra faceva apparire il suo manto grigio scuro come se fosse più chiaro, quasi a mimetizzarsi con le piastrelle scure della sala, dello stesso colore delle pareti. Il tutto era sui toni freddi, come l'ambiente ghiacciato in cui era immerso il castello.

Stava riflettendo attentamente sul da farsi mentre il demone accompagnatore camminava avanti e indietro per la stanza, facendolo innervosire.

"Potresti smettere?" gli chiese, la voce che risuonava nella sala vuota, rimbalzando sulle pareti in pietra.

Il demone accompagnatore sbuffò, per niente turbato, ed andò a sedersi sul davanzale della finestra più vicina. Si passò una mano sulla testa lucida e rotonda, dalla quale sbucavano ciuffi di capelli qua e là.

La fredda luce della luna trapassò il suo corpo trasparente e giallognolo come se fosse un soprammobile di vetro opaco anziché una creatura vivente.

La bestia rifletteva, voleva che ci fosse silenzio per riuscire ad ascoltare meglio i propri pensieri. Avrebbe voluto sentire solo il rumore del suo respiro, ma non gli era possibile.

Aprì gli occhi e notò che, come sospettava, il demone accompagnatore stava agitando la coda.

Sospirò arrendendosi alla sua opprimente presenza e si rimise seduto composto, addrizzando la schiena fino a toccare lo schienale del trono.

"Cosa ti agita tanto?" chiese al demone accompagnatore, scrutandolo con i suoi occhi azzurri velati di bianco, stesso colore della pupilla.

"Tutta questa faccenda" confessò con voce gracchiante l'essere giallognolo, ora seduto a gambe incrociate sul davanzale.

I suoi occhi scuri, unico particolare di lui che pareva concreto, data la quasi totale trasparenza del suo corpo, erano puntati sul pavimento.

"Non è opportuno fare accordi con la strega tuttovedente" aggiunse.

La sua coda non dava segno di volersi fermare, veniva agitata continuamente a destra e a sinistra senza mai sbattere contro la parete o il vetro della finestra.

La bestia aspettò un attimo prima di rispondere.

Si voltò a sinistra, guardò il paesaggio ghiacciato attraverso il vetro, perdendosi a contemplarlo per un breve istante.

"Forse hai ragione, ma non saprei cos'altro fare" ammise. "Da quando mi ha proposto l'accordo, non riesco a pensare ad altro"

Si alzò dal trono ergendosi in tutta la sua altezza.

Lubov era fatto così, quando si metteva in testa qualcosa era difficile che riuscisse a lasciar perdere.

Aveva ereditato dai genitori il castello di ghiaccio in cui viveva, uno dei tre castelli del regno delle bestie.

In tutti i suoi anni di vita, però, non era riuscito a conquistare un'altra bestia perché accettasse di diventare sua compagna di vita.

Se avesse continuato così sarebbe stato la vergogna della sua famiglia.

Il regno delle bestie era circondato da una foresta impenetrabile che gli umani consideravano maledetta, per questo nessuno ci si addentrava da millenni, ma a renderlo irraggiungibile davvero era un incantesimo protettivo. Nessuno sapeva dell'esistenza di quel regno, a parte le bestie che ci vivevano. Loro, al contrario, sapevano tutto degli umani e vivevano in una società che si ispirava alla loro. Alcuni di loro, non potendo vivere nel mondo umano pur desiderandolo, erano in grado di osservarlo attraverso gli specchi.

The Beast of the Ice KingdomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora