Parte 10

258 30 1
                                    

Einrich aveva paura, paura di Adam.

Era arrivato il momento di chiedergli spiegazioni, ma temeva la sua reazione.

Aprì la bocca per parlare e si accorse di avere la gola secca.

Adam mosse un altro passo verso di lui, costringendolo ad arretrare ancora.

Gli leggeva in volto che non capiva il perché di quel comportamento.

Tese una mano nella sua direzione, ma d'istinto Einrich si ritrasse.

Adam sgranò gli occhi per un attimo, poi il suo viso si contrasse in un'espressione affranta che non credeva gli avrebbe mai visto fare.

Aveva abbassato lo sguardo, mentre Einrich continuava a guardarlo preoccupato.

"Hai paura di me? Cosa ho fatto di sbagliato?" chiese, quasi a se stesso.

La sua voce era ferma, ma tradiva un grande dispiacere.

Einrich sentì una stretta al cuore.

Era stato stupido a trarre conclusioni affrettate e ora se ne pentiva.

"Scusa, è che.." iniziò a parlare. La sua voce non era affatto ferma. Tremolava, vacillava, così come le sue convinzioni. "Non offenderti ma questa sembra la casa di un assassino.. o di qualcuno che fa parte di una setta" spostò lo sguardo sulla parete sporca di cera.

Si sentiva uno stupido solo per averlo detto, ma aveva dovuto. Non poteva mettere a tacere quel presentimento come se niente fosse.

"Mi sono reso improvvisamente conto che non ti conosco affatto" continuò, a sguardo basso, ma sempre controllandolo con la coda dell'occhio.

Lubov non capiva. Non capiva dove avesse sbagliato.

Però aveva capito che ormai il danno era fatto.

"Io non sono niente di tutto questo" gli rispose, sperando di riuscire a tranquillizzarlo. "E non voglio farti del male. Non potrei mai"

Einrich tornò a guardarlo negli occhi, ancora spaventato.

Lubov sentì che tutto era andato perduto in un battito di ciglia. Si rese conto che era vero, non aveva mai detto niente di sé ad Einrich, lo aveva ingannato.

Aveva dovuto farlo, ma non era comunque giustificabile.

In una relazione non contava solo l'aspetto fisico, ma lui non aveva messo in gioco nient'altro. Se ne accorse solo adesso, che sembrava essere troppo tardi.

Anche se tutto gli sembrava perduto, non voleva perdere Einrich in questo modo. Teneva davvero a lui.

"Credimi, ti prego" gli chiese, disperato. "Ti dirò tutto"

Einrich esitò.

Lo vedeva seriamente affranto, ma le sue parole dimostravano che in effetti aveva davvero qualcosa da nascondere.

Deglutì il nodo che gli si era formato in gola.

"Ti ascolto" gli disse.

"Sediamoci" propose Adam.

"Sto bene così" gli rispose Einrich, pietrificato dalla tensione.

Adam si sedette per primo, ignorando la sua obiezione.

"Siediti, non sarà una cosa facile da accettare" insistette.

Decise di credergli e fece come gli aveva chiesto, restando però a debita distanza.

"Ti ho già detto che vengo da molto lontano" iniziò.

Non sapeva come lui avrebbe preso la cosa, se gli avrebbe creduto o meno, ma sapeva che ormai non c'era altro che potesse fare.

The Beast of the Ice KingdomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora