Parte 23

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Era passato qualche giorno dall'incontro con i lontani parenti di Lubov. Una lettera era giunta al castello, scritta da loro per comunicare che accettavano di tornare a far parte ufficialmente della famiglia reale. L'indomani li avrebbero raggiunti perché si celebrasse il rito che avrebbe permesso a loro figlio di nascere come legittimo erede al trono.

Einrich si trovava nella stanza di Lubov, che negli ultimi tempi era diventata anche la sua.

Davanti a lui, su un manichino, era stata appoggiata con cura una veste di seta color viola scuro che sfumava in blu, tempestata da puntini bianchi che sembravano stelle. I bordi neri erano stati cuciti finemente e il capo sembrava davvero degno di un'occasione importante.

Il ragazzo la guardava senza dire nulla. Era rapito dalla bellezza di quell'indumento, ma allo stesso tempo iniziava a sentirsi agitato.

"Ripensamenti?" si sentì chiedere. "Sei ancora in tempo per lasciar perdere e andartene" continuò con voce gracchiante il demone accompagnatore.

"Dov'è Lubov?" gli chiese Einrich, senza smentire né confermare.

"In un'altra stanza, a prepararsi"

Il demone accompagnatore era appoggiato allo stipite della porta, teneva le braccia incrociate e lo guardava con aria di sospetto. Eppure a lui non pareva di avergli fatto una richiesta troppo strana.

"Non dirmi che non posso vederlo prima del rito.."

"Non è questo, anche se è tradizione che gli sposi si preparino separatamente. Lubov ha chiesto a me di stare qui e che mi accertassi di darti tutto ciò di cui hai bisogno"

"Ho bisogno di Lubov" insistette e sospirò. "Devo parlare con lui, con te non si può parlare"

L'essere giallognolo sollevò un sopracciglio, infastidito dalla sua affermazione.

Einrich non ce la faceva a sopportarlo, non quel giorno.

Stava per sposarsi, non era uno scherzo, e non aveva idea di cosa dovesse aspettarsi. Non aveva ripensamenti, voleva stare con Lubov, ma stava iniziando ad avere fifa.

Tutti i pensieri che gli affollavano la mente lo stavano facendo impazzire.

"Perché devi sempre fare lo stronzo? Ti ho già detto che lo amo e voglio stare con lui, insieme siamo felici, dammi tregua!"

Lo sguardo del demone si indurì.

"Questa volta stai facendo tutto da solo" rispose, serio.

Einrich si sedette sul letto, abbassò la testa e se la prese con le mani.

"Lo so.. ma.. ho paura. È stupido?"

Il demone sospirò.

"Celebro da sempre le unioni nella famiglia reale e ogni volta qualcuno rischia di lasciarsi prendere dal panico. Non è stupido, è una cosa abbastanza comune"

Einrich alzò lo sguardo verso di lui, stupito del fatto che stessero avendo una conversazione civile, per una volta. Stava cercando di dargli sostegno? Sembrava troppo strano per essere vero.

Il demone accompagnatore si spostò dallo stipite della porta per andare a sedersi sul letto, a debita distanza dal ragazzo. Tornò ad incrociare le braccia e puntò lo sguardo verso l'alto.

"Lubov vuole che io approvi la vostra unione.. per me è difficile, ma ho capito che vi amate e sto cercando di venire a patti con ciò. Detto questo, dimmi come posso aiutarti a superare il panico. Lubov vuole che ti sostenga in questo momento, quindi lasciamelo fare" gli chiese.

Einrich continuava a guardarlo incredulo. Rimase in silenzio per un paio di secondi prima di riaprire bocca.

"Questo significa che sarai meno cattivo con me?"

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