Finché morte non ci separi (Anakin, Padmé)

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Richiesta di RagazzaAngelica

I contorni della visione di Anakin si sbiadivano progressivamente, la sua testa girava per i terribili fulmini Sith, il suo respiro si affievoliva man mano che passavano i secondi. Ma il suo spirito era più vivo che mai, sprizzante gioia per aver finalmente visto suo figlio, Luke, per aver scoperto e amato un'altra figlia, Leia, anche se solo per pochi minuti.

"Di' a tua sorella... che avevi... ragione". Gli occhi blu cristallo di Anakin si spensero con queste parole accorate, un'ultima richiesta di essere ricordato non come Darth Vader, ma come l'Eroe senza Paura, sebbene quel titolo fosse così inadatto. Le ultime sensazioni del mondo dei vivi, una brezza leggera data dal decollo di una nave, le lacrime di Luke che gli cadevano sul viso e che non meritava e il suono ovattato degli imperiali che correvano in tutte le direzioni, diventarono sempre più vaghe nella mente del Jedi. Fino a spegnersi completamente.

Improvvisamente, Anakin non era più nell'hangar della seconda Morte Nera. Non c'erano più soldati allo sbaraglio. Non c'era più Luke. Soltanto un'eterea nebbiolina azzurra, una pace tangibile nell'aria. Anakin abbassò lo sguardo sulle sue mani, e vide che erano di carne e ossa. Sentì i capelli intorno al viso, e le gambe stabilmente biologiche. Il Jedi aveva compiuto il passaggio ultimo senza nemmeno rendersene conto, e non era certo in un posto così tranquillo che si aspettava di finire.

"La tua vita è iniziata come quella di un eroe ed è finita come quella di un eroe. Tutto il resto è stato solo un tragico errore".

Anakin si voltò di scatto per cercare la sorgente dell'angelica voce femminile che aveva udito.
Trasalì quando vide di chi si trattava, il cuore gli balzò nel petto nonostante fosse già morto.

"Padmé?" domandò incredulo alla donna vestita da sposa, i capelli scuri e ondulati intrecciati in un'acconciatura semplice ma al contempo bellissima.

La donna non rispose, ma si avvicinò all'anima di Anakin a passo lento, un sorriso ammaliante che illuminava il suo viso.
"Ani... sei tu..." mormorò alla fine, quando fu abbastanza vicina. Gettò le braccia intorno al marito perduto mentre lui ricambiava il gesto, i cuori di entrambi che volavano di gioia.

"Mi sei mancata tanto" disse Anakin distaccandosi per un momento, ancora incapace di credere ai suoi occhi. Padmè, proprio di fronte a lui!

"Anche tu mi sei mancato" replicò dolcemente la donna fissando il suo sguardo in quello di lui, perdendosi ancora una volta, dopo tanti anni, in quel meraviglioso blu oceano.

Anakin si rabbuiò improvvisamente e abbassò lo sguardo su un suolo inesistente. "Non avresti dovuto sentire la mia mancanza" mormorò "ho fatto cose orribili".

Padmé sgranò gli occhi e abbracciò forte il marito. "Non dire così" lo rassicurò "hai sistemato tutto, hai portato equilibrio nella Forza come dovevi fare. Ti ho perdonato, tutti dovrebbero farlo".

Anakin scosse la testa, sebbene rincuorato dalle parole di sua moglie. "Hai idea delle cose orribili che ho fatto?" esclamò. "A momenti uccidevo i nostri figli... te ne rendi conto?".
Una lacrima eterea percorse la sua guancia, gli occhi di sua moglie che lo guardavano preoccupati.

"Non puoi cambiare il passato, Ani" disse Padmé usando quel nomignolo che adorava. "Ma hai salvato il futuro, è questo che conta". Anakin si appoggiò all'abbraccio di questa donna meravigliosa che aveva ancora il coraggio di amarlo dopo tutto quello che aveva fatto.

Tutto ad un tratto, l'aura azzurra intorno a loro si smaterializzò e i due sposi si trovarono in un campo situato nella foresta di Endor, in cui c'erano i loro figli, felici per la vittoria e pacificamente insieme. Padmé rivolse loro un sorriso, pur sapendo che non potevano vederla, mentre Anakin si rese conto di aver attirato l'attenzione di Luke.

E improvvisamente realizzò che, con il proprio sacrificio, aveva reso migliore la galassia del loro futuro. Sorrise a Luke con un'espressione buona, paterna, poi scomparve di nuovo insieme a Padmé.

E Luke e Leia, sorridendo, assistettero al primo, eterno bacio dei loro genitori.

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