No. 4: Collapsed Building

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Pare che a farla da padroni siano stati gli amici favorevoli a Vader&Luke. Spero che questo tema sia gradito anche a chi ha chiesto altre coppie! Cercherò comunque di inserire anche gli altri abbinamenti in un paio di occasioni... ci sono dei prompt che sembrano fatti apposta per Han e Luke o Han e Leia.
Collego questa one shot alla richiesta di gocciadirugiada06 che mi aveva chiesto il prompt 79 della lista 2. Perdona il ritardo infinito!
Ora entriamo nel vivo della sfida. Questa storia non è particolarmente angst, anzi, per niente (non sono neanche un po' soddisfatta, onestamente) ma più andremo avanti e più sarò cattiva (-:
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Luke Skywalker si appiattì contro la parete, reggendo il blaster nella mano sinistra senza abbassarlo nemmeno per un secondo. Con la destra si scostò dalla fronte un ciuffo di capelli madidi di sudore, imponendosi di respirare un po' più piano: probabilmente stava avvertendo tutta la base della sua posizione.

Non era stata una buona giornata, si disse mentre riprendeva fiato. Si era infiltrato in quella base imperiale per appropriarsi di alcuni file di estrema importanza strategica per l'Alleanza; li aveva presi, era stato scoperto e ora aveva mezzo esercito alle calcagna. Subito dopo aver rubato i piani aveva dato alla flotta ribelle il permesso di bombardare la base dopo cinque minuti, il tempo che doveva bastargli per uscire; soltanto dopo i nemici l'avevano avvistato e avevano sparato proprio contro il suo comlink. Tra le altre cose, sentiva in lontananza la presenza di quello che non doveva essere suo padre.

Erano così passati quattro minuti e Luke era solo in un edificio immenso prossimo all'esplosione senza modo di contattare i compagni. Almeno il suo comunicatore aveva avuto la decenza di prendersi il colpo che altrimenti gli avrebbe fatto saltare in aria l'anca.

Restava il problema del tempo: soltanto un minuto per salvarsi la pelle.

Non appena ebbe ripreso fiato Luke si fiondò a rotta di collo lungo il corridoio, sperando che gli assaltatori fossero rimasti indietro e che l'uscita fosse, come gli suggeriva la Forza, da quella parte.

Sentì una voce gridare, poi i suoni degli spari che lo rincorrevano, scoppiando sempre più vicini.

"Mani in alto, feccia!" sbraitò qualcuno dietro di lui.

Luke non ascoltò, doveva correre, doveva salvarsi la pelle, doveva uscire... trenta secondi. Mancavano trenta secondi!
Le sue gambe lo portarono via, muovendosi per inerzia senza che lui decidesse una direzione precisa. Ma doveva trovare quella giusta!

Doveva uscire. Doveva salvarsi.

Per una frazione di secondo, il ragazzo vide una finestra. Per quella frazione di secondo sentì la speranza scorrere di nuovo nelle sue vene, accelerò la corsa.

Poi sentì il rombo, il tuono che fece tremare violentemente il pavimento sotto i suoi piedi. Il rumore del destino, il ruggito della morte che arrivava di corsa.

Luke inciampò, cadde lungo disteso sulla superficie di durasteel e lì rimase, incapace di muoversi mentre la terra veniva scossa dal bombardamento e l'allarme trapanava le sue orecchie. I Ribelli erano arrivati.

Cosa poteva fare ora? Non si riusciva nemmeno a stare in piedi, scappare non era un'opzione. Perfino gli assaltatori, saggiamente, avevano mollato la loro preda e stavano fuggendo barcollando verso i gusci di salvataggio.

Gusci per accedere ai quali serviva un codice.

Luke imprecò ad alta voce. Anche raggiungere quella possibile via d'uscita era da escludere. Restava solo la finestra, e i terribili tuoni si facevano sempre più vicini.

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