Capitolo Quattordici - Da Adesso é Sospesa.

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Seduta su una fredda panchina, aspiro la mia prima sigaretta del giorno. Se la scuola non fosse così stressante e pesante, forse non fumerei e forse non la salterei nemmeno.

Mia madre non la vedo da due giorni, ma probabilmente la scuola l'avrà avvertita della mia assenza di ieri, ma se non ha risposto in precedenza a Shawn, non credo avrà risposto anche a loro.

Sbuffo, appoggio i gomiti sulle gambe e il palmo della mano sotto il mento, sembra che io stia pensando, ma in realtà sono ancora immersa dall'immagini di Shawn a petto nudo mentre lo bacio.

Non finirò mai di dire che é stato davvero bravo, ma ho fatto un grande errore a provare a imitare la scena di Lydia e Styles, perché ora ho solo lui nella testa, lui e il suo fare arrogante, antipatico, altezzoso e chi più ne ha più ne metta.

Ma le persone che lo stimano e lo amano, non sanno che è fatto così?

E invece Peter? Cosa mi ha combinato questa notte?

Ormai la sigaretta è arrivata fino al filtro, la butto nel cestino accanto a me.

Ancora tre ore e sarò libera da questa prigione.

«Stai saltando matematica?», mi giro, un ragazzo castano è dall'altra parte della siepe bassa a guardarmi, l'ho già visto, credo che frequenti un paio di corsi insieme a me, si morde il labbro inferiore.

«Esatto, pure te?», chiedo.

«Si, io mi chiamo Lawrence, sono il ragazzo che è seduto esattamente due posti indietro a te.», dice sorridendo.

«Ti ho sempre in mezzo alla mia visuale, la tua folta chioma nera è difficile dimenticare.», sorrido.

«Io invece sono Cher.», dico girandomi del tutto e sorridendo.

«Pensi che non sappia chi tu sia? Sei sulla bocca di tutti.», mi alzo in piedi.

«Questo è l'importante, bisogna sempre parlare della sottoscritta.», dico ridendo, pure lui lo fa.

«Sei, brava, hai sempre B, come mai sei qua?», continua, faccio spallucce.

«Non mi piace, tutto qua.», rispondo vaga.

«Comunque hai finito la sospensione per il casino in palestra?», mi chiede, lo guardo male.

«Si, ma sono ancora in punizione a casa.»

«Brutta storia, comunque... sono quasi le dodici, vado, che devo andare dall'altra parte della scuola. Ci vediamo in giro.», gli faccio un cenno e lui va avanti per la sua strada.

Prendo lo zaino da terra e ritorno dentro scuola.

«Cherylin Martial Dubois, sa che è severamente vietato fumare? É la quarta volta che la trovo a infrangere le regole.», dice un uomo spuntando da una porta, mi spavento, é il professore di storia.

«Ora andiamo subito in presidenza, cosí chiameranno immediatamente casa.», continua.

«Ha pure saltanto una lezione, a quest'ora dove doveva essere?»

In questo preciso momento credo di essere più arrabbiata di prima.

«Matematica.», sputo acida.

Ma il ragazzo di prima non lo ha visto? Stava anche lui saltando l'ora.

Il professore mi fa entrare nella hall della presidenza, ma poi mi dice di entrare nell'ufficio della preside.

Mi siedo sulla poltrona in pelle, poi lo vedo scomparire.

Dopo un paio di minuti una donna alta, slanciata, bionda con tratti fini, varca la porta di vetro.

«Buongiorno Cherylin, sempre qua in presidenza, vedo che ti piace.», dice scherzando.

Otto. (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora