Capitolo 39 - Special Agent

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Sono passati tre giorni.

Esattamente tre giorni fa ho perso tutto ed io sono rimasta nel mio hotel a disperarmi in solitaria nella mia camera d'albergo a parte Amira, Owen e gli altri che sono venuti a trovarmi e mi hanno tartassata di messaggi e chiamate per starmi vicina. Ovviamente sul cellulare di scorta che usavo quando ero agente.

Il primo giorno ero distrutta, ho pianto fino a perdere i sensi, fino a finire la mia riserva di lacrime.

Il secondo giorno sono rimasta nel letto di questo hotel a guardare il vuoto.

Il terzo giorno mi sono alzata dal letto e sono uscita dalle mura di questo hotel ed ho provato a cercare qualche appartamento discreto, ma non l'ho trovato. Ho ripromesso a me stessa di non buttare più fuori nessuna lacrima.

Il quarto giorno è oggi. Mi stai facendo venire una depressione degna del Guinness dei primati.

Mi alzo dal letto e mi faccio una doccia super rilassante, come se l'acqua calda riuscisse ad alleviare il dolore che provo. Mi sento persa, vuota. Mi sono svuotata da tutta la felicità e tutte le emozioni belle che provavo. Sono riuscita a distruggere tutto quello che si era creato nella mia vita e sono riuscita ad autodistruggere me stessa.

Esco dalla doccia e mi asciugo i capelli con le mie solite azioni abituali, pensando e ripensando ai giorni scorsi e alla promessa che mi sono fatta. Spengo il phon quando ormai i capelli sono asciutti e metto automaticamente un filo di trucco per non risultare appena uscita da una bara di un cimitero, perché è così che mi sento. Io vorrei dire ... Zitta vocina mi ci manchi solo tu!

Mi vesto con un top dolcevita bianco che lascia scoperto un filo di pancia, indosso dei jeans neri come il mio umore e indosso le mie puma completamente bianche. Indosso il mio cappotto e con solamente il cellulare mi dirigo alla sala colazioni, se non metto niente nello stomaco morirò di fame.

Bevo il mio caffè e mangio una brioche vuota calmando il mio stomaco che in questi giorni non ha ricevuto abbastanza cibo.

Saluto Lara, la ragazza che lavora alla reception molto simpatica e dolce nonostante come primo impatto non fossi stata io quella gentile.

Esco dall'hotel esattamente alle 8 in punto. Ho un appuntamento con Owen nel Bar da Stephen. Mi ha detto solamente che era urgente e che non avrebbe accettato un no come risposta. Mia cugina ha saputo che sono stata a casa sua, ma avevo detto di aver risolto, quindi la vedrò più avanti. Le ho detto un po' come sono andate le cose e lei più di chiunque altro mi capisce, nonostante lei sia scappata di casa e non sia stata cacciata per fare lo stesso lavoro.

Il bar da Stephen non è tanto lontano da qui, ma prendo ugualmente la mia auto e accendendola mi dirigo in fretta alla mia destinazione.

Parcheggio in un parcheggio qui vicino e mi incammino verso l'entrata del bar. Da lontano scorgo delle teste famigliari e noto subito dopo le loro facce, Aiden, mia mamma e mio papà sono nel marciapiede vicino all'entrata di un palazzo qui accanto. I loro occhi indiscreti mi scrutano e non fanno nient'altro. Io li guardo uno ad uno e dopo un ultima occhiata entro dentro il bar con il peso al cuore che aumenta il mio dolore. Faccio dei profondi sospiri e mi guardo intorno. Ora sicuramente Aiden scoprirà con chi venivi qui.

Scorgo dopo quattro secondi la testa di Owen che mi scruta seduto in un tavolo in fondo alla sala, ma quello che più mi stupisce è il fatto che lui sia da solo, senza Jaxon o Amira o Harold...

Mi faccio coraggio passando lentamente in mezzo alle teste spensierate dei clienti intenti a conversare, ridere e fare colazione insieme in questa giornata fresca e cupa. Forse cupa per te! Grazie vocina sei di grande aiuto, come sempre. Lo so, lo so e costo meno dello psicologo! Era ironia se non l'avessi capito.

"Ciao Owen." dico fermandomi appena davanti alla sedia vuota di fronte a lui intento a leggere adesso il menù. "Posso?" dico e lui alzando la testa dal menù che secondo me legge con un po' troppa enfasi mi fa cenno di sedermi. "Buongiorno agente Wyatt." Mi acciglio. Ma che sta dicendo? Perché tiene un comportamento così strano? "Non sono più un agente Owen." dico calma mentre ci guardiamo, io stranita e lui tranquillo e sereno.

"Cosa prendi?" torna a guardare il suo menù e a scrutare ogni bevanda e ogni pietanza che è riportata sopra a quella pagina che non ha mai voltato.

"Ho già fatto colazione in hotel." dico piatta rompendomi di lui che fa il vago. Insomma, è o non è un agente dell'FBI, sembra che abbia perfino paura a parlarmi evitando il momento.

"Sei dimagrita in questi tre giorni." Lo guardo con un sopracciglio alzato. "Non sono dell'umore per ballare una Macarena" Dico sarcastica provocandogli una leggera risata.

"A proposito di hotel." Owen interrompe il silenzio che si era creato dopo che il cameriere era venuto a prendere la sua ordinazione. "Vai qui." sussurra passandomi un pezzetto di foglio con un indirizzo scritto a penna. "Cosa sarebbe?" chiedo guardandolo e tenendo il bigliettino in mano "Un appartamento in affitto, spero che faccia al caso tuo." sorrido appena e metto il biglietto in tasca. "Grazie Owen." sussurro guardandolo, mentre il cameriere porta la sua brioche e il suo caffè americano.

"Vuoi tornare?" Lo guardo e credo di avere un punto di domanda enorme stampato in fronte perché subito dopo si spiega "Se vuoi puoi tornare operativa." tira fuori il mio vecchio distintivo dell'FBI e lo appoggia sul tavolo "Non più in via ufficiosa ma stavolta in via ufficiale." d'altronde ho bisogno di un lavoro, no? Guardo il distintivo e lo prendo tra le mani un po' titubante. Esternamente è fatto in pelle nera, sembra quasi un passaporto. Ha in alto la scritta dorata F.B.I. in mezzo il logo della Federal Bureau of Investigation e in basso la scritta stampatello SPECIAL AGENT. Questo distintivo è nuovo, ancora intatto perché è stato con me solamente un mese. Lo apro scorgendo i miei dati e la mia foto di riconoscimento. La stessa foto scattata anni fa quando avevo finito l'addestramento ed ero riuscita a diventare una vera e propria agente federale. Lo stesso che ti ha fatto perdere la famiglia e in più anche il tuo amato!

"Okay." sussurro appena facendo fatica a sentirmi perfino io, mentre porto il mio sguardo perplesso da Owen al mio distintivo. Ma sei scema o cosa? Infine ho perso tutto per via di questo lavoro, ma anche se non lo praticassi sarei comunque nella stessa situazione perché alla mia famiglia e ad Aiden non importa il fatto che io sia un agente dell'FBI, ma più che altro è il fatto di aver dovuto tenere nascosta una cosa di questa portata a tutti loro per tutto questo tempo. Sei senza speranze!

||I'M AN FBI AGENT, BUT I HAVE A BODYGUARD 2 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora