RYE
Quando Brook mi ha chiamato in preda al panico dicendomi che Andy non stava bene, mi sono catapultato a casa loro. Mi ha accolto Jack che mi ha spiegato in breve cosa fosse accaduto, anche perché nessuno dei due aveva capito il motivo dei gesti che Andy aveva fatto dopo quella telefonata. Sono salito al piano di sopra, ho bussato alla sua porta e ho atteso appoggiato ad essa fino a che non si è deciso ad aprirmi. Non ho voluto forzarlo a raccontarmi l'accaduto ed è per questo che ci siamo seduti ai piedi del letto in religioso silenzio, volevo che si sentisse al sicuro e che capisse che avrei atteso fino a quando non si fosse sentito pronto.
Mi ha raccontato un pezzo doloroso del suo passato che ha deciso di racchiudere in una frase, che agli occhi di tanti potrebbe risultare priva di senso, ma che invece per lui ne ha fin troppo. Non mi sarei mai aspettato che dietro a quella maschera da duro si nascondesse un animo così fragile e segnato da un problema troppo grande da affrontare nell'adolescenza. Ma, infondo, anche io sono così e sono pronto a raccontarglielo.
«Come ben sai, il rapporto tra me e mio padre è stato inesistente nonostante vivessimo sotto lo stesso tetto. Quando ero più piccolo, ero un ragazzino pieno di energie, pieno di sogni e ambizioni ma non mi sentivo particolarmente compreso dai miei genitori. Mio padre non approvava le mie passioni e mia madre, a quei tempi, era sempre occupata con il lavoro e non capivo che lei sarebbe sempre stata dalla mia parte. L'unico che veramente mi capiva era mio fratello Robbie, anche se era più grande, quando necessitavo di attenzioni lui era lì per me, non riuscirei a trovare delle parole per descriverlo perché tutte quelle che conosco non gli renderebbero giustizia.» mi passo la lingua sulle labbra mentre faccio un profondo respiro.
«Quando decisi di andarmene di casa, lui non ne fu felice e finimmo per litigare facendo passare mesi senza che ci parlassimo fino a che non me lo ritrovai sotto casa un sabato mattina. Mi ricordo che era una bella giornata di sole e passammo tutto il giorno insieme al parco, parlando del più e del meno, senza mai toccare l'argomento perché la distanza faceva male ad entrambi ma lui capiva che io non potevo più vivere in quel modo, ha preso tanti schiaffi per proteggermi ma ciò non ha mai fatto cambiare idea a mio padre. Se ne andò che era ormai sera, precisamente le undici e trenta, ci salutammo con un abbraccio senza sapere che sarebbe stato l'ultimo che ci saremmo scambiati. Qualche ora dopo, mia madre mi telefonò dicendomi che un camion non aveva rispettato una precedenza schiantandosi contro l'auto di Robbie che morì sul colpo, furono inutili tutti i tentavi di rianimarlo. Ho passato dei mesi ad incolparmi per ciò che gli era accaduto, perché se non avesse guidato fino a Londra solo per vedere me, sarebbe ancora vivo.» una lacrima solca la mia guancia senza che io me ne accorga, il pollice di Andy passa sotto il occhio eliminandone il passaggio.
«Ho incolpato perfino mio padre perché era stato lui la causa del mio trasferimento e, se le cose fossero andate diversamente, potevamo essere la classica famiglia perfetta. E i miei demoni, a quei tempi, erano mio padre e il mio cuore che riusciva a provare troppo amore per persone che poi se ne sarebbero andate, come mio fratello. Mi sono chiuso a riccio per anni, poi ho incontrato il mio ex ragazzo per cui avevo perso la testa finendo per rimanere scottato anche con lui e da quel giorno decisi che non avrei voluto più provare sentimenti per qualcuno né avrei cercato di costruire un rapporto con mio padre, poi sei arrivato tu che hai spezzato ogni limite che mi ero imposto.» finalmente alzo lo sguardo incrociando quello di Andy che mi fissa con gli occhi lucidi, nessuno dei due parla e così ci limitiamo ad accarezzare uno il viso dell'altro.
Andy passa i pollici sulle mie labbra spostando spesso lo sguardo da esse ai miei occhi prima di avvicinarsi lentamente per lasciarvici sopra un bacio delicato, come se avesse paura che gli possa scivolare dalle mani da un momento all'altro. Posa poi la sua fronte contro la mia chiudendo gli occhi, lo faccio anche io posando poi le mie mani sopra le sue che si trovano sulle mie guance.
E in quel momento non ci importava della persona che aveva divulgato la nostra foto, né dei componenti della crew che ci avevano abbandonato con parole poco carine, avevamo accantonato perfino la notizia di suo padre perché c'eravamo solo io e lui, chiusi nella nostra bolla d'amore. Dove entrambi sapevamo di poter contare l'uno sull'altro, che non ci importava del passato dell'altro perché era una parte che aveva caratterizzato entrambi rendendoci le persone che siamo adesso e che il destino ha deciso di far incontrare. Ci siamo innamorati l'uno dell'altro, nonostante i caratteri opposti, le vecchie vicissitudini, i difetti e molto altro, perché l'amore quando c'è riesce a distruggere ogni barriera senza chiederti il permesso. Nessuno avrebbe mai giudicato l'altro ma lo avrebbe appoggiato nelle sue scelte, giuste o sbagliate che siano.
Tutto questo niente e nessuno sarebbe in grado di distruggere, ne ora ne mai.
● SPAZIO AUTRICE ●
Volevo dirvi che questa storia sta partecipando ai #Wattys2019
quindi ogni condivisione o spargimento di voce per me sarebbe un grande aiuto!Un bacio, Jess ❤️
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SECRET LOVE || Randy ||
FanfictionE se i Roadtrip non esistessero? E se non fossero nemmeno cantanti? Ryan Beaumont è appassionato alla danza dall'infanzia, in particolare la street dance, che coltiva da auto didatta. I suoi genitori non hanno mai approvato questa sua passione così...