<< aspetta, ma tua mamma non era malata? >>
jennie's pov
decido di tornare a casa.
sono esausta e ho davvero un forte bisogno di fumare.
la strada è vuota, solitaria, e il colore post tramonto del cielo la abbellisce ancora di più, le da un non so che di attraente.
giungo nel mio piccolo quartiere, che non cambierà mai tra l'altro; le case sono tutte disposte in base a una suddivisione metrica specifica, non mi sforzerò mai di capirla, di verde c'è ben poco, e sono l'ultima persona che può lamentarsi dato che la maggior parte dei mozziconi che si trovano a terra sono miei.
non mi sono mai chiesta perché fumo, semplicemente non lo vedo come un problema, fumo e basta, facendo si che la nicotina abbia il suo effetto dominante che riesce sempre a calmarmi.
prendo la chiave di casa da sotto il tappeto dove la tengo segretamente nascosta, ed entro.
tutto in disordine, il divano su cui mi sono addormentata è ancora disfatto, la televisione accesa trasmette programmi su ''come mantenersi in forma'', non è proprio il mio genere; mi dirigo in camera mia, tutto ordinato dato che ho passato la notte sul divano fumando e guardando la tv.
esco in giardino, ma nell'aprire la portafinestra sbatto contro qualcosa di vitreo, il mio posacenere, e solo ora realizzo quanto sia pieno di mozziconi lasciati a metà e altri quasi del tutto neutri.
cazzo
non voglio pulire, quindi scavalco il pasticcio di cenere e mozziconi, ed esco.
mi siedo sotto il gazebo che mi ha preso mia madre, prendo il mio pacchetto di malboro e ne estraggo una.
estraggo l'accendino dalla tasca inferiore dei miei jeans e accendo la sigaretta; la porto alla bocca e mi lascio inebriare dal caloroso sapore familiare della nicotina, lascio a lei i miei pensieri attuali, i miei problemi di salute e tutto ciò che ora contribuisce a rovinarmi la vita.
sento il cellulare squillare nella mia tasca inferiore dei jeans, lo prendo per vedere chi si stia interessando a me, ma quando leggo il nome di mio padre sul dispositivo decido di non rispondere; lui insiste e mi chiama una seconda volta alla quale sono costretta a rispondere, premo il tasto verde del cellulare e aspetto che sia lui a iniziare il discorso, come sempre, << jennie >> la sua voce roca e ferma sembra quella di un robot dal vivavoce, << papà >> dico io facendo un altro tiro dalla sigaretta, << il dottor Chan mi ha contattato mentre ero a lavorare, oggi pomeriggio >> mi informa << e quindi? >> chiedo << dice che in questo periodo fumi più del dovuto >> e quindi? << scusami tanto papà se il medico ti ha contattato per metterti a conoscenza del fatto che tua figlia sta male, proprio mentre stavi lavorando, scusami tanto se non ti degni mai di venire a trovarmi e chiedermi come sto, scusami tanto se non mi importa più nulla della scuola, scusami tanto, ma sai, a volte dimentico di avere un padre >> dico rimanendo neutra, non sono mai stata una ragazza emotiva, ne di persona, ne al telefono, ho sempre mantenuto un tono neutrale, in tutto e per tutto.
<< jennie, non mancarmi di rispetto in questo modo >>
<< altrimenti? cosa pensi di fare, papà? vieni a casa mia a ricordarmi quanto io faccia la bambina cattiva che dice solo come stanno le cose? bene, fai pure, sempre e solo se ti ricordi almeno dove vivo eh >> dico prima di riattaccare e spegnere la sigaretta accendendone un'altra.
decido di scrivere a jisoo, una delle poche persone che tollero:
jisoo
ciao, jennie! come stai?
jisoo è una delle poche persone che si degnano di chiedermi come sto, penso che sia la mia migliore amica.
come sempre, vieni da me.
arrivo tra quindici minuti, sto facendo la spesa, c'è anche namjoon
ah, namjoon, è la sua crush da per lo meno tre anni, loro dicono di essere migliori amici, ma a io non me la bevo, naturalmente.
portami un pacchetto di sigarette e le cicche alla menta
sarà fatto, arriviamo tra poco
mh
entro in casa, devo per forza pulire il macello, se non voglio far puzzare di fumo tutto l'appartamento.
inizio a pulire il pasticcio di cenere e mozziconi, passando poi al divano disordinato; una volta finito di fare pulizia vado in bagno a lavarmi i denti, perché se c'è una cosa che odio del fumo è l'odore che lascia in bocca, sembra che hai un vulcano nello stomaco per quanto puzza.
sento il campanello suonare e sono costretta ad alzarmi dal letto su cui mi sono seduta, e aprire.
<< jennie! >> jisoo si scaraventa su di me non appena apro la porta per farli entrare, ha fatto un colore nuovo ai capelli, un rosso rubino? aish, non mi intendo di ste robe, << ciao jisoo >> la saluto ricambiando lievemente il suo abbraccio, e cercando di scrollarmela di dosso per salutare namjoon battendogli il pugno, << ciao jennie, ti abbiamo preso le cicche >> dice lui, è sempre stato un ragazzo molto gentile ed educato, perfetto per jisoo, ma le mie orecchie vogliono sentire ben altro, << e le sigarette? >> chiedo << no, jisoo le abbiamo dimenticate! >> rimango immobile a fissare entrambi, e quando realizzo che jisoo tiene qualcosa nella tasca della felpa mi rilasso, ma sto al gioco, << bene, allora andate a comprarmele, dato che vi siete dimenticati >> faccio per buttarli fuori da casa mia, ma jisoo si blocca di colpo << no no no, scherzetto! eccole >> dice tirandole fuori e porgendomele, le prendo dando a namjoon i soldi per ciò che mi hanno preso, << perché le hai nascoste jisoo? >> chiedo inarcando un sopracciglio << p- perché jennie, tu fumi troppo, e ti fai del male, e io non voglio che tu stia male >> mi dice << mh, non mi faccio del male, semplicemente mi rilasso >> dico, ma dato che la conosco e so che si sente preoccupata seriamente, << va bene, per sta sera non fumerò >> dico, non dicendole del cancro che rischio di prendere;
passiamo la serata a guardarci una serie tv schifosa, parla di relazioni sentimentali, che schifo, quella roba.
sono circa le due di notte e jisoo è decisamente ubriaca, << la porto a casa >> dice namjoon prendendola in braccio delicatamente e io mi ritrovo ad annuire.
<< ci vediamo jennie >>
<< ciao joonie >> dico prima di notare che lui poggia qualcosa sul tavolo, ma quando mi alzo per vedere cosa sia loro sono già usciti, mi avvicino al tavolo, e continuo a pensare che le mie teorie siano giuste, namjoon è proprio un bravo ragazzo se ha deciso di non tenersi i soldi per se, me li ha ridati, ed è stato un gesto molto maturo da parte sua.
raggiungo il divano ed estraggo finalmente le sigarette, mi è mancato fumare in queste ore, quindi inizio con una, ma finisco con il finire mezzo pacchetto in pochi minuti.
mi addormento, come di quotidianità, sul divano.
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buh,
ci sto prendendo troppo la mano uwu;;
jess