five

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jennie's pov

penso che tutti abbiano il loro modo di svegliarsi, ma perché io devo sempre venire tartassata da qualcosa?

faccio scorrere il mio cellulare da sotto il cuscino, dato che mi stava praticamente ronzando nelle orecchie, e osservo il mittente di quella chiamata mattutina, '' numero sconosciuto '', perfetto, non sono tenuta a rispondere; metto il telefono in silenzioso e lo riposiziono sotto il cuscino.

ho freddo.

mi alzo e vado in camera, buttandomi di peso sul letto, per poi coprirmi con le sue coperte; il letto è freddo, tutto in questa casa è freddo, porcaputtana.

mi alzo e vado a prendere il cellulare sul divano, notando di avere molti messaggi non letti, a passo dormiente me ne torno in camera, nella stessa posizione di prima.

la maggior parte dei messaggi sono di jisoo

ehi zuccherinooo del myp ciore

come sta8!??"?

soko a casa e con me c'è najmkoon

mi hs baciara

finlmenre

sonk jelicissoma

dive cje ogfi dorme con me

yeeeeeè

ota devo anfaew

ciau junnie

non rispondo nemmeno ai messaggi, jisoo ubriaca è peggio di mio padre.

osservo l'ora e noto che sono le 6:34

che razza di coglione ti chiama alle sei e trentaquattro del mattino?

decido di rimettermi a dormire, poggio il telefono sul comodino e chiudo gli occhi, poi tutto buio.

un fascio di luce attraversa la mia tenda, svegliandomi.

afferro il telefono e noto numerose chiamate dal numero sconosciuto, ma una mi colpisce in particolar modo, mio padre mi ha chiamata alle 11:34, e ora sono le 12:06

devo richiamarlo; nella mia vita non è mai capitato che mio padre chiamasse verso le undici, solitamente è a lavoro.

resto qualche attimo a osservare il suo nome sul dispositivo, poi chiamo.

risponde al terzo squillo, << jennie >> il suo tono duro e fermo mi trasmette un piccolo brivido sulla schiena, ma come sempre gli tengo testa, << papà. >>

<< perché non hai risposto quando ho chiamato? mi sono preoccupato >>

sì, come no.

<< dormivo. >> non mi piace dover rispondere alle domande, nemmeno quando sono costretta ad andare dallo psicologo.

<< perché mi hai chiamata? >> chiedo notando che non dice nulla, << devi andare dal medico jennie, mi ha chiamato e detto che hanno trovato ciò a cui miravano- il cancro- devi dirmi qualcosa? >>

<< no, devo andare >> e riattacco.

se hanno individuato il cancro ai polmoni è meglio che vada, anche se non ne ho proprio voglia.

mi stiracchio tendendo le lenzuola e poi mi alzo; i piedi nudi vengono subito a contatto con il pavimento freddo ed è una delle cose che odio più al mondo.

dopo essermi lavata e preparata mi dirigo verso la cucina per farmi un caffè; nel frattempo mi metto comoda su una sedia e accendo una sigaretta, non mi importa se dovrei evitare per la mia salute, se ho voglia di fumare, fumo.

mi imbatto nel traffico già di prima mattina, e non è molto piacevole; continuo a pensare a cosa deve dirmi il medico, non sono preoccupata, ma se mi hanno svegliata alle sei del mattino per una cazzata gli infilzo la siringa nel culo.

<< buongiorno >> mi saluta la segretaria all'entrata, ma io non ricambio il sorriso.

<< sto cercando il dottore che si occupa di me. >>

<< nome? >>

<< non lo so, se lo avessi saputo glielo avrei detto no? >> vedo che fa una faccia indignata << il tuo nome. >> dice semplicemente, << jennie, kim jennie >> fa scorrere le dita sulla tastiera del computer in maniera molto rapida, poi mi guarda, << il dottore è in pausa pranzo, lo aspetti nella sala d'attesa >> senza dire nulla mi dirigo nel posto in cui mi ha mandata; mi siedo in una sedia in fondo e aspetto.

passano circa dieci minuti e mi sto letteralmente annoiando, quindi inizio a guardare Instagram.

<< scusami? è occupato qui? >> sento dire da una voce femminile molto sottile, leggera; alzo lo sguardo sulla ragazza e noto che è esattamente la stessa ragazza che ho fatto salire in macchina quel giorno in cui pioveva a dirotto, la stessa.

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non ho riletto, scusate se fa schifo.

jess

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