26. Sono pronta

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NARRATORE POV

Appena Soobin sentì la porta di casa chiudersi, segno che Yoongi e y/n fossero andati via, egli andò dalla madre per pararle delle domande che gli erano state poste dal moro. Raccontò che Yoongi desiderava conoscere il passato della sorella, e che gli sarebbe piaciuto aiutarla a superare le sue fobie, precisando che, ovviamente, non aveva rivelato nulla sul vissuto di y/n, in quanto fosse di quest'ultima il compito di farlo, quando si sarebbe sentita pronta.
«Quel ragazzo è così dolce», sospirò la madre, fissando il vuoto con sguardo sognante.
«So a cosa stai pensando», disse Soobin, e lei lo guardò spaesata. «Papà teneva a te», aggiunse il giovane ventenne.
In risposta ottene una fragorosa risata da parte della donna. «Se ha fatto quel che ha fatto, vuol dire che non mi amava», mormorò fredda, mentre nella sua mente si presentarono immagini di
ciò che era avvenuto in passato, e dei litigi con quell'uomo il giorno che lei venne a conoscenza di tutta la verità.
«Ma è stato con te per molti anni! Vi siete sposati, avete fatto dei figli insieme e...».
«E poi lui ha fatto del male a me, a tua sorella e a moltissime altre persone», esclamò la signora, interrompendo il figlio minore, per poi sbuffare. «Tesoro, non parliamo di questo... sono brutti ricordi che preferirei dimenticare».
«Scusami. Volevo solo farti capire che papà ti amava, nonostante tutto, e che...». Ma la mamma lo bloccò ulteriormente, questa volta, però, tirandogli un sonoro schiaffo sulla guancia.
«Tuo padre è un uomo spregevole e ha commesso un sacco di errori, facendo soffrire tanta gente. Lui non amava nessuno, odiava tutti noi, e vedere che tu, mio figlio, stia cercando di difenderlo, mi fa vergognare!», urlò la donna, in preda alla rabbia, mentre Soobin si posò una mano sulla gota, rossa a causa del ceffone. Ci fu un intenso scambio di sguardi tra i due, poi lei corse fino in bagno, lasciando il figlio seduto sul divano, con gli occhi lucidi e il cuore dolorante, ferito dal comportamento della madre.

«Tieni, indossa queste», disse Yoongi, porgendo a y/n le scarpe offerte dal locale, fatte a posta per giocare a bowling.
«Grazie», sorrise lei, ed il moro rimase incantato a fissarla per un po', rapito come al solito dalla troppa bellezza della giovane.
Quando si riprese dallo stato di trance, prese y/n per mano e la condusse sino alla pista nella quale avrebbero giocato la loro partita.
«Hai mai giocato?», le chiese, e l'infermiera negò con un cenno della testa.
«Tu?», domandò ella a sua volta.
«Sì, da piccolo ci giocavo ogni tanto con Jimin», rispose il moro, ricordando le giornate passate al bowling, nei giorni di pioggia, nei quali non potevano andare al parco, ma venivano comunque obbligati dai loro genitori a non stare a casa così da non poter giocare ai videogiochi.
«Come te la cavi?», chiese sempre y/n, e Yoongi tossì leggermente imbarazzato.
«Ehm... diciamo che lasciavo sempre vincere Jimin per non farlo rattristare», disse, portando una mano a grattarsi la nuca, causando nella castana una grassa risata. «Ehi, cosa ridi?», esclamò offeso il più alto.
«Mi fai sempre divertire», disse y/n, avvicinandosi poi al giovane così da stampargli un veloce bacio sulle labbra, gesto che però non bastò a Yoongi, che prese quindi la ragazza per i fianchi, riportandola vicino a sé per poter baciarla con più passione. Succhiò e leccò quei boccioli di rosa con vigore, in seguito fece entrare la lingua all'interno della bocca di lei, e vagò per tutta la cavità orale di y/n alla ricerca della compagna.
Quando Yoongi capì di star finendo il fiato, decise di interrompere il bacio, staccando la sua bocca da quella dell'infermiera, ma restando comunque ad una minima distanza.
«Tengo a te più di qualunque altra cosa», mormorò il moro, lasciandole un casto bacio sulla fronte, per poi portare una mano a spostare una ciocca dei capelli castani della giovane lontano dagli occhi di lei.
«Davvero?», domandò scherzosamente y/n. «Pensavo che tenessi più a Jungkook», aggiunse, e Yoongi roteò gli occhi.
«Andiamo, chi non vuole bene alla propria famiglia? Suppongo che anche tu tenga molto a tua madre, tuo fratello e tuo padre», rispose egli, ma ascoltando quell'ultima frase, y/n distolse lo sguardo da quello del moro e lo puntò verso il pavimento, per poi fare le spallucce.
«Mio padre, certo...», sussurrò a bassissima voce e con tono freddo, sperando di non essere sentita dal suo accompagnatore. Ma ovviamente Yoongi aveva un ottimo udito - solo quando gli faceva comodo - e riuscì a comprendere perfettamente ciò che la giovane aveva detto.
«C'è qualche problema?», chiese quindi, sperando di ricevere spiegazioni, che però non ottenne.
Difatti, y/n si allontanò dalla stretta del moro, e disse: «Lascia perdere».
«Non ti va di... non so... parlarne?», tentò Yoongi, ma come sempre, ebbe una risposta negativa.
«Adesso non ne ho molta voglia. Allora, giochiamo?», domandò poi y/n, ed il moro capì subito che si trattasse solo di una scusa per cambiare discorso, ma lasciò perdere, non volendo costringerla a trattare un argomento che, per il momento, ella preferiva evitare.
«Volentieri. Vieni qui che ti insegno come si fa», disse Yoongi, prendendo la mano della più bassa per accompagnarla verso la palla che avrebbe usato quel giorno.
«Ma se tu non sai giocare», si prese gioco di lui la giovane, facendogli la linguaccia e l'occhiolino, scoppiando in seguito a ridere nel vedere la faccia offesa del moro. «Sei bello con il broncio», aggiunse lei, dando voce ai suoi pensieri. Non si era affatto accorta di averlo detto ad alta voce, e per questo si fece poi tutta rossa in volta per l'imbarazzo.
«Sono bello, eh?», scherzò questa volta Yoongi, ridendo a causa della reazione di y/n per quello che lei stessa aveva detto. «E comunque non è vero che non so giocare», precisò.
«Sì, invece. L'hai detto tu poco fa», controbatté allora l'infermiera.
«Io ho detto solo che lasciavo vincere Jimin. Lui era più piccolo, si sarebbe messo a piangere altrimenti», ammiccò il moro, e y/n non poté fare altro se non sbattersi una mano sulla fronte.

Nurse | M.Yg.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora