10. Almeno due volte

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YOONGI POV

Il mio primo ciclo di chemio era appena terminato e, fortunatamente, era capitato proprio nel periodo di Natale: mancavano solo tre giorni.
Almeno non avrei dovuto passare questo giorno festivo rinchiuso nelle quattro mura della mia stanza d'ospedale, ma sarei potuto stare a casa, in compagnia di Taehyung.
Invece Jimin domani pomeriggio sarebbe partito per tornare a Daegu, un paio di giorni, per stare con il padre ed il fratello. Mi dispiaceva non poter avere anche il rosa il giorno di Natale, ma non gli avrei mai impedito di passare del tempo con la sua famiglia; anzi, ero stato proprio io ad intimarlo di tornare a casa per le feste, e di non preoccuparsi per me ed il biondo.
Stavo preparando il borsone in cui avrei riposto tutto ciò di cui avrei avuto bisogno a casa. Una volta rientrato in ospedale per il secondo ciclo di cure, avrei potuto riavere la mia camera, quindi non sarebbe servito svuotare ogni singolo cassetto di quella stanza. Poi y/n mi aveva promesso che sarebbe stata a vigilare tutto il tempo, in modo che nessuno si sarebbe potuto avvicinare e prendere qualcosa.
A proposito di y/n, era così gentile che mi stava aiutando a preparare i bagagli.
«Mi raccomando di non fumare», mi ricordò per la sessantesima volta. Non faceva altro che ripetermelo, ed io continuavo ad annuire, scocciato.
«Sei sicura di non voler passare il Natale con me e Taehyung? Ci divertiremo insieme». Questa volta ero io ad insistere. Mi dispiaceva lasciarla sola in un giorno che, solitamente, doveva essere vissuto con la propria famiglia. Ma da come avevo intuito, y/n non era affatto in buoni rapporti con i suoi genitori.
«No, non voglio essere di troppo disturbo», disse la giovane infermiera.
«Ci farà solo piacere averti con noi: più siamo e meglio è». Provai a convincerla in tutti i modi, ma non ci fu nulla da fare. Proprio non ne voleva sapere di darmi retta. «Tanto so dove abiti», sussurrai ad un tono bassissimo, quasi incomprensibile... tranne da y/n. Quella ragazza sembrava avere un udito bionico: riusciva a sentirti anche se le parlavi da un chilometro di distanza.
«Chi te l'ha detto?», chiese sconvolta.
«Ecco... diciamo che potrebbe avermelo riferito Seokjin», comunicai imbarazzato.
La castana sospirò. «Yoongi, così sembri solo uno stalker».
Ridacchiai. «Sarà... quindi vieni?», insistetti.
«No, lavoro quel giorno», spiegò y/n, nel mentre che ripiegava degli asciugamani e li riponeva nel cassetto.
«Non puoi lavorare a Natale, è illegale», dissi leggermente frustrato. Era strano che fossi io quello che si lamentava e non y/n.
«Nel mondo di medici ed infermieri è normale. Piuttosto, dimmi: hai intenzione di farlo con Jimin?», chiese cercando di cambiare discorso.
«A Natale tornerà a Daegu, ma questa sera certo che sì!», dissi con tono ovvio, facendo ridere la ragazza.
«Non vorresti prima avere una relazione stabile con lui?», domandò.
«Una... relazione? Non così presto».
«Yoongi, ci state provando da più di un mese! Jimin sta aspettando solo questo!», mi riprese subito y/n.
Mi grattai dietro la nuca, imbarazzato. «Forse con l'avvento del nuovo anno... senti, non sono ancora pronto», mi lamentai. Incrociai le braccia e misi su un piccolo broncio. Non era colpa mia se non ero esattamente il tipo da relazioni.
Y/n si avvicinò e mi posò delicatamente una mano sulla spalla. «Yoon, se la tua è solo attrazione fisica e non vero amore, lascia perdere. Non iniziare un qualcosa che poi non sarai capace di portare avanti, facendolo quindi soffrire. Non portartelo a letto solo per tuo piacere personale. Non. abusare. di. lui». Disse l'ultima frase scandendo per bene ogni singola parola. Il suo sguardo era più serio che mai mentre mi faceva quel piccolo discorso. La guardai senza proferire parola: mi aveva lasciato a bocca aperta, non sapevo proprio cosa dire. Non avrei voluto assolutamente far stare male Jimin, e lui lo sapeva visto che glielo avevo ripetuto non si sa quante volte. Ma nemmeno avrei voluto iniziare così presto una relazione. Che poi tanto presto non era perché – come aveva già detto y/n – era passato più di un mese da quando avevamo iniziato a sentirci in quel senso, non da semplici amici.
Ad interromperci fu proprio il soggetto della nostra conversazione: una piccola testa rosa fece capolino nella stanza, seguito da Taehyung. Y/n si allontanò subito da me e salutò cordialmente i due ragazzi.
«Ciao ragazzi, vi auguro di passare un Buon Natale!», augurò ai miei amici, i quali ringraziarono, per poi andarsene. Ma non prima di avermi lanciato un'ulteriore occhiata. Capii subito a cosa si riferisse, così annuii.
«Sei pronto a tornare a casa? Devi solo firmare un paio di fogli», mi disse Jimin.
«Andiamo», risposi io, alzandomi in piedi e dirigendomi verso l'uscita della stanza che avrei rivisto solo dopo due settimane.
Durante il tragitto per raggiungere la reception, incontrammo il medico Kim.
«Ciao Jin hyung!», lo salutammo contemporaneamente noi tre, eseguendo anche un piccolo inchino, essendo che si trattasse di un nostro superiore.
«Oh, buonasera ragazzi», ricambiò il dottore. «Passate delle belle vacanze», disse con un piccolo sorriso disegnato sul volto.
«Grazie. Tu cosa farai?», domandai. Sapevo che non era sposato, e che i suoi genitori erano venuti a mancare da un paio d'anni, quindi ero curioso di sapere con chi avrebbe passato il 25 dicembre.
«Il giorno di Natale dovrò lavorare», spiegò. Anche lui?
«Oh, ci dispiace», disse Jimin sincero.
«È sempre andata così, ci ho fatto l'abitudine. Adesso vi saluto, il dovere chiama. Ancora Buon Natale». E se ne andò.
Questa cosa che tutti lavorassero il giorno di Natale non mi piaceva affatto.
«Arrivo subito», comunicai ai miei due amici. «Jin, posso parlarti un secondo?».

Nurse | M.Yg.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora