5. Seoul

631 32 1
                                    

NARRATORE POV

«Ecco fatto!», esclamò Jimin lasciandosi cadere sul freddo pavimento, esausto e allo stesso tempo soddisfatto del lavoro appena svolto.
Con l'arrivo di aprile era anche giunto il giorno del tanto atteso trasferimento. I tre amici si erano recati a Seoul nel pomeriggio, accompagnati dai genitori di Yoongi e dal padre del rosa.
La loro nuova abitazione era un appartamento, di medie dimensioni, posto vicino al centro della capitale – e soprattutto vicino all'ospedale, proprio come desiderava Jimin.
Il condominio era composto da una spaziosa cucina, un salotto, due bagni e due camere da letto.
La prima stanza che si incontrava  subito dopo l'ingresso era il salone, con un grande divano nero in pelle vicino al muro ed una televisione posta davanti. Seguivano una libreria e varie piante per completare l'arredamento. Era una stanza molto luminosa in quanto c'erano due larghe finestre da dove penetrava la luce del Sole.
«È stato faticoso, ma ce l'abbiamo fatta», aggiunse Taehyung posando il piccolo Yeontan a terra. La palla di pelo iniziò a girovagare curioso per casa, annusando ogni mobile che trovava davanti al suo cammino. Dopo aver scaricato tutte le macchine con cui erano giunti in città, e aver salutato le loro famiglie (tra cui c'era anche un piccolo Jungkook in lacrime), i tre ragazzi rimasero da soli nel nuovo appartamento.
«Sono troppo stanco per mettere in ordine tutto adesso», si lamentò il biondo sbuffando ed accomodandosi sul sofà. Tastò la superficie morbida di esso, per poi attorcigliarsi su se stesso ed addormentarsi in un battito di ciglia. Yoongi prese una coperta e coprì il minore per non fargli prendere freddo.
«Lasciamolo dormire. Ti va se andiamo a cena da qualche parte, solo noi due?», propose poi al suo migliore amico.
Il piccolo parve rifletterci un attimo, poi disse: «S-Solo noi due?».
«Esatto, come facciamo spesso. Inoltre da domani pomeriggio sarò ogni giorno in ospedale, quindi non avremo molto tempo da passare insieme», spiegò il menta ammiccando, gesto che fece arrossire un poco il rosa.
I due si prepararono in svelta ed uscirono, ma non prima di aver lasciato un biglietto a Taehyung con su scritto: "Noi usciamo, dormi bene".

«È davvero carino questo posto», commentò Jimin, vestito di una semplice camicia bianca e dei jeans neri e strappati. Non ne capiva il motivo, ma quella sera si sentiva molto in ansia, nonostante fosse in compagnia del suo migliore amico. Forse era proprio lui la causa.
Il ristorante si chiamava "The Han View" proprio perché c'era una fantastica vista del fiume Han.
Quando si entrava nel locale la prima cosa a cui si poteva assistere era un muro bianco con su scritto la parola "Salang*" in nero, seguito da diversi cuori rossi e rosa, ed il resto delle pareti erano in abbinata con essi. Diciamo che si trattava più che altro di un ristorante per coppiette.
«Hai ragione», rispose Yoongi il quale indossava una camicia nera con dei disegnini gialli e dei jeans chiari e strappati.
I due avevano già ordinato perciò erano in attesa del cameriere con le loro portate.
«Devo parlarti», se ne uscì il menta rivolgendosi al ragazzo seduto di fronte, il quale gli lanciò un'occhiata confusa. Yoongi pensò a vari modi su come iniziare il discorso: purtroppo non era riuscito a prepararselo in precedenza perché l'uscita di quella sera non era affatto prevista. Ma quando Taehyung si era addormentato sul divano, non si era voluto far scappare l'occasione.
Ora che ci pensava, Yeontan era praticamente solo in casa. Sperava non avrebbe fatto casini.
«Ti piace qualcuno?», Yoongi andò dritto al punto dopo aver pensato per bene alle parole adatte con cui avviare l'argomento. Solo che non era riuscite a trovarle, così aveva scelto il metodo più semplice.
Jimin parve rifletterci per un po', poi balbettò: «N-nessuno», arrossendo e abbassando la testa.
Yoongi scosse la testa ridacchiando. «Ti conosco bene e so perfettamente quando menti. Forza, sai che puoi dirmelo», lo incoraggiò.
«Questa volta proprio non posso», rispose il rosa negando con il capo.
«Si tratta di Taehyung?», curiosò il menta. in realtà lui sapeva già quale fosse la risposta: aveva saputo dal biondo che il rosa provava qualcosa nei suoi confronti, ma che lo stesso Jimin doveva ancora capirlo. Era passato un po' di tempo dalla chiacchierata che ebbe con Tae, ed il rosa non si era ancora rivelato. Era arrivato il momento di farlo parlare.
«Certo che no!», esclamò Jimin. «Insomma, Tae è un bel ragazzo, ma non penso sia il mio tipo», precisò per non risultare scortese nei confronti dell'amico.
Yoongi rise. «E allora di chi sei innamorato?», domandò avvicinando il volto al rosa. Jimin deglutì a vuoto. Stava per rispondere con un'altra scusa (forse), ma fu interrotto dall'arrivo del cameriere con il loro cibo.
Jimin aveva ordinato del kimchi – molto kimchi – mentre Yoongi aveva scelto il bibimbap.
I due mangiarono in silenzio facendo cadere in questo modo la conversazione precedente.
Magari la avrebbero ripresa più tardi.

Dopo un piccolo dibattito su chi dovesse pagare la cena – vinse Yoongi – i due ragazzi decisero di prendere un gelato in una gelateria lì vicino.
Erano seduti su una panchina; il rosa aveva scelto un cono con fragola e cioccolato, mentre il menta una coppetta con crema e nocciola.
Gustavano il loro dessert mentre parlavano del più e del meno: non era ancora arrivato il momento di riprendere il discorso di prima.
La serata stava continuando tranquillamente, finché Jimin non si accorse di un ragazzo castano, seduto poco distante da loro, che non la smetteva di fissare Yoongi.
Questa cosa infastidì molto Jimin, mentre rabbia e gelosia si fecero spazio in lui. Cominciò a lanciare occhiate glaciali al ragazzo, sotto lo sguardo confuso del menta.
«Perché stai guardando quel tizio?», domandò Yoongi.
«È lui che ti sta guardando, dovrebbe smetterla», rispose il rosa. «Fai una foto che dura di più!», urlò poi al giovane uomo costano, il quale capì che si stava riferendo a lui e voltò subito lo sguardo altrove.
«Jimin, mi spieghi che hai ultimamente?». Il menta lo prese per il braccio spingendolo a voltarsi verso di lui. «Ti comporti in modo strano».
«Non potresti capire», rispose il piccolo alzandosi e correndo via, in direzione del loro appartamento.
Yoongi sospirò esausto. «Perché ho un migliore amico così complicato? », penso tra sé e sé.

La mezzanotte era passata da poco e Jimin rientrò in casa. Le sue guance erano rigate dalle lacrime. Era triste perché in questo mese si era reso conto di essere innamorato pazzo del suo migliore. Lui avrebbe tanto voluto dire cosa provava per il menta, ma se poi lo avesse rifiutato come avrebbe superato la cosa? No, non poteva rischiare. In qualche modo si sarebbe fatto passare la cotta.
Quando mise piede in salotto notò che Taehyung non era più steso sul divano, dove lo avevano lasciato qualche ora prima, quindi andò a controllare se si fosse spostato sul letto. Non era nemmeno lì. Tutto il malessere del rosa svanì, lasciando posto a confusione e preoccupazione. Tentò di chiamarlo al telefono ma il biondo non rispose: sembrava come essere svanito nel nulla. Intanto anche Yoongi tornò a casa. Avrebbe voluto ricevere una rivelazione da Jimin proprio quella sera, ma cambiò idea quando si accorse dell'agitazione del rosa.
«Che hai?», domandò preoccupato.
«Taehyung è scomparso. Ho provato a chiamarlo ma non ho ricevuto risposta», spiegò il piccolo portando i suoi occhietti rossi sul menta.
«Andiamo a cercarlo!», esclamò Yoongi prendendo Jimin per il braccio e spingendolo fuori dall'appartamento.
«Non può essere andato troppo lontano, in fondo non conosce la città. Tu continua a chiamarlo». I due continuarono a correre senza sosta, in cerca del biondo.
«E se qualcuno lo avesse rapito?», propose Jimin.
«Rapito? Chim, non scherzare», lo riprese Yoongi. Sperava vivamente che non fosse successo quello che diceva il rosa: ci teneva a ritrovare il suo nuovo amico.
In circa dieci minuti giunsero alla riva del fiume Han, e lì videro un ragazzo biondo – rivestito di un giaccone nero ed un capello del medesimo colore – seduto a terra, con le gambe al petto, affiancato da un cagnolino di piccola taglia e dal pelo marroncino.
«Eccolo!», esclamò Yoongi, contento del fatto che l'ipotesi dell'altro non fosse vera. Jimin intanto tirò un sospirò di sollievo mentre si avvicinava al biondo.
«Tae!», lo richiamò poi, quando fu abbastanza vicino da essere sentito. Ma il ragazzo non si voltò.
La mano di Jimin si posò sulla spalla di Taehyung e con uno strattone lo fece voltare, rivelando il volto del più piccolo ricoperto da tanti piccoli tagli.
«Tae!», urlò nuovamente Jimin, spaventato da quella vista. Intanto anche Yoongi li aveva raggiunti e quando notò la bellissima faccia del biondo rovinata in quel modo, spalancò gli occhi smisuratamente sbiancando.
«Che cazzo...?!».











Salang: "Amore" in coreano.


-ANGOLO AUTRICE-

Buongiorgio gente!💜
Allora... questo capitolo è più corto del solito, ne sono consapevole e mi dispiace.
Il problema è che non ho avuto affatto tempo di scrivere in questa settimana, e anche la prossima sarà lo stesso.😔
Ultimamente sono piena di verifiche, ho la testa che mi scoppia.
Ma state tranquilli, cercherò sempre di pubblicare almeno un capitolo a settimana.💗
Pensiamo il lato positivo: si avvicinano le vacanze di Natale.🥳
Che bello, potremo dormire! Ed io avrò più tempo per scrivere, quindi, chissà, potrebbero arrivare più capitoli in una settimana :D.
Cosa avete fatto in questo 8 dicembre?
Raccontatemi un po' la vostra giornata.
Ora vi lascio, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante la sua lunghezza minima.
Se vi va lasciate una stellina ed un commento.❄️
Alla prossima!💜

Nurse | M.Yg.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora