19. Confusione

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La felicità.
Tutti ne parlano, tutti la desiderano, ma non tutti sanno realmente cos'è.
Le felicità non sono i soldi, né l'alcol, né il fumo, né il sesso, né la droga: quelle sono solo autodistruzioni mascherate da divertimento.
Nessuna di queste cose, infatti, ti dà affetto, comprensione, fiducia, amore.
Anzi, spesso ti danno dipendenza, ti danno " piacere " per un istante, lasciandoti poi un vuoto dentro.
Che te ne fai di un attico se a viverci sei solo?
Che te ne fai di una sbronza ad una festa se poi non ti ricordi nulla, portandoti solo il ricordo di un forte mal di testa la mattina dopo?
Che te ne fai di una sigaretta che ti fa male alla salute se per " sfogarti " ci sono le palestre?
Che te ne fai del piacere fisico se non è con la persona che ami? Come quei ragazzi che in discoteca vanno con la prima che capita, per divertirsi e usarla senza sapere neanche il suo nome, senza capire che il danno lo fanno anche a se stessi, donandosi totalmente a una persona che potrebbero non rivedere mai più nella vita.
E quando incontri quella giusta cosa fai?
Che te ne fai, poi, dello " sballo "? Di una sostanza che pian piano ti brucia i neuroni per un unico atto di finto piacere?
Beh, non solo non te ne fai nulla, ma ti porti solo brutti ricordi dietro e un vuoto all'altezza dello stomaco.
La felicità, quella vera, la senti quando stai con le persone che ti amano, quando ricordi tutto di una serata passata a ballare e a ridere con i tuoi amici, quando cerchi di costruire un futuro con la persona che ami e che ti ama, quando percorri il giusto cammino di fede.
Perché ormai va di moda sbagliare, buttarsi.
Ma dopo l'euforia del salto c'è solo il vuoto ad attenderti.
La campanella mi distrae dai miei pensieri.
Ieri, dopo scuola, sono corsa a casa a cambiarmi ed ora mi ritrovo davanti alla classe di Matteo, con la sua felpa in mano.
Devo restituirgliela.
Entro nell'aula ma noto che oggi non c'è.
Strano.
Mi volto per andarmene quando una voce mi ferma.
<< Ambra, giusto? >> Mi giro guardando in faccia la ragazza mora con aria interrogativa.
<< Si >> rispondo secca.
<< Capisco la moda delle magliette macchiate, ma quella di ieri mi sembrava un tantino esagerata >> dice facendo ridere tutta la classe.
Aspetta, aspetta, aspetta.
Sta cercando di bullizzarmi ?
Scoppio a ridere anch'io, facendo smettere tutti gli altri di colpo.
Ora mi diverto.
<< Cos'hai da ridere? >> Mi domanda improvvisamente arrabbiata e penso di sapere anche il perché.
<< Già, ieri mi sono distratta e si è sporcata, devo ringraziare Marcus però, senza di lui non so come avrei fatto >> dico con finta aria sognante.
Vedo la sua faccia arrossirsi sempre di più.
Rido di nuovo.
Poi mi avvicino di un passo a lei.
<< Che c'è bambola? Sei gelosa perché un ragazzo del genere è occupato? Beh, problemi tuoi non miei >> dico scandendo bene le parole e guardandola negli occhi.
<< Quindi evita gli scarsi tentativi di insulti, che pure con una macchia enorme mi viene dietro >> continuo facendole l'occhiolino.
<< Magari dovresti provare anche tu, o magari no. Risparmiaci l'orrore >> concludo per poi uscire dalla classe senza più voltarmi indietro.

...

Una volta arrivata a casa di Matteo noto che neanche lì c'è.
Si starà occupando della situazione con mia madre.
O magari starà semplicemente facendo la spesa.
Sospiro e mi siedo sul divano accendendo la TV, quando sento la suoneria di un telefono.
Lo ha dimenticato qui.
Oh.
Cerco di spegnerlo, ma per sbaglio rispondo alla chiamata.
<< Ei Marcus, è stato meraviglioso oggi... Solo che hai lasciato i preservativi da me >> dice una voce sconosciuta al telefono.
Fisso il numero sullo schermo ma risulta sconosciuto.
La voce però l'ho già sentita...
<< Oi, ci sei? >> attacco senza dare una risposta.
Poi le lacrime iniziano a scendere da sole e tutto intorno a me ad offuscarsi.
Esco di casa e inizio a correre come a mio solito.
Non ho una direzione esatta.
Voglio solo scappare da tutto questo.
Sento delle gocce cadermi addosso e capisco che sta iniziando a piovere.
Il cielo sembra compatirmi.
Mi sento improvvisamente bene, come lavata dalla pioggia, dalle mie stesse lacrime.
Il tempo passa ed io non me ne rendo nemmeno conto.
Sento solo il mio respiro affannato e il rumore della pioggia che si posa delicata su di me, che mi purifica da tutto questo schifo.
Arrivo vicino ad un lago, così deciso di sedermi sull'erba bagnata e di godermi questo momento di calma, di pace assoluta, di benessere interiore.
Ed è in questo momento che le paure svaniscono.

...

~ ... << Ahahahah, dai papà! Ridammi la bambola >> salto per recuperarla.
<< Ambra cara, dovrai lottare per averla >> mi disse con un sorriso sul volto.
<< Ok, allora farò come mi dici sempre tu, lotterò >> gli dissi piena di gioia e di coraggio.
Afferro un ramo d'albero che è a terra, mi slancio e con un salto colpisco la bambola che sugge alla grande mano di mio padre, per poi cadere a terra.
<< Brava figlia mia, non arrenderti difronte alle difficoltà, la risposta ad ogni enigma è dentro di te >>... ~
Un rumore di uccellini arriva dritto alle mie orecchie, causando il mio risveglio.
Mi guardo intorno e ricordo dove mi sono addormentata.
Ricordo della chiamata di Matteo, della corsa sotto la pioggia e dell'imminente sonno.
Adesso però c'è il sole e lo spicchio di un arcobaleno è riflesso sul lago.
Gli uccelli cantano e il mio cuore è pieno di gioia.
Decido di tornare da Matteo a chiedergli spiegazioni.
Tutti hanno diritto al beneficio del dubbio.
Prendo il telefono e noto cinque chiamate perse da parte sua.
E lo capisco, sono passate due ore da quando sono uscita.
Sarà tornato a casa.
Non lo richiamo, aspetto di vederlo di persona.
Una volta arrivata a casa, suono al campanello aspettando che mi apra, ma appena lo fa rimango sconvolta.
La persona che mi apre non è lui, ma la ragazza che mi ha presa in giro oggi.


E... Le sorprese non mancano mai!
Che ne pensate?
Vi sto incuriosendo ?
Aspetto un vostro commento, alla prossima❤️

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