L'Armadillon o "Di come un uomo bruciò un albero"

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L'Armadillion
o "Di come un Uomo bruciò un albero"

All'inizio c'è sempre un qualche Dio che, immerso nella noia del Nulla, decide di crearsi un giocattolo: esso viene da sempre chiamato Universo. Il Dio in questione invece, si chiama Ugo. Come sappiamo il suo nome è ormai storia nota: ma andiamo per ordine.
Le modalità con cui tale creazione sia avvenuta sono perlopiù ignote: si sa solo che Ugo, essendo un Dio, può tutto. Ciò per alcuni studiosi sarebbe riduttivo, poiché se davvero avesse potuto tutto, avrebbe trovato un modo più semplice di non annoiarsi: ad esempio costruire modellini. Congetture più complesse affermano che Dio non avrebbe potuto costruire modellini del Nulla, in quanto tutti identici, pertanto Universo gli sarebbe servito come esempio pratico (questa ipotesi si rifà ad un "modello modellista").
Il dibattito è tuttora molto acceso e dà vita a numerosi paradossi, più o meno riconducibili a un paradigma generale denominato "circolo della noia divina". Esempi letterari ben noti sono: "101 cose da fare nel Nulla", "Lo sbadiglio divino" e "Manuale per modellisti principianti".
Ad ogni modo possiamo ritenere che Ugo fosse abbastanza sciocco, dato che prima di ogni altra cosa creò Elo, Signore del Male con poteri comunque inferiori ai suoi (Sciocco ma non scemo, per citare un detto aluviano molto popolare). Così, mentre Ugo creava luce, terra ed acqua, Elo pensò bene di mettergli i bastoni fra le ruote con ghiacci, deserti e tenebre.
Fin qui, per citare l'illustre poeta rolobita Drggplnnbsvl, noto per le sue affascinanti quanto raffinate similtudini: "il mondo fu uno sputo sull'acqua/d'una pozzanghera a noi ignota".
Ugo, ancora piuttosto annoiato, pensò bene di plasmare qualcosa di vivo. Non sapendo di preciso quale aspetto dare alle cose vive, creò gli alberi; pigri esseri incapaci di conversare, con l'unico pregio di far ombra agli accaldati. Alcuni hanno giurato di aver sentito degli alberi parlare: tali testimonianze, accumulatesi nei secoli, sono raccolte nel celebre saggio "Non sono pazzo, l'ho sentito davvero".
Giudicando gli alberi esseri noiosi, Ugo li affiancò ai fiori parlanti, i quali formarono l'antica e fiera razza dei Plantari, che tutt'oggi regna incontrastata nelle praterie dell'Ovest. Degne di menzione sono le gesta dell'eroe plantare Ginestron, il quale lottò a stelo alto e senza sosta, per sette giorni e sette notti, contro l'avanzare delle fiamme dei Pugh, per poi cadere in battaglia, ferito a morte da delle cesoie.
Finalmente Ugo comprese che alle cose vive sarebbe stato utile il movimento. Così creò gli Aluviani, una delle popolazioni più curiose di Universo: essi hanno le tipiche sembianze delle razze prime, con due braccia, due gambe e una testa; tuttavia è semplice notare come siano sprovvisti di occhi, il che li rende vulnerabili ad aggressioni esterne.
Come gli Aluviani siano sopravvissuti alle ere del mondo, fino ai giorni nostri, resta in parte un mistero. Alcuni ipotizzano sia perché non hanno bisogno di bere e mangiare, altri affermano che la loro sopravvivenza si debba alla pelle mortalmente velenosa, altri ancora suppongono sia perché gli Aluviani sono simpatici a tutti.
La cultura aluviana è infatti fondata sulla barzelletta, prima vera forma d'arte ideata nell'Universo. Il mito di Obok, capostipite degli Aluviani, il quale messo al mondo senza vista disse: «Si può accendere la luce? Vorrei vedere se è buio», è tutt'oggi studiato dai filologi per la sua aluvianologica profondità.
Galvanizzato dagli Aluviani, Ugo si concentrò sulle razze prime, creando i Rolobiti, i Barbabiani e i tristemente noti Umani (celebre è la vicenda di Banthur e dell'albero). Fece anche tanto altro che non sto qui ad elencare: guisconi, nellidi, barriere coralline, montagne... perfino cascate: grandi opere che troveranno il loro ruolo nelle storie di Universo. Menzione speciale merita l'Armadillion, creatura che introdurremo più avanti.
Fortunatamente Ugo dimenticò le zanzare, i fastidiosi esseri ideati da Harmontil, scrittore del fortunato ciclo fantasy "Le cronache della Terra", dai più criticato per la scarsa originalità del titolo, nonché per le grottesche creature che ne abitano le pagine.
Ed Elo?
Malvagio, verdognolo, spesso raffigurato col raffreddore (si dice sia nato dallo scaccolamento divino), Elo si rivelerà una figura ben più importante dello stesso Ugo, intromettendosi spesso nelle vicende mortali; forse per volontà di potere, forse per un complesso di inferiorità. O magari per semplice passatempo. La leggenda vuole che sei persone possano evocare Elo se, sedute in cerchio in una sala buia e piena di fazzoletti, starnutiscano assieme.
Seguendo la scia di Ugo, Elo creò i Gorth, abominevole razza di giganti allergici all'acqua, il cui odore è considerato una delle tre sensazioni impossibili da spiegare in letteratura; e i Pugh, verdi esseri barbarici con la smania di dar fuoco alle cose. Essi vivono nelle enormi città fiammeggianti del Sud, all'interno delle quali prosperano pompieri e commercianti di fiammiferi.

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