》Chapter 17《:Stop

575 33 16
                                    

(A/N): Questo, è il capitolo peggiore della storia... vi prego non tirate fuori i forconi, vi voglio bene...! Buona lettura💕


Il verdino era riuscito a portare Uraraka al sicuro e stava tornando al campo di battaglia per aitare Kacchan, ma uno strano suono catturó la sua attenzione, un friscio. Simile a quello di una figlia secca che vola lasciandosi guidare dal vento autunnale, come se qualcuno fosse sfrecciato via come il vento in una direzione ignota. Poteva essere Iida, ma no, non aveva mandato le coordinate a nessuno se non a Denki e Shouto, mentre Kirishima era vento da solo, che glielo avesse comunicato lui? No, glielo avrebbe detto.

Purtroppo, non era come lui sperava. Tenya non c'entrava nulla con tutto ciò, e sentì il suo braccio essere strattonato, il suo sguardo era verso il cemento che si avvicinava, ma riuscì a tirare uno sgambetto all'aggressione, che sussultó piano, e rise vittorioso, ma quando vide di chi si trattava, i suoi occhi si rimpicciolirono in due piccole fessure, e quel momento sembrò durare per sempre. «Non sapevo facessIl il dominante, che sorpresa!» Lo sentì ridacchiare, e gli strinse il collo con una mano. «Cosa vuoi da me, Ciro?» Chiese, gelido, come se quell' istante si fosse congelato intrappolandoli nel suo peggiore incubo. «Quello che non sono riuscito a prendere. Quello che ora è della cara bombetta.» Ma Izuku non riusciva a comprendere cosa intendesse dire ciò che Kenshi intendeva, e sul suo volto si dipinse uno sguardo di confusione, sembrava smarrito.

Kenshi se ne approfittò, alzandosi e facendo inciampare Izuku, che però rimase in equalibrio sui suoi piedi. «La tua verginità.» Deku sentì il sangue velare nelle vene non appena sentì le sia mani sui suoi polsi. Era bloccato nelle sue bolle, e non sarebbe riuscito a liberarsi se non era concentrato. Ed in quel momento, la concentrazione era andata a puttane, e lui non sapeva che fare se non tirargli un calcio. Il corpo di quelli che credeva tempo fa un amico di cui fidarsi era pressato completamente contro di lui, e la sua schiena era contro il muro. Era in un vicolo cieco, in tutti i sensi. Nessuno li avrebbe notati, tranne i sordi, se qualcuno non soccorreva in suo aiuto.

«Non farò lo stesso errore.» E rise maliziosamente, guardandolo rabbuiarsi in viso. All'improvviso, Izuku perse la poca pazienza che ancora aveva, e gridò, gridò così forte da farsi sentire anche da Kacchan -che però non sapeva stesse male- «S-sai... Io ci credevo, in un tuo cambiamento, ma... Non è così, sei peggiorato. TI SBAGLI, FAI SEMPRE LO STESSO ERRORE, SENZA CAPIRE COSA SIA GIUSTO E COSA SIA SBAGLIATO! IO AVEVO FIDUCIA IN TE, E TU L'HAI BUTTATA COME SE FOSSE SPAZZATURA!» Solo per pochi secondi, Kenshi si sentì in colpa con sé stesso, e in quello stesso lasso di tempo, Izuku stava riprendendo aria. Ma non durò a lungo, che quel suo sorriso malizioso -quello che non prometteva bene- ricomparí sul suo volto.

Il verdino sentì il suo sussurrare all'orecchio, e la sua spina dorsale venne percorsa da vari brividi. «Oh, perciò sto cercando di non commerne più. L'errore di perderti, ma non accadrà, non oggi.» Izuku si sentì sprofondare in un mare di paure ed incubi, e le uniche cose che erano a galla era la sua vulnerabilità, la sua innocenza -perché in fondo in fondo lo era ancora, un po' bambino- e la vergogna di avere una delle sue gambe in messo alle sue per impedire di scappare. Il violetto continuava stuzzicarlo, strofinando il suo ginocchio sul cavallo dei suoi pantaloni.

«T-ti prego... n-non farlo—» La sua mano scoprì la sua bocca tremante, e negò con il capo. «Se continui così, credo di ucciderti. Sai, i cadaveri sono molto silenziosi. Ma cosa ci sarebbe di bello, nel vederti morto e non sentirti pregare affinché io la smetti o continui con il mio lavoro? L'unica cosa che voglio sentire è il mio nome uscire dalle tue labbra.» E a quelle parole si irrigidí. Era stato schietto e preciso nel farsi capire, e quando levó la mano dal suo viso, fece incontrare le loro bocche, divorandole in un bacio violento, che di sentimentale non aveva nulla.
I suoi occhi erano all'orlo delle lacrime, e tentò di divincolarsi e scappare via, come un codardo, pur di non perdere la dignità, che gli sarebbe stata rubata via come anni or sono, quella che era riuscito a riacquistare con l'aiuto del ragazzo che amava dopo quei giorni di depressione. Si sentiva in colpa, perché in parte lo aveva tradito nell'animo.
«I-io... Io n-non voglio!»;
«Tu hai avvetato ogni tuo sogno, ora tocca a me, non credi? Infondo qui vi sono venuto per questo.»

  ║Wolf In Sheep's Clothing║〉〉 BakuDeku/KatsuDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora