Epilogo

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CUBALIBRE

Epilogo 

Filippo ha mantenuto la promessa, ha stretto a sé la leggerezza ritrovata e la propria musica ed ha deciso per sé. Ha deciso di strappare sul serio quel contratto e di fare di nuovo il provino per Amici. Questa volta quel banco se l'è preso - non solo, ha guadagnato anche la maglietta verde ed ha vinto il programma.
Filippo non riesce ancora a credere alla fortuna che ha avuto: si è chiesto di continuo se fosse tutto vero davanti alle centinaia di persone ai firmacopie, alle date dei tour già sold out, alle posizioni in classifica - ma, più di tutto, stenta a crederlo ogni volta che qualcuno condivide con lui quanto importante sia la sua musica, quando comprende che il messaggio arriva forte e chiaro alle persone.
Ovviamente, al programma è seguito un periodo lavorativo abbastanza frenetico, che continua nonostante siano passati quasi tre mesi dalla fine: anche oggi, ad esempio, è stato ad un evento - con un fotografo diverso dal solito.
"Loris sei un grandissimo coglione, sai?" saluta l'amico, non appena lui risponde al telefono.
Quello, che stenta a stare a galla nella marea di lavoro che ha (e quel mal di testa fastidioso per le ore a computer), inclina il display del telefono per inquadrarsi meglio.
"Anche tu sei coglione, guarda come ti sei vestito oggi" gli risponde allora con un sorrisetto divertito, che Filippo ha quel modo di vestire che ama definire eclettico - come lui, alla fine. Filippo, o meglio, Irama, non ha mai deciso di definire la propria artisticità, la propria musica, il proprio stile: non gli piacciono le etichette, ha detto, non gli piacciono e non se ne vuole appiccicare una addosso - che non ha senso, no? Non ha senso affannarsi per rientrare in una categoria, ha detto.
Sono cambiate tante cose, negli ultimi mesi: adesso Irama cavalca l'onda del successo (un successo meritato, così dannatamente meritato), gira l'Italia con la sua musica ed è contornato da persone che lo amano davvero - lui compreso. Lorenzo mentirebbe se non ammettesse di essere fiero di Filippo, fiero del lavoro che ha fatto, fiero del culo che continua a farsi - fiero di quello che è diventato, rialzandosi ancora una volta, stringendo forte i denti.
Il cantautore gli mostra il dito medio, prima di cambiare marcia. "Mi hanno chiesto tutti di te."
Lorenzo scoppia a ridere, poi fa una smorfia mentre la risata gli rimbomba fastidiosamente nella testa dolorante. "Cazzo, sono più famoso di te, hai visto, bro?"
"Sì, sì, ma è stato davvero fastidioso." comincia quello, scuotendo il capo. "Se solo fossi venuto, il povero Guido - che fotografa molto meglio di te - insomma, lui non si sarebbe trovato in imbarazzo con tutti che dicevano ah, non sei Lori."
"Che stronzo che sei" borbotta di nuovo l'amico dall'altra parte del display, mezzo sorriso addosso. "Pensa che io lavoro da due giorni no-stop ad un video, sai quello per quel coglione di Irama - uno sfruttatore del cazzo, guarda, vuole sempre tutto di corsa e paga una miseria. Si crede un vip."
"I coglioni non giravano sempre in coppia?" chiede Filippo, prendendolo un po' in giro.
I coglioni non giravano sempre in coppia? La domanda riecheggia in testa al fotografo e lo porta, un po', a sorridere: una delle ultime volte che hanno usato questa frase è stato quasi un anno fa, quando lui stesso ha cercato di farci pace attraverso - era stato in quella giornata terribile, quando Filippo era stato buttato fuori dalla Warner insieme a lui e ad Alessandro e da lì era degenerato tutto ("Dovresti ricominciare da zero, cazzo", "Cosa dovrei fare? Magari qualche programma tv?" e ancora: "Vuoi stare zitto mentre questi ti prendono a calci in bocca?" e poi la frenata brusca di Alessandro, che aveva messo entrambi a tacere). Lorenzo l'aveva, quindi, sfoggiata proprio quella sera, che era stato il suo modo di cercare un approccio più pacifico con il cantautore, che forse quel pomeriggio aveva esagerato con i toni (Dio, vederlo farsi trattare così per mesi era stato orribile ed aveva sbottato). E poi la birra a casa sua, la partita a Fifa, loro due sdraiati sul letto come, appunto, due coglioni, Lori in bilico su una sedia con le rotelle, il mappamondo ("Sai, forse dovremmo fare come - tipo un rito, bro", "La Terra in che senso gira?", "Spero non esca qualcosa per cui dovrei stare in aereo per più di dodici ore"). Poi Cuba.
Quante cose sono cambiate - quante.
"Difatti oggi era con Guido" lo rimbecca, allora, divertito, scastrandosi dai ricordi.
Il cantautore scoppia a ridere, fermandosi al semaforo rosso. "Mi sei mancato, Lori." ammette. "Come va il video?"
Lorenzo sorride nel sentire la prima frase: il loro rapporto diventa ogni giorno più forte ed è strano passare delle ore lontani - non glielo dirà mai, ovvio, ma gli è mancato tanto quando è stato ad Amici.
"Il video sta venendo una bomba, bro. Una vera bomba" risponde con gli occhi che brillano di orgoglio e soddisfazione (come quando lo ha abbracciato, la notte della finale, urlandogli nell'orecchio che ce l'hai fatta, bro - hai spaccato!)
L'altro sorride, felice sul serio. "Non vedo l'ora di vederlo. Ora che torno a casa pretendo un'anteprima."
"Andata" fa Lorenzo alzando il pollice nella sua direzione, attraverso il display. "Come va con quel testo? Ne sei venuto a capo?" chiede un attimo dopo, che Filippo sta scrivendo tantissimo nelle ultime settimane - ha ritrovato l'ispirazione.
Filippo sorride ripensando alla canzone in questione ed alza le spalle. "Va." risponde, ché quella canzone gli dà ancora dei grattacapi. È lì che la modifica ogni tanto perché non è mai abbastanza. "L'ho messa da parte per ora, ma so che ci metterò mano di nuovo tra un paio di giorni."
L'amico sorride e muove la testa per annuire. "Beh, perché non passi da me dopo?" gli propone allora, osservando il suo viso attraverso il display - occhiaie, stanchezza... ma anche felicità. Un altro sorriso e aggiunge anche: "Birretta?"
Filippo annuisce. "Sì, la porto io, ché chissà che schifo hai nel frigo." scherza, mentre il suo stomaco inizia a brontolare. Che fame, cazzo.
"Mi sono dimenticato di ordinarla - dovrebbe arrivarmi a momenti la pizza: salame e salsiccia e patatine da parte" fa l'altro, un sorrisetto affamato sulle labbra.
Il castano scuote il capo ed osserva fuori dal finestrino, notando un ristorante poco distante. "Con tutto questo parlare di cibo mi è aumentata la fame." comincia. "Mi fermo un attimo a mangiare e poi sono da te con la birra."
Quello ride scuote la testa. "Posticino a caso?" chiede, che l'ultima volta che si sono fermati in un ristorante qualunque, sono finiti a mangiare kebab all'angolo, due ore dopo - affamatissimi.
Filippo ride con lui. "C'è un ristorante poco distante. Spero non faccia nouvelle cuisine con quelle porzioni piccolissime." fa, cominciando a parcheggiare lì davanti. "Nel caso, arriverò con una pizza anche per me."
"Pizza, pizza, pizza" canticchia quello sentendo il campanello alla porta suonare proprio in quel momento - il fattorino della pizzeria. "Beh, buon appetito, bro. O forse dovrei dire buona fortuna?"

*


Sono ormai dieci minuti che Filippo fissa il menù, indeciso: i nomi sembrano affidabili, ma l'eleganza minimale del ristorante gli fa temere di ritrovarsi davanti delle mini-porzioni. Prossima volta trattoria sembra essere il suo motto di vita, ormai, ma non può farne a meno.
Il cameriere, un uomo dai capelli sale e pepe ed un sorriso simpatico, torna al tavolo di Filippo per prendere la sua ordinazione. Gli sorride, che la sua collega più giovane è in fibrillazione da quando questo ragazzo ha messo piede nel salone - va in giro sospirando oddio, ma è Irama... Irama! E lui, ora che ci pensa, ha già sentito quel nome in televisione - forse addirittura lo ha già visto.
"Ha portato un po' di scompiglio tra il nostro staff, sa. E non solo" scherza allora facendo un cenno a qualche cliente lì attorno, che lavora in questo ristorante da così tanto tempo che può permettersi qualche battuta coi clienti.
Filippo gli sorride un po' in imbarazzo. "Mi dispiace." fa, divertito, notando gli sguardi di alcuni tavoli su di sé - si sente leggermente a disagio.
"Non si preoccupi" lo rassicura quello prendendo il tablet dalla tasca del pantalone. "Cosa posso portarle?" fa, poi gli sorride. "Se posso darle un consiglio, la specialità dello chef è ottima."
"Mi porti quella allora, va." ordina, facendo una battuta per assicurarsi che si mangi bene.
Nel tavolo accanto una ragazza lo osserva e fa segno alle amiche, in quello davanti stanno già cominciando a bisbigliare e gli sguardi di quelli in fondo alla sala gli bruciano la nuca: è difficile abituarsi a tutto questo. Piega il capo da un lato, poi dall'altro e sospira - ha così tanta fame che mangerebbe il tavolo.
È proprio una di quelle ragazze, non appena il cameriere finisce di prendere l'ordinazione, a prendere coraggio e ad accennare qualche passo (esattamente dieci, solo dieci passi la dividevano da Irama) verso il tavolo di Filippo con un sorriso timido addosso.
"Mi scu - cioè, scusa" fa col cuore che batte forte e le mani che tremano per l'emozione.
Quello alza lo sguardo e stringe le labbra nell'ennesimo sorriso gentile. "Ehi, ciao."
"Ciao Irama - no, scusa, voglio dire Filippo. No, em - preferisci Irama?" chiede stringendo forte il telefono tra le dita.
Filippo ride piano ed alza le spalle. "Come preferisci. Vuoi fare una foto?" domanda indicando con la testa il cellulare.
"Sì, grazie, io - sai, ti seguo da Sanremo Giovani" fa lei, leggermente più tranquilla. "Ci sei mancato nei mesi di buio, sai - e lo dico a nome mio, ma anche di tante altre persone. Siamo felici che tu ti sia rimesso in gioco - davvero felici" confessa parlando un po' velocemente per l'emozione. "Ti meriti tutto."
Il sorriso del cantautore si fa più grande e sincero - giusto prima di partire per Cuba aveva fatto un post in cui annunciava che sarebbe sparito per un po' e che - sperava - le cose sarebbero cambiate. Si erano preoccupati tutti, poi lo avevano visto ad Amici mesi dopo, e - "Grazie - come ti chiami?"
Lei prende un respirone per calmarsi ancora un po' prima di rispondere col proprio nome ed arrossire appena, addosso gli sguardi di chi non ha avuto il coraggio di fare quello che ha fatto lei. Due battute dopo - due di numero, d'altronde Irama è lì per cenare in tranquillità - lei scatta il selfie e gli porge la mano per ringraziarlo - per la disponibilità, per la musica, per tutto.
Il ventiduenne la guarda andare via, beve un po' d'acqua e quasi non fa caso ad un cameriere che gli si avvicina di soppiatto, proprio mentre sta addentando una fetta di pane.
Il cameriere, alla sua destra, adesso gli serve elegantemente da bere - gli posa davanti dapprima un sottobicchiere e poi un bicchiere con del ghiaccio ed una cannuccia nera.
"Para el señor un cubalibre, ¿correcto?"
Filippo nota il bicchiere e scuote il capo. "Io non -" e si ferma, per un attimo, ancora prima di accorgersi di conoscere quella voce c'è un particolare, sul polso, un particolare che - oh. Libre. Allora alza lo sguardo, che la frase gli rimbomba in testa, e quasi non ci crede, quasi -
"Einar."

*
*


Bentornati a Cuba!
O forse dovremmo dire: ben arrivati a Milano?

Feli si è rimesso in gioco, ha seguito i consigli di Einar ed ha mantenuto le promesse fatte a Cuba.

Noi, invece, siamo arrivati alla fine di Cubalibre, ma in realtà questo epilogo, per quei due, potrebbe significare tutt'altro che una fine.

Qual è stata la vostra parte preferita di tutta la storia?
E cosa ne pensate di questo finale?

Fateci sapere se l'epilogo vi è piaciuto con un commento e una stellina e, come sempre, non dimenticate #cubalibreff su Twitter!

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