Capitolo 9.

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Nikolas era un ragazzo del primo liceo che si era da poco trasferito all'istituto classico proprio come me.

Lui è di media statura, capelli ricci e mori e due occhi grandi e castani. in quegli occhi profondi mi ci ero totalmente persa. Il suo sguardo infondeva sicurezza ed in questo periodo era una delle tante cose di cui avevo bisogno.

Quei jeans portati a vita bassa e quella maglietta nera con sopra stampato il nome del suo complesso musicale preferito, lo facevano rientrare nel cerchio dei "bravi ragazzi" o per lo meno questa era l'impressione che arrivava a me.

Eppure non lo conoscevo ma, quando i nostri sguardi si incrociarono, i suoi occhi mi parlavano di lui.

Era sicuramente una persona intrigante dato che sono ore ed ore che penso a lui mentre sto sdraiata sul letto con le cuffie. Nemmeno la musica riesce a distogliere i miei pensieri da Nikolas.

Nikolas, Nikolas, Nikolas. Riempio le pagine del mio diario con il suo nome, ma non sono innamorata o almeno credo.

Nikolas, che bellissimo nome.

Mia madre sale al piano superiore dove si trova la mia camera. E' preoccupata per me dopo l'episodio in palestra.

Sento dei passi arrivare dal piano terra e salire pian piano su per le scale.

Mia mamma fa capolino con la testa dalla porta di camera mia e mi sorride. Ricambio con un grande sorriso cosi, mamma si siede accanto a me, mi toglie dalle orecchie entrambe le cuffiette per parlarmi.

-Tesoro, come stai?-

-Bene mamma!-

-Ne sei sicura?-

-Certo- dissi arrossendo.

-Tu mi nascondi qualcosa, che è successo oggi a scuola?-

-mamma non ci crederai mai, ma ho conosciuto un ragazzo.-

-un ragazzo? ma è una bellissima notizia. Dai parlami di lui.-

-non c'è tanto da dire mamma. è moro, riccio e con due occhi meravigliosi, così profondi e così sinceri.-

-ti piace, immagino-

-no mamma- dico arrossendo

-eh vabbè fingerò di crederti. ti brillano gli occhi quando parli di lui.-

Mi brillano gli occhi quando parlo di Nikolas. Corro in bagno e mi fisso allo specchio, "dove li vede mia madre questi occhi che brillano?", io mi vedo così imperfetta.

Penso che sia impossibile piacere a Nikolas, lui mi ha detto che sono carina e quell'aggettivo non è comparabile ad un "mi piaci".

Sono certa che domani sarò rossa dalla vergogna quando incrocerò nuovamente il suo sguardo ammaliante.

"Ci vediamo per una sigaretta?" Era come un piccolo appuntamento quello che mi aveva dato per il giorno seguente e il mio cuore non cessava di strepitarmi in petto. Avevo i nervi a fior di pelle, mi sarei dovuta preparare e truccarmi bene per apparire al meglio anche se sono sempre stata dell'idea che l'apparenza non conti, quindi non esagererò per rimaner fedele ai miei principi.

Oh mio dio, non posso ancora crederci che domani avrò un appuntamento con un ragazzo, sono talmente felice che sprizzo allegria da tutti i pori, ma allo stesso tempo sono molto in ansia perché incrocerò sicuramente Cassie ed il suo club di ragazzine bionde ossigenate. Sembrano tutte delle barbie montate che girano vuote per i corridoi spargendo odio e pettegolezzi ovunque.

Ma ora non penserò a quelle vipere, penserò all'intervallo e quello sarà uno dei più attesi dell'anno, ne sono certa. Dopo tre ore di greco vedersi con uno dei ragazzi più belli della scuola, mi sembrava una cosa più grande di me. Non mi sentivo di certo all'altezza, ma se lui si era avvicinato a me un motivo ci sarà stato.

Stavo proprio riempiendo la mia testa di milioni di domande quando avrei dovuto solamente aspettare il giorno seguente senza farmi troppe paranoie.

Scendo dal letto e percorro le scale per il piano terra. I miei mi stavano aspettando per la cena. Quella sera tutti erano così silenziosi, così calmi e ammutoliti. Non riuscivo a darmi spiegazioni.

Lo sguardo di mamma era assente e quello di mio padre molto duro e accigliato. Stava succedendo qualcosa di più grande di me.

Mando giù a forza qualche pezzetto di quella tenera carne di bovino accompagnata da dei deliziosissimi pomodorini pachino e rucola. Non riuscivo ad assaporare appieno tutte le pietanze perché nell'aria c'era tanta tensione. Mi faccio coraggio e provo a parlare per prima.

-mamma, papà che succede?- dissi con voce soffusa.

Mio padre abbassa lo sguardo e a mia madre diventano lucidi gli occhi e con voce tremante mi dice:

-Ania, mi dispiace veramente tanto.-

-ti dispiace per cosa? Volete spiegarmi cosa sta succedendo?- dico innervosita.

-io e tuo padre stiamo divorziando.-

-state facendo cosa? Come é possibile?- dico con le lacrime agli occhi. Mi asciugo le lacrime che hanno iniziato a segnarmi il volto e singhiozzante aggiungo:

-pensavo che le cose andassero bene. Ci siamo appena trasferiti, qua é tutto nuovo e difficile per me, questa batosta non ci voleva.-

Scappo in camera mia e mia madre mi tiene per il braccio per farmi rimanere. Mio padre non aggiunge parola e mi lascia in balia del suo silenzio assordante.

-mamma lasciami, per favore!- esclamo con decisione e mi dirigo verso la mia camera. Voglio solo dormire e soffocare i miei pianti in mezzo alla miriade di cuscini che riempiono il mio letto.

Corro in bagno per darmi una lavata e, dopo essermi sistemata, mi intrufolo sotto le coperte e accendo la televisione sui canali per bambini. Guardare i cartoni animati mi fa tornare indietro nel tempo a quando le cose andavano bene e non c'erano questi problemi da affrontare, ma ora sono grande e dovrò far i conti con tante cose, ma non so se sarò abbastanza forte. Il trasloco, Cassie e il divorzio dei miei mi stanno distruggendo.

Chiudo gli occhi cercando di dormire, ma nella mia testa si sovrappongono milioni di immagini e di pensieri contrastanti, prima la tristezza per la mia condizione famigliare, poi la voglia di rivedere Nikolas. Cerco di sgomberare la mente e mi preparo a riposare.

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Ciao lettori,

Vi piace la storia? Se si lasciatemi un commentino e andrò avanti al più presto.

Vi abbraccio, Jessica.

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Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora