Capitolo 12.

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Ultima ora di italiano. Il livido che mi ritrovavo sul volto iniziava a pulsare e ad essere dolorante. Chiedo alla professoressa se cortesemente mi avesse lasciata andare in bagno e, una volta uscita dalla mia aula, mi ritrovo di fronte al lungo specchio rettangolare dei bagni delle ragazze.

Tiro fuori dal mio piccolo beauty case un po' di fondotinta per coprire quello scempio che mi ritrovavo in faccia per colpa di quella odiosa ragazza.

Mi guardo e riguardo una decina di volte quando decido di ritornare in classe.

Una volta rientrata, mi accomodo al mio solito posto attendendo con ansia la fine delle lezioni.

Ore 13:30. Suona l'ultima campanella ed io mi metto in un angolino fuori dalla scuola per aspettare Niko.

-Hey Niko, sono qui- esclamo sorridendogli.

-occhi color mare, eccoti. Sei bellissima.-

-grazie- dico timidamente e poi aggiungo -oggi mia madre lavorerà fino a sera tardi, quindi possiamo vederci da me al pomeriggio.-

-Non vedo l'ora di venirti a trovare.-

-anch'io Niko, grazie di tutto-

-grazie di cosa?-

-di esserci. Non mi conosci nemmeno-

-no Ania, io penso di conoscerti meglio di chiunque altro, i tuoi occhi mi parlano di te. Oggi avevo capito subito che quel livido non era dovuto ad uno stupido spigolo.-

Continuammo a parlare quando, ad un certo punto, mi accorsi che stavo per fare ritardo. Avrei rischiato di perdere l'autobus.

-Niko, ora devo scappare altrimenti perderò l'autobus.-

-autobus? Ti accompagno io a casa!- mi disse mostrandomi il suo splendido sorriso.

-grazie, davvero-

Entrambi ci dirigiamo verso la sua macchina, una golf sportiva color nero metallizzato.

-wow, bella macchina Niko.-

-grazie! Un regalo da parte di mio padre per i miei diciotto anni. Sai, i miei sono separati e pensano di comprar il mio amore e l'affetto acquistandomi tutte queste cose.-

-dici sul serio? Anche i miei si sono separati, ma solo da qualche giorno e non mi sono ancora abituata all'idea.-

-piccola, ci sono qua io- dice stringendomi a se.

Piccola? Mi aveva chiamato piccola?

Non facevo che sentire farfalle e farfalle nello stomaco. Quel ragazzo mi intrigava davvero tanto col suo fare dolce ma allo stesso tempo misterioso. Non riuscivo a capire come facesse a leggermi dentro, perché solitamente gli uomini sono freddi, alcuni scostanti, altri che pensano solo al sesso ma Nikolas era diverso dagli altri ed io ero stata davvero fortunata ad incontrarlo.

Gli indico la strada di casa mia e in men che non si dica ci ritroviamo sulla soglia del portone di casa.

-Grazie per il passaggio Niko.-

-per te questo ed altro. A che ora facciamo oggi?-

-alle 16:00?-

-sarebbe perfetto! Allora ci vediamo oggi pomeriggio occhi color mare.-

-ad oggi pomeriggio- dico arrossendo e portandomi le mani trai capelli.

Entro in casa ed ecco la desolazione, per fortuna c'è il mio gattino ad accogliermi con le sue fusa rassicuranti.

Mangio in solitudine davanti alla televisione facendo zapping per cercare qualche canale decente, ma niente da fare.

Dopo pranzo, inizio a correre per sistemare la casa ed il caos che regnava in camera mia, dovevo far una buona impressione su Nikolas.

Passo l'aspirapolvere, lavo i pavimenti e riordino la mia camera.

Sono già le 15:00 ed io sono stremata, così corro a farmi un bel bagno rilassante.

Accendo l'acqua calda e metto qualche sale aromatizzato.

Dopo una mezzoretta mi accingo ad uscire dalla vasca, indosso il mio accappatoio rosa e sono pronta per asciugarmi e prepararmi.

Mi infilo un paio di jeans skinny ed una semplice t-shirt azzurra come i miei occhi. Mi asciugo i miei lunghi capelli e sono pronta per accogliere il mio amico.

Suona il campanello puntuale alle 16:00, corro giù per le scale per andare ad aprire e vedo Niko con un mazzo di fiori.

-Hey Niko, per chi sono quei fiori?-

-sciocchina, sono per te!-

-per me? Oddio non so come ringraziarti. Entra pure, ti preparo qualcosa da bere.-

Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora