Il cuore inizia a battere all'impazzata dopo il "dobbiamo parlare" di mia madre. Entro in casa silenziosamente e poggio in salotto il mio zaino carico di libri scolastici e mi dirigo verso la cucina.
Il pranzo era già servito eppure io non avevo nè la forza nè la voglia di mandar giù nemmeno un boccone. Mi siedo silenziosamente nel mio solito posto e ben presto incrocio lo sguardo di mia madre che non aspetta un attimo per chiedermi tutto ciò che voleva sapere.
-Ania che ti è successo?-
-mamma posso spiegarti.- dico prendendo un respiro profondo.
-riesci solamente a dirmi queste parole quando si tratta di cose serie?-
-no mamma è che...- il mio cuore sembra quasi fermarsi per un attimo. La mia testa è piena di parole che viaggiano in maniera disordinata. Non riesco a riordinare i pensieri e lei è lì che aspetta con ansia una spiegazione a tutta questa faccenda.
"Avrei dovuto coprirlo meglio questo scempio" mi dico tra me e me. Mia madre mi ha insegnato che la verità prima o poi viene sempre a galla. Aveva ragione, diamine se aveva ragione.
Mi sistemo quelle ciocche di capelli che puntualmente decidono di cadermi sul viso proprio davanti ai miei grandi occhi verdi. Abbasso lo sguardo verso le mie unghie rosicchiate dalla tensione e mia madre comincia a scalpitare.
-Sono caduta mamma e mi sono fatta male.-
Cosa stavo dicendo? Perché dirle una bugia di quella portata? Se ne sarebbe accorta sicuramente perché a mia madre non sfuggiva nulla.
-e dove saresti caduta? Ania, ti prego non raccontarmi solo delle frottole. Voglio sapere che cos'è successo in modo da poter intervenire se necessario.-
-mamma non c'è niente su cui intervenire. É stato un incidente!-
-chi ti ha picchiata? Un ragazzo?-
-picchiata?-
-si Ania, a me sembra proprio che qualcuno ti abbia sferzato un pugno in faccia.-
Abbasso lo sguardo e una lacrima inizia a rigarmi il viso.
-si mamma, ho ricevuto un pugno ma non preoccuparti, perché non c'entra nessun ragazzo.-
-non piangere, raccontami com'è successo e chi è stato a farti ciò bambina mia.-
-mamma non sono più una bambina, posso cavarmela benissimo da sola. Comunque è stata una mia compagna.-
-Kayla?-
-no, Cassie.-
-Esigo parlare immediatamente coi suoi genitori.-
-no mamma, per favore non mettermi nei pasticci. Tutto ciò potrebbe solo aggravare la situazione. Mi prenderebbero tutti per una sfigata e non è quello che mi serve ora.-
Dico frettolosamente. Avevo paura potesse succedere qualcosa di brutto. Non volevo di certo subire altre ingiurie del genere! Ci mancavano solo altre occhiatacce lungo i corridoi della scuola, altre parole in classe e altre risatine rivolte nei miei confronti a farmi passare con l'angoscia sulle spalle tutte quelle ore scolastiche.
-Io comprendo benissimo Ania, ma sappi che se succederà un'altra volta andrò diritta dal preside perché questi atti di bullismo non devono accadere di nuovo è chiaro?-
-si mamma, é chiarissimo. Ora lasciami andare in camera mia.-
-non mangi niente?-
-no, non ho fame e sono abbastanza in carne per potermi permettere di saltare un pasto. Non morirò di fame.-
Mia madre inizia a mangiare quando improvvisamente si alza dalla sedia e si avvicina a me. Dopo qualche secondo eccoci strette in un caloroso abbraccio. Non me lo sarei mai aspettata. Ultimamente mi era sembrata molto fredda e dura con me, forse per tutto quello che stava succedendo nell'ultimo periodo. La strinsi ancora più forte.
-ti voglio bene- mi sussurra all'orecchio.
-anch'io mamma!- le rispondo per poi correre su per le scale e raggiungere la mia tana. Li ad aspettarmi le soffici coperte del mio letto, sempre confortevoli ed il mio iPod con tutte le mie playlist preferite suddivise per ogni genere e situazione. Mi stendo e fisso il soffitto con la musica a tutto volume nelle orecchie. L'unica cosa a cui riesco a pensare per star meglio è Nikolas. Il suo nome mi risuona nelle orecchie e nella mente. Lui mi stava salvando poco a poco. Mi sentivo meno sola e sapevo di aver trovato una persona meravigliosa pronta a battersi per me e a sopportare tutte le mie complicanze.
Dopo una mezzoretta abbondante decido così di scrivergli un messaggio per tranquillizzarlo.
-Niko, ho parlato con mamma.-
-Ti va di bere qualcosa insieme questa sera? Così mi racconti tutto.-
-Certo, ho tanta voglia di vederti.-
-ed io di baciarti. Mi mancano le tue dolci labbra-
Un sorrisino mi si stampa sul viso e con le lacrime dalla gioia, mi abbandono alle note delle canzoni in riproduzione dal mio iPod.
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Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.
KurzgeschichtenQuesta è la storia di Ania la nostra giovane protagonista che, durante il periodo cruciale dell'adolescenza, si iscrive al primo ginnasio di liceo classico. Le aspettative dei genitori sono altissime nei suoi confronti e la ragazza dovrà destreggiar...